Cos'è emerso dalla presentazione di Conte come tecnico del Napoli?

Primi segnali e indizi su quello che sarà il Napoli 2024/25
Antonio Conte, Aurelio De Laurentiis
Antonio Conte, Aurelio De Laurentiis / Image Photo Agency/GettyImages
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Da una parte c'è un club che - in una parabola che ricorda quella di Icaro nel famoso mito greco - dopo essere volato in cielo conquistando uno storico Scudetto è caduto in rovina terminando al decimo posto. Dall'altra c'è chi è stato invece chiamato per ricostruirne le ali e tornare a librarsi in alto, cioè un allenatore che viene da più di un anno fermo ma che è noto per la sua grande voglia di vincere. Potrebbe essere questa la chiave di lettura per analizzare la presentazione di Antonio Conte al Napoli: nel corso della sua prima conferenza stampa azzurra, il tecnico salentino non è sceso nei dettagli tattici e ha sorvolato su temi come quello legato al sistema di gioco che intende adottare; eppure ha offerto diversi spunti interessanti, come la promessa strappata a De Laurentiis in sede di trattativa o quelli relativi ai principali giocatori della rosa.

Un tecnico con voce in capitolo

Quando l'approdo di Conte sulla panchina del Napoli si trovava ancora nella sfera delle possibilità, c'erano perplessità sul come il suo carattere notoriamente forte si sarebbe incastrato con quello di un altrettanto determinato De Laurentiis. A detta di molti, questo matrimonio è ancora adesso destinato a terminare presto, schiacciato inevitabilmente dalla personalità di un tecnico che vuole avere voce in capitolo su ogni questione di campo e presidente che intende sempre avere l'ultima parola.

Naturalmente i giornalisti accorsi ieri al Palazzo Reale non potevano esimersi dal chiedere a Conte in che misura le sue opinioni saranno rilevanti, ad esempio, nelle strategie di mercato del Napoli. Su questo l'ex Inter e Juve è stato fermo: "Prima di parlare di aspetti contrattuali ed economici io ho voluto solo una rassicurazione: avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi avrebbe potuto prendere altre strade, su questo sono stato molto categorico". Soltanto il tempo potrà dirci se ADL manterrà o meno la parola, quel che è certo è che il tempo trascorso in disparte dal mondo del calcio non ha smussato certi aspetti di Conte, famoso per la nomea di tecnico-accentratore.

Meret più di Caprile

L'amore tra Alex Meret e la piazza partenopea non è mai veramente sbocciato e sono in molti oggi a spingere per una cessione o quantomeno per una nuova gerarchia tra i pali. Scenario, quest'ultimo, reso più verosimile da Elia Caprile, portiere di proprietà del Napoli che farà ritorno alla base dopo l'ottima stagione passata in prestito all'Empoli e che è intenzionato a giocarsi le proprie carte per guadagnarsi i gradi di titolare.

Alex Meret
Alex Meret / Image Photo Agency/GettyImages

Anche sul discorso portieri Conta ha mostrato la solita risolutezza, rinnovando la fiducia a Meret e rivelando di averci già parlato per spiegargli cosa si aspetta da lui. Non ha approfondito ulteriormente, ma dalle sue parole si capisce che sarà ancora il classe '97 a difendere i pali del Napoli, mentre la frase usata per Caprile, vale a dire: "sta facendo un percorso importante", lascia presagire che non sia ancora pronto per diventare il numero 1 di una big.

Una posizione netta su Di Lorenzo e Kvara

Se per Osimhen la cessione sembra inevitabile ormai da mesi e lui ha soltanto confermato l'imminente addio, era su Giovanni Di Lorenzo e Khvicha Kvarastkhelia che Conte era chiamato a prendere posizione. Sull'argomento il tecnico è sembrato allo stesso tempo tranquillo e fermo, dichiarando ai presenti che nessuno dei due lascerà Napoli in quanto li ritiene fondamentali sia in campo sia per lo spogliatoio azzurro.

Khvicha Kvaratskhelia, Giovanni Di Lorenzo
Giovanni Di Lorenzo, Khvicha Kvaratskhelia / Ivan Romano/GettyImages

In un certo senso Conte ha ridimensionato il loro malcontento riconducendolo a una semplice frustrazione per una stagione che non è andata come previsto e che ha portato i due giocatori a valutare la cessione in maniera affrettata. Il tecnico pugliese ha messo per un attimo da parte l'etichetta di sergente di ferro per spendere parole di stima nei confronti del suo capitano, "giocatore top e persona perbene", che ricopre un ruolo cruciale all'interno dello spogliatoio. Aspetto da non sottovalutare se si vuole tornare a volare in alto.