Cosa potrebbe dare Barak alla Fiorentina di Italiano

Antonin Barak
Antonin Barak / Nicolò Campo/GettyImages
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Tra le tante gioie che il calcio può regalare, immedesimandoci nell'ottica degli addetti ai lavori più che in chi osserva esternamente, un ruolo tutto speciale spetta a quei giocatori rivalutati, ai talenti prima offuscati e poi riabilitati da un tecnico capace di vederci lungo o da un vecchio lupo di mare del mercato, bravo a fiutare il colpo.

Del resto Vincenzo Italiano ha abituato bene, a dir poco, l'ambiente della Fiorentina: il tecnico viola è riuscito fin qui a rivalutare chi arrivava da stagioni opache, rendendolo di nuovo protagonista contro ogni pronostico. Il caso di Antonin Barak, in questo senso, sembra andare proprio in una direzione opposta: con un eventuale arrivo in viola, infatti, ci si troverebbe nella condizione di dover far rendere al meglio chi arriva da una stagione tutt'altro che mediocre, condita da 11 gol e 4 assist, tale da aver attirato l'attenzione di diverse big.

Andare ad acquistare chi si trova "in cima" pone sempre di fronte a dei rischi: proprio sull'asse Verona-Firenze, del resto, si è notato quanto un elemento come Amrabat abbia stentato, sulle prime, a replicare quanto fatto in gialloblù, per poi ingranare successivamente. Esistono poi altri aspetti, di natura tattica, che diventa necessario affrontare prima di accogliere - eventualmente - il classe '94 ceco in viola.

Il ruolo di Barak

La prima questione riguarda la collocazione tattica di Barak e l'utilità del suo arrivo in viola, un'analisi che deve necessariamente passare dalle precedenti esperienze del giocatore, ripercorrendo dunque i ruoli che si è trovato a occupare negli anni scorsi. In tal senso diventa interessante, in particolare, ricordare quanto fatto nella sua prima esperienza importante in Patria, quella con lo Slavia Praga (club in cui si trasferì nel mercato invernale della stagione 2015/16). L'impatto di Barak sullo Slavia fu di primo piano e perfettamente in linea con le attese del club: 4 gol in 9 presenze, gol arrivati nelle ultime sfide della stagione.

Quel che può apparire interessante in chiave gigliata, ripensando alle stagioni allo Slavia Praga, è il contesto tattico in cui Barak si trovò ad agire: 4-3-3, 4-5-1 o 4-2-3-1, andando a ricoprire il ruolo di mezzala (a destra o a sinistra) o quello di trequartista nel 4-2-3-1. Tutte soluzioni, queste, che potrebbero in qualche modo tornare d'attualità in caso di arrivo a Firenze, alla corte di Italiano. La sua prima stagione in Italia, travagliata pensando al rendimento del club più che a quello individuale (già incoraggiante) vide Barak adattarsi a tre diversi tecnici: Delneri, Oddo e infine Tudor. Già nell'Udinese di Delneri il centrocampista ceco mostrò una grande versatilità e riuscì, nell'arco di poche partite, ad occupare i ruoli di mezzala, di interno di centrocampo nel 4-4-2 e persino di play.

Antonin Barak
Barak a Udine / Dino Panato/GettyImages

Con l'arrivo di Oddo in panchina i friulani passarono al 3-5-2, contesto in cui Barak si affermò come mezzala - rivelandosi la sorpresa della stagione nonostante un andamento a dir poco preoccupante della squadra - salvo poi rivestire il ruolo dell'esterno destro nel 4-4-2 con Tudor, nelle ultime tre partite stagionali. Nella stagione successiva Barak, sempre a Udine, riuscì a collezionare appena 329 minuti a causa di una lombalgia acuta che, di fatto, ne compromise l'intera esperienza a Udine e che lo vide passare al Lecce nel mercato invernale della stagione 2019/20.

L'esperienza nel Lecce di Liverani, al netto della retrocessione dei pugliesi, sancì il riscatto personale di Barak, divenuto subito un elemento fondamentale per i giallorossi: 15 presenze da titolare, senza mai lasciare il campo. Con Liverani il ceco giocò perlopiù come mezzala nel 4-3-1-2 e nel 4-3-2-1, con qualche incursione nei due trequartisti alle spalle della punta. Nel Verona di Juric e di Tudor, però, Barak ha trovato quella che fino a questo momento sembra essere la sua collocazione ideale, tale da farlo rendere al massimo: trequartista nel 3-4-2-1 dei due tecnici che si sono avvicendati all'Hellas, senza dunque tornare ad agire come interno o come mezzala.

Come collocare Barak in questa Fiorentina?

Alla luce delle ottime stagioni disputate a Verona, in un contesto tattico lontano dal 4-3-3 di Italiano, diventa lecito chiedersi come potrebbe inserirsi Barak in questa Fiorentina. Non si tratterebbe di inventarsi niente, Barak ha già rivestito il ruolo di mezzala (soprattutto nella prima parte della sua carriera) ma il dubbio riguarda le caratteristiche diverse rispetto a chi, in genere, è chiamato ad occupare quel ruolo.

Difficile trovare il dinamismo di Maleh e di Duncan, diventa però utile valutare come - al di là del fisico imponente (1,90 x 85 kg) - Barak abbia sempre dato prova di buona progressione e di efficacia in campo aperto: la copertura fornita da Amrabat e il dinamismo di Bonaventura, dall'altra parte, non sembrano dunque far intravedere rischi eccessivi in un impiego in qualità di mezzala nel 4-3-3 viola, soprattutto pensando al modo in cui le due mezzali si alternano nell'alzarsi e nell'attaccare gli spazi (come accade già con Bonaventura e Duncan, fin dalla stagione scorsa).

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Occorre immaginarsi forse un Barak con maggiori compiti di copertura ma niente che ne comprometta la possibilità di mostrare tecnica e visione di gioco: anche l'idea di una sorta di 4-2-3-1 con Ambrat e Mandragora davanti alla difesa e Barak sulla trequarti, sulla carta, apparirebbe percorribile e ancor più nelle corde del versatile centrocampista ceco. Ad aggiungere appetibilità è anche la stazza, non un limite ma (valutando l'altezza media del centrocampo viola) un'aggiunta comunque utile e funzionale rispetto a quanto accadrebbe con Bajrami e Kokcu (rispettivamente 1,79 e 1,75).


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