Jorginho: "Italia, ora arriva il difficile. Pallone d'Oro? Lascio parlare voi. Tonali mi somiglia"

Jorginho
Jorginho / Claudio Villa/Getty Images
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Jorginho è stato uno dei trascinatori dell'Italia agli Europei. Faro in campo e anche fuori, il centrocampista ha disputato un anno d'oro vincendo anche la Champions con il suo Chelsea. Del Pallone d'Oro, della nuova annata e di molto altro si è parlato in conferenza stampa con il centrocampista dei Blues. Ecco le sue parole.

L'Italia?

"Ora arriva il difficile, l'Italia non è più una sorpresa. È nel posto in cui merita di essere e tutti coloro che verranno a giocare contro di noi lo faranno in maniera diversa. Noi dopo quello che abbiamo fatto siamo felici, ma dobbiamo sempre rimanere umili. Appena abbassi la guardia arrivano le brutte notizie e noi non vogliamo, cercheremo di rimanere umili".

Pallone d'Oro?

"Lascio parlare voi, cerco di vivere il momento. Manca ancora qualche mese per quella decisione e io penso al presente, voglio godermi questo momento con chi ho attorno. Vedremo cosa succederà...".

L'immagine dell'Italia nel mondo?

"Per le caratteristiche che abbiamo in squadra il mister ha cambiato modo di giocare e il messaggio non è stato mandato solo all'estero ma anche agli italiani, che credo si siano divertiti a guardare le nostre partite- riporta il Corriere dello Sport -Poi le altre squadre ci guardano e provano a batterci, noi continueremo a lavorare come sempre fatto".

C'è qualcuno che in campo ti somiglia?

"Tonali. Col tempo nelle scuole calcio si gioca più col centrocampo a due e non si cresce come regista da bambino. Non hai insegnamenti per tale ruolo da piccolo".

Jorginho
Jorginho / Claudio Villa/Getty Images

Differenze tra Mancini e Tuchel?

"Tuchel e Mancini si assomigliano, sia dentro che fuori dal campo. Forse per quello mi trovo bene con tutti e due".

Giocare all'estero ha aiutato la tua crescita?

"Non dico che fosse necessario andare via dall'Italia per crescere ma ha aggiunto nella mia crescita. Credo alla fine sia stata una cosa positiva- aggiunge -A 13 anni ero più un trequartista mentre allora il tecnico che avevo in Brasile mi mise in quel ruolo. E da quel momento in poi ho iniziato a guardare Pirlo e Xavi: ho abbracciato ciò che mi ha detto questo allenatore e sono davvero molto felice".

Come hai vissuto il ritorno in Inghilterra dopo l'Europeo?

"L'ho vissuto benissimo, loro lo hanno accolto meno bene... Mi hanno accolto bene e menomale che abbiamo vinto, così non hanno potuto prendermi in giro loro- aggiunge -Poi però non c'è stato troppo tempo, col Chelsea avevamo subito un'altra finale ma mi sono goduto questo piccolo periodo".


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