Conte-Inter, è finita: i motivi della rottura e gli scenari futuri
Sono passati solo pochi giorni dalla festa Scudetto, ma in casa Inter la gioia sembra aver già lasciato spazio all'apprensione. Come riporta infatti la Gazzetta dello Sport, il club nerazzurro e Antonio Conte sarebbero incredibilmente pronti a separarsi. Gli Zhang hanno imposto una linea improntata al taglio del monte ingaggi e questa decisione è stata mal digerita dal tecnico salentino che ha deciso quindi di andarsene.
Chiaramente, la dirigenza non vuole separarsi dall'allenatore, ma i giorni di trattative diplomatiche per tentare un ricongiungimento fra le parti sembrano aver fallito. Ecco perché l'annuncio del divorzio potrebbe arrivare entro 48 ore, il tempo minimo per ratificare la conclusione di un rapporto lavorativo.
Sabato si sarebbe dovuto tenere un meeting con Steven Zhang per pianificare il futuro, ma l'incontro si tramuterà in un momento di addio.
I motivi del divorzio
Le ragioni che porteranno all'inaspettato addio sono principalmente di natura economica e progettuale. Qualche giorno fa, la società ha infatti fatto sapere a Conte che l'obiettivo per il calciomercato estivo sarà quello di ridurre i costi della rosa, a causa della crisi portata dalla pandemia. Il tecnico salentino vuole al contrario potenziare la squadra, portandola a confermarsi in Italia, ma anche a competere a livello europeo. Per far ciò, sarebbe necessario non vendere alcun big e inserire giocatori di qualità; una strategia ben lontana dal regime di austerity imposto dalla proprietà.
La famiglia Zhang vuole chiudere infatti il bilancio con un attivo quanto più possibile ai 100 milioni (potrebbe però accontentarsi di 80) e ha anche chiesto a Marotta e Ausilio di ridurre il monte ingaggi della squadra del 15-20%. Per ottemperare al primo obiettivo, sarà necessario sacrificare almeno un big sul mercato. La seconda missione appare invece decisamente più abbordabile, visto che tra fine contratti e rientri vari, l'Inter potrà diminuire sensibilmente gli stipendi. Giusto per fare un esempio: se ne va un Kolarov che percepisce 3 milioni, ma arriva un Dimarco che ne guadagna solo 1.
Conte non sarebbe per niente disposto a veder partire un big e l'idea di dover disputare la Champions e difendere il titolo con una rosa formata da giovani come Salcedo e Agoumé lo lascia perplesso. L'amarezza del tecnico evidenzia quanto le basi per un futuro insieme ai nerazzurri siano molto fragili. Ecco che l'incontro tra l'allenatore e Zhang previsto per sabato diventerà solo un'occasione per ringraziarsi e salutarsi definitivamente.
Il contratto di Conte
Uno dei nodi più problematici della vicenda riguarda il contratto di Antonio Conte. L'(ex, forse) allenatore dell'Inter percepisce 12 milioni netti a stagione e il suo accordo con la società scade tra un anno. Quindi sarà importante stabilire le modalità ed eventualmente le cifre per un addio.
L'avvocato Angelo Capellini, responsabile dei contratti dei nerazzurri, è stato avvistato per due giorni di fila nella sede di Viale della Riconciliazione ed è probabile che stia lavorando per un'eventuale buonuscita da versare a Conte. L'Inter non serba rancore nei suoi confronti. Anzi, sarebbe propenso a concedergli la metà del suo ingaggio come forma di riconoscenza e ringraziamento per tutto il lavoro svolto a Milano.
Non è però da escludere che la vicenda possa concludersi con una risoluzione consensuale del contratto; una soluzione che non comporterebbe il versamento di buonuscite.
Chi per la panchina?
Nel giro di poche ore, la panchina più ambita, quella della squadra Campione d'Italia, resterà vacante. Dato che la separazione era nell'aria, Marotta ha già iniziato a sondare il terreno per dei sostituti, inaugurando il casting per il futuro allenatore dell'Inter.
Il nome in cima alla lista dei desideri è quello di Massimiliano Allegri, già subentrato a Conte in passato. Il tecnico livornese è però uno dei più ambiti d'Europa e per metterlo sotto contratto bisognerà battere la concorrenza di Juventus e Real Madrid. L'ex allenatore bianconero sarebbe il candidato perfetto per non far rimpiangere Conte alla tifoseria.
Anche Maurizio Sarri risulta tra i candidati, ma restano diverse perplessità legate soprattutto all'aspetto tattico. L'allenatore è un convinto profeta del 4-3-3, un modulo che comporta schemi diversi rispetto al 3-5-2 contiano al quale i giocatori si sono ormai abituati. Quindi, per evitare un cambio di rotta troppo repentino, è probabile che il suo nome venga messo da parte.
Il terzo è Sinisa Mihajlovic, ex giocatore nerazzurro, in rotta con il Bologna. Per la grinta e il carattere, il serbo sembra ricordare Conte e, dopo la triste parentesi con il Milan, sarebbe pronto a tornare ad allenare una big. Infine, più defilato sembra essere Simone Inzaghi, il cui rinnovo con la Lazio sembra non arrivare.
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