Confermare la squadra o rivoluzionarla: cosa conviene fare alle neopromosse per salvarsi?
Qualche ora fa, la Salernitana ha messo nero su bianco l'arrivo di Federico Bonazzoli dalla Sampdoria. Dopo aver chiuso (almeno per il momento) il discorso attaccante, i granata si adopereranno per rimpolpare altri settori del campo. I nomi più discussi sono quelli di Ivan Radovanovic e Francesco Cassata, anche se il Genoa sembra non voler lasciar partire i suoi giocatori.
Inoltre, anche se non sono state imbastite trattative ufficiali, i campani puntano i difensori Glik e Letizia del Benevento, Zanellato del Crotone e Frattesi e Defrel del Sassuolo. Le disponibilità economiche del club difficilmente permetteranno al direttore sportivo Fabiani di metterli tutti sotto contratto, tutti questi giocatori sarebbero ipoteticamente dei titolari inamovibili nella formazione di Castori che, a questo punto, ne uscirebbe rivoluzionata.
In vista del via della Serie A, fissato per il 22 agosto, nemmeno le altre due promosse Empoli e Venezia vogliono farsi trovare impreparate. A differenza della Salernitana, le squadre di Andreazzoli e Zanetti non prevedono grossi stravolgimenti. I toscani puntano al ritorno di Lorenzo Tonelli e sognano l'arrivo di Gianluca Lapadula o Andrea Pinamonti; i lagunari hanno praticamente chiuso il colpo M'baye Niang dal Rennes e si accingono a prelevare Mattia Caldara in prestito con diritto di riscatto dal Milan.
Non è mai semplice per una neopromossa affacciarsi al massimo campionato. Spesso piccoli club devono fronteggiare un livello di competitività molto alto, quindi per ben figurare in Serie A servono dei buoni acquisti. Come abbiamo visto, le strategie sono essenzialmente due: ingaggiare una moltitudine di giocatori, magari puntando sulla loro esperienza; oppure puntellare la rosa che si è guadagnata la promozione con 2/3 innesti.
Ma qual è la scelta migliore per rimanere in Serie A?
Tornando indietro di qualche anno, più precisamente alla stagione 2016/17, il Cagliari torna in Serie A dopo un anno di cadetteria. Per imporsi a buoni livelli, Tommaso Giulini imbastisce una campagna acquisti impressionante: agli arrivi dei neocampioni d'Europa e d'America Bruno Alves e Mauricio Isla si aggiungono infatti quelli di Simone Padoin, Artur Ionita, Marco Borriello e Panagiotis Tachtsidis. Tutti giocatori iper affermati e titolarissimi nell'11 titolare di Massimo Rastelli.
Alla fine del campionato, i sardi si piazzano undicesimi, lottando addirittura a tratti per un posto in Europa League. L'obiettivo salvezza viene largamente conquistato e il merito è soprattutto degli acquisti.
Quindi è meglio spendere e spandere per comprare più calciatori possibili?
No, e vi spiego perché. Nel 2015/16, il Carpi si appresta a disputare la sua prima (e per ora unica) stagione nella massima serie. Vista la grande mancanza d'esperienza in rosa, Castori chiede diversi acquisti: in estate arrivano così il portiere Brkic, i difensori Zaccardo, Gabriel Silva e Spolli, ma soprattutto Borriello e Ryder Matos, chiamati a trascinare la squadra verso la salvezza a suon di gol. Tuttavia, i nuovi giocatori non riescono ad adattarsi e a gennaio gli emiliani sono penultimi.
Durante il calciomercato invernale, tutti i giocatori sopraelencati vengono incredibilmente ceduti. Sebbene il Carpi sembri ormai spacciato, i risultati positivi li portano a tornare a credere in una salvezza miracolosa. Purtroppo, i biancorossi non riescono nell'impresa, ma chissà come sarebbe andata se, anziché comprare 6 giocatori nuovi, ne fossero arrivati solo 2/3.
Allora conviene di più (anche economicamente) comprare meno giocatori?
Nemmeno questo è vero. Nel 2020/21 il Benevento torna in Serie A dopo aver dominato la cadetteria. Pippo Inzaghi non voleva cambiare i suoi schemi di gioco, pertanto chiede giusto qualche rinforzo nei vari reparti. Così arrivano Glik dal Monaco, Dabo dalla Fiorentina, Ionita dal Cagliari e Lapadula dal Lecce. Come ben ricordiamo, le Streghe disputano un'ottima prima parte di stagione, salvo poi calare e andare incontro a una retrocessione che a gennaio sembrava utopia.
E allora cosa bisogna fare?
Certamente non siamo noi di 90min ad avere la formula magica del calciomercato perfetto (anche se fosse, non ve la diremmo gratuitamente). Come sempre, le chiavi sono la progettualità e la competenza: comprare a casaccio decine di giocatori senza un progetto tecnico forte e definito produce solo effetti deleteri; e per scegliere le pedine migliori per effettuare il salto di qualità servono esperienza e intuito (ma a volte anche il fattore C).
Solo il tempo potrà dirci se le strategie adottate da Empoli, Venezia e Salernitana si riveleranno vincenti. Intanto, lasciamo che si preparino al meglio per la Serie A 2021/22.