Cose positive e negative che ci portiamo a casa dopo la sfida contro la Croazia
- Il miracolo di Zaccagni
- Terza volta in svantaggio, seconda rimonta
Ci siamo addormentati con questa immagine, che ci accompagna anche al risveglio. Non un sogno, ma il miracolo, come urlato con un po' di fatica da Fabio Caressa nella telecronaca di SkySport. Un'Italia ormai condannata a guardare i risultati delle altre ha distrutto la storia perfetta di Luka Modric al 98° con quella forza mistica che spesso accompagna gli azzurri nei grandi tornei internazionali.
Una forza che ha prima investito Riccardo Calafiori, autore di un incredibile break palla al piede dopo quasi 100 minuti di partita; poi, quel passaggio forse indirizzato a un altro compagno, si è trasformato in un assist perfetto per l'idea di Mattia Zaccagni. Un tiro a giro di prima intenzione che lascia le vibes di Insigne contro il Belgio (a Euro 2020); una conclusione sulla quale nemmeno un incredibile Livakovic può far nulla. L'Italia esulta e vola agli Ottavi, la Croazia piange e saluta la Germania.
Cose positive
L'interpretazione della partita, in senso generale, è stata positiva. L'Italia si è dimostrata capace di aspettare e di non concedere più di un paio di grandi occasioni. I miracoli di Donnarumma su Sucic e sul calcio di rigore di Modric sono stati gli unici grandi salvataggi del fenomeno azzurro, chiamato a molti interventi nella sfida con la Spagna.
Gli azzurri hanno contenuto bene le timide e disorganizzate discese croate, concedendo l'occasione più grande su un rigore fortuito e arrendendosi soltanto al tap-in di Modric poco dopo. Non hanno compiuto ulteriori passi indietro dal punto di vista della solidità, e si sono riscoperti una Nazionale concreta nei momenti topici. Il gol di Zaccagni non significa soltanto qualificazione agli Ottavi contro la Svizzera, ma è anche una di quelle pietre sul percorso dalle quali si può generare una storia alternativa.
Quella storia che ha spesso accompagnato i cammini azzurri. Dal 1982 con un gruppo rosa che stentava a trovare la sua dimensione nel Mundial spagnolo, fino a Euro 2020, in cui all'esaltazione della fase a gironi si contrapponeva l'enorme fatica di quella a eliminazione diretta. Una rete al 98°, quando in pochi ci speravano ancora, sarà in grado di originare un'Italia mai arrendevole e in partita fino al triplice fischio?
Cose negative
Le cose negative ci sono, è inutile negarlo. Appare più saggio abbracciarle e cercare di sistemarle in fretta, o in alternativa di nasconderle sotto al tappeto per mancanza di tempo. È un'Italia che, per la terza volta in tre partite del girone non solo ha subito gol, ma è andata sempre in svantaggio. Una selezione azzurra, la cui solidità non ha compiuto passi indietro, come detto sopra, ma non li ha nemmeno fatti in avanti.
Nonostante il cambio modulo e nonostante la sostituzione di alcuni interpreti. L'Italia fatica a trovare un sistema per dominare avversari della sua taglia, a creare delle catene sfruttando il legame tra i calciatori nei club di appartenza. Quella parvenza d'identità mostrata contro l'Albania si è ancora una volta sgretolata nelle difficoltà di una gara intensa, ricca di duelli fisici.
Tuttavia, da qui a quando si decreterà la fine azzurra a Euro 2024, non ci saranno partite di una difficoltà minore e di un'intensità inferiore rispetto alle ultime due uscite (Spagna e Croazia). Mancano quattro giorni agli Ottavi con la Svizzera per un salto di qualità necessario, per marcare quella differenza di status (storico, non attuale) e sfruttare quel timore generalizzato che le avversarie nutrono quando affrontano l'Italia nelle fasi a eliminazione di qualsivoglia torneo.