Cosa funziona e cosa non convince nella nuova maglia della Fiorentina 2022/23
C'è un periodo della stagione, per intendersi parliamo dell'alba di un'annata sportiva, in cui in assenza di dati oggettivi su cui contare ci si attacca a entusiasmi più o meno facili, ci si lega a prospettive di grandezza o a formazioni che uno s'immagina in testa. Un periodo che si lega spesso all'attesa, poi ripagata, della nuova maglia: la Fiorentina ha svelato ormai da qualche giorno il kit home e quello away, realizzati con lo sponsor tecnico Kappa, per la stagione 2022/23.
Una maglia, quella home, che peraltro ha già avuto modo di debuttare in occasione del 7-0 col Real Vicenza, prima amichevole del ritiro viola a Moena, impegno utile per mettere minuti nelle gambe e oliare i meccanismi. I tifosi presenti al Benatti e quelli collegati tramite i canali social viola hanno avuto modo di vedere in campo la nuova maglia, andando così a capire ancor di più come sia, al di là delle anticipazioni fotografiche diffuse nei giorni precedenti.
Gli aspetti più riusciti
Un aspetto centrale della nuova divisa riguarda il nuovo logo della Fiorentina che fa bella vista di sé al posto dello storico stemma (ormai trentennale). Un discorso centrale sia per la novità in sé, ovviamente, che per il ruolo di tale nuovo logo: il motivo tono su tono riprende proprio il quadrato rovesciato dello stemma, come a volerlo esaltare.
Un effetto senz'altro riuscito quello ricercato dalla Fiorentina e da Kappa, una soluzione che mette in risalto il nuovo simbolo. Il tono su tono in sé, peraltro, non è una soluzione spesso percorsa dai viola in tempi recenti: tornano piuttosto alla mente divise degli anni novanta, con l'apice raggiunto col giglio appunto tono su tono sulle maglie Reebok.
Un altro aspetto convincente, accanto all'esaltazione del nuovo logo, riguarda una scelta all'insegna della tradizione: si parla nello specifico del pantaloncino bianco e non più viola, abbinamento che fa parte della storia gigliata (prima del passaggio al completo viola, iniziato negli anni '80 e poi divenuto un marchio di fabbrica dai '90 fino a oggi, con rare eccezioni).
Non è detto però che, in Serie A, la Fiorentina riesca effettivamente a scendere in campo al Franchi coi pantaloncini bianchi: dipenderà, volta in volta, dall'assenza di pantaloncini bianchi nel completo degli avversari. In caso contrario il completo viola tornerà una costante. Convince anche il tono di viola scelto, tra gli aspetti che hanno spinto fin qui i tifosi ad apprezzare tutto sommato la nuova divisa (come emerso dal ritiro e dai sondaggi online).
Le "note dolenti"
Proviamo a valutare qualche nota meno soddisfacente, nello specifico potremmo citare la grande V presente sulla divisa away: in linea generale non è stata accolta negativamente dai tifosi ma, di fatto, non si tratta di un elemento così identitario, almeno ad oggi, per il mondo viola.
Si tratta ovviamente di un riferimento al Viola Park: possibile che si tratti di una soluzione comunque estemporanea, in attesa della nascita dell'ambizioso centro sportivo gigliato. Infine, aspetto comune a tante divise della Kappa e non da oggi, si sottolinea come stemma e logo dello sponsor tecnico siano posti troppo in alto, vicino al colletto.
Segui 90min su Instagram.