Cosa ci lascia il 5-2 dell'Italia sulla Macedonia del Nord?

Esultanza azzurra
Esultanza azzurra / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Una serata partita apparentemente in discesa, mutata in qualcosa di sorprendentemente diverso nella ripresa e tornata poi sui giusti binari: l'Italia ha battuto la Macedonia del Nord e si è così risparmiata l'obbligo di dover vincere contro l'Ucraina nell'ultima sfida del girone, una sorta di spareggio per la qualificazione diretta a Euro 2024. Quali sono i segnali emersi dal 5-2 azzurro sulla Macedonia?

Un primo tempo in controllo

Matteo Darmian, Federico Dimarco, Federico Chiesa
Vantaggio azzurro / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Un primo tempo che si discosta profondamente da quanto accaduto negli ultimi precedenti con la Macedonia del Nord, con un'impressione di controllo costante e col solo neo del rigore sbagliato da Jorginho. Il gol poi annullato a Raspadori, in avvio, è l'emblema dell'approccio azzurro, con scambi di prima e la capacità di arrivare al tiro grazie ad azioni di pregevole fattura di fronte a una Macedonia a dir poco conservativa. L'Italia di fatto è riuscita a far valere la propria maggiore qualità, senza mai prestare il fianco alle possibili ripartenze degli avversari e senza mai correre rischi.

Una reazione convincente

Stephan El Shaarawy
Il gol di El Shaarawy / Jonathan Moscrop/GettyImages

Accanto al primo tempo ben condotto dagli Azzurri, chiuso del resto sul 3-0 e tale da far immaginare una ripresa di serena gestione, occorre riconoscere come - soprattutto dopo i cambi operati da Spalletti - l'Italia non abbia dato continuità a quanto espresso in precedenza, favorendo il ritorno estemporaneo della Macedonia, capace di rientrare in partita. Al di là del provvisorio blackout si sottolinea però la reazione successiva, indicata anche da Spalletti (ai microfoni di Sky) come l'aspetto più incoraggiante della serata: "C'è voluta una grande Italia, in quel momento lì abbiamo visto il meglio di quel che potevamo vedere, sia come carattere che come qualità di gioco".

Chiesa in versione leader

Federico Chiesa
Chiesa / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Un altro crocevia può essere individuato nella prima reazione azzurra, quella al rigore sbagliato da Jorginho e al potenziale contraccolpo psicologico. Chiudere il primo tempo in vantaggio solo di misura non avrebbe raccontato al meglio quanto visto, Chiesa a quel punto è salito in cattedra regalando due perle tipiche del suo repertorio: un destro secco da fuori area e un tiro a giro dalla sua zolla. Un ritorno da titolare in grande stile, con la capacità di reagire al meglio all'infortunio patito in avvio (col timore di un possibile cambio forzato) e con una prova da vero leader, non solo dal punto di vista tecnico.

I rigori sono un tema

Jorginho
Jorginho / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Una nota negativa della serata, al di là del sorprendente ritorno in partita della Macedonia nella ripresa, si può ovviamente riscontrare nel rigore fallito da Jorginho. La parata di Dimitrievski ha sancito il terzo rigore consecutivo non sfruttato dal regista dell'Arsenal, un dato sorprendente pensando alla storia del giocatore, un problema divenuto ormai difficile da eludere. Spalletti ha ribadito la fiducia in Jorginho, non volendo enfatizzare il dato del nuovo errore, ma è evidente come a questo punto ogni tiro da dischetto abbia un peso specifico maggiore (a livello psicologico) sul calciatore.

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Non solo Chiesa: c'è un Jack in più

Giacomo Raspadori
Raspadori / Ciancaphoto Studio/GettyImages

I segnali incoraggianti in attacco non si limitano alla prestazione da leader fornita da Federico Chiesa, investendo anche altri elementi del reparto avanzato schierato da Spalletti, dotato peraltro di diverse armi anche a partita in corso (El Shaarawy è un ottimo esempio in tal senso, un po' come accade nella Roma). Merita chiaramente una menzione speciale Jack Raspadori, divenuto ormai protagonista e non più comprimario in azzurro: Spalletti ha sottolineato come (rispetto a Scamacca e Kean) l'attaccante del Napoli patisca il colpo nel gioco aereo ma è altrettanto chiaro come sappia compensare abbondantemente con tecnica e capacità di dialogare coi compagni (suo peraltro l'assist per Darmian).