Tra conferme, delusioni e outsider: un primo bilancio sulla Serie A 2021/22

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Serie A / Insidefoto/Getty Images
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Con la vittoria del Milan sull'Atalanta è calato il sipario sulla 7ª giornata di Serie A e adesso è arrivato il momento di fermarsi per la sosta nazionali, con l'Italia impegnata nelle finali di Nations League. Ogni volta che il campionato è costretto a interrompersi, nell'animo dei tifosi si crea una certa irrequietezza, una curiosità di scoprire come proseguirà il cammino della loro squadra.

La pausa per le nazionali potrebbe anche essere un momento di riflessione, l'occasione buona di fermarsi e di tirare le somme di questo avvio di stagione. A differenza della prima sosta, avvenuta dopo appena due partite, adesso sono già 7 le giornate disputate; certo, non sono tantissime e siamo ancora ben lontani dal giro di boa, ma è comunque un numero consistente che ci permette di esprimere già i primi giudizi.

Partiamo con quella che, almeno sulla carta, è la prima della classe: l'Inter. Nonostante la rivoluzione estiva, i campioni d'Italia in carica non stanno sfigurando, anzi. Con 17 punti in classifica (che sarebbero potuti essere 19, se Dimarco non avesse sbagliato il rigore contro l'Atalanta), i nerazzurri sono attualmente terzi e il gioco mostrato fino ad ora è molto simile a quello con cui si sono aggiudicati lo Scudetto nella passata stagione. A Simone Inzaghi va infatti attribuito il merito di aver ripreso il lavoro svolto da Conte, ma di averlo adattato alle sue idee. Le uniche incognite riguardano l'adattamento dei nuovi. Eccezion fatta per Dzeko che sembra stia vivendo una nuova giovinezza, Calhanoglu e Correa faticano a imporsi come titolari. Qualora questo problema venisse risolto, gli interisti si candiderebbero seriamente per il bis.

Rimanendo in tema di conferme, l'altra squadra che non sta deludendo le attese è il Milan. I rossoneri precedono i cugini di due punti e sono sul secondo gradino del podio. Siamo sempre più convinti che Stefano Pioli sia l'uomo giusto per guidare un gruppo pieno di giovani talenti; lo dimostra il lavoro di sgrezzamento svolto su Leao e Tonali che da oggetti misteriosi sono diventati punti cardine dell'undici titolare. Il Diavolo sembra disporre di una rosa più ampia rispetto alla passata stagione e si registra anche una maggior consapevolezza nei propri mezzi, sinonimo di mentalità vincente. I dubbi riguardano però le condizioni degli uomini d'esperienza: Ibrahimovic e Giroud non sembrano godere di una tenuta atletica affidabile e giocare senza centravanti può rivelarsi un ostacolo; preoccupa poi l'avvio di stagione di Kessié, distratto dalle voci sul rinnovo.

Tra le sorprese non può non spiccare il Napoli che con 21 punti guarda tutti dall'alto in basso. Il protagonista di questo avvio di stagione incredibile, fatto di 7 vittorie in altrettante partite, è chiaramente Luciano Spalletti che in estate ha preso un gruppo senza apparenti motivazioni, deluso per la mancata qualificazione in Champions e gli ha ridato nuova linfa. A differenza dei suoi predecessori recenti, il tecnico toscano ha saputo finora valorizzare l'ampiezza dell'intera rosa, alternando gli interpreti e dando spazio un po' a tutti. La note più liete sono la definitiva esplosione di Elmas, il ritorno di Koulibaly a livelli stratosferici, ma soprattutto la dominanza di Anguissa, arrivato in sordina dal Fulham e diventato in poco tempo il motore della mediana partenopea.

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Napoli / ALBERTO PIZZOLI/Getty Images

A metà tra sorprese e conferme troviamo le due romane. Il fatto che sulla panchina della Roma e su quella della Lazio siano arrivati due maestri come José Mourinho e Maurizio Sarri ha sicuramente alzato le aspettative, ma almeno fino ad ora, giallorossi e biancocelesti sono in linea con le aspettative. Lo Special One ha saputo solo ridare solidità difensiva a una squadra che incassava troppo, ma ha anche ridato entusiasmo a un gruppo che appariva fragile. L'ex Napoli non ha impiegato molto a inculcare i propri principi di gioco nella mente dei suoi giocatori che, salvo qualche passo falso fisiologico, lo stanno ripagando con ottime prestazioni.

Tuttavia, la squadra che ci ha sorpreso di più è la Fiorentina. Che i viola disponessero di una rosa di spessore non è mai stato in discussione, ma finalmente la dirigenza ha ingaggiato un tecnico capace di assegnarle un'identità di gioco, un direttore d'orchestra che fa suonare la banda all'unisono. Guardando giocare i ragazzi di Vincenzo Italiano si ha la sensazione che sappiano sempre cosa fare, che non guardino in faccia l'avversario, ma cerchino sempre di imporre il proprio ritmo alla partita ed è così anche quando vanno in svantaggio. Se continuano così, non sarebbe poi così assurdo annoverarli per la lotta a un posto in Europa.

Chi invece sta deludendo sono Juventus e Atalanta. Nonostante l'avvio di stagione shock, segnato anche dagli errori individuali di Szczesny, i bianconeri stanno riuscendo pian piano a risalire la china con vittorie sofferte o comunque centrate negli ultimi minuti (come quella nel derby della Mole). Se da un lato giovani come Chiesa, Locatelli e de Ligt si sono imposti come i migliori della squadra, preoccupa però la condizione del centrocampo, povero di qualità e incapace di fare da tramite tra la fase difensiva e quella offensiva.

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Manuel Locatelli / MARCO BERTORELLO/Getty Images

Per quanto riguarda la Dea, le prime 7 giornate sono state influenzate anche dallo stop di Luis Muriel che ha lasciato Gasperini orfano del suo attaccante più prolifico. A prescindere dagli infortuni, sembra che l'Atalanta abbia perso quel gioco dinamico e forsennato che la caratterizzava, diventando così più prevedibile. I motivi sono molteplici: alcuni nuovi arrivati (Demiral e Mahele su tutti) non stanno facendo quanto prospettato; Ilicic sembra ormai sul viale del tramonto e non si riesce a trovare un altro trequartista da affiancare a Malinovskyi nel supportare la punta. Insomma, il Gasp dovrà trovare una variazione sul tema per permettere ai bergamaschi di tornare a correre a mille all'ora.

Leggendo i nomi delle squadre attualmente coinvolte nella lotta salvezza, sorprende vedere il Cagliari che finora ha racimolato solo 3 punti da altrettanti pareggi. Nemmeno il cambio di rotta, con il passaggio di consegne da Semplici a Mazzarri sembra aver sortito l'effetto sperato, così i sardi si ritrovano pericolosamente ultimi in classifica.

Non prendeteci per cinici, ma che Spezia, Salernitana, Venezia e Genoa fossero lì ce l'aspettavamo. Le loro rose ci sembrano inferiori agli standard del campionato, quindi dovranno darsi un bel da fare se vogliono rimanere in Serie A. Chi ci aspettavamo di vedere era anche l'Empoli che però ha deciso di smentirci, disputando un avvio di stagione di tutto riguardo. Con un perfetto mix tra giocatori della passata stagione e nuovi rinforzi, la squadra di Andreazzoli sta lottando per una salvezza tranquilla, tant'è che adesso risultano addirittura nella parte sinistra della classifica.


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