Da Berardi all'arbitro e al VAR: lo sfogo di Mourinho alla vigilia del Sassuolo
Archiviata la partita di Europa League, la Roma può pensare nuovamente al campionato dove è attesa dalla sfida contro il Sassuolo nel tardo pomeriggio di domenica. Come di consueto José Mourinho si è presentato a Trigoria per la conferenza stampa della vigilia del match.
"Nello sport individuale sei da solo e quando sei da solo non puoi condividere responsabilità. Magari per questo motivo mi piace tanto il tennis, perché c'è bisogno di coraggio e personalità. Dopo quando perdi non puoi guardare intorno e dare le colpe a nessuno. Di quello che ho letto, è perdita di tempo se io dico il nome di qualche giocatore a cui mi riferivo giovedì. Questo non sono io. Internamente sì, oggi ho avuto una buona conversazione con tutti i giocatori. Quanto più è positivo il rapporto che hai con una persona, più è confortante nel dire le cose brutte. Quando c'è empatia e amore è molto più facile tornare alla situazione normale. Ho detto le cose che penso e continuo a pensarlo. Il rapporto è molto buono e questo ci fa stare bene, andando a Reggio Emilia per prendere il risultato in una partita che per diversi motivi in questo momento non mi conforta molto"
"La prima insidia di domani è il Sassuolo perché è un'ottima squadra, con un grande allenatore e un bel progetto per quello che vogliono loro. Una squadra che gioca 38-41 partite a stagione e che è una settimana che si prepara per questa gara. La prima situazione è questa con tutte le difficoltà che abbiamo sempre contro di loro. Mi preoccupa anche l'arbitro perché lo abbiamo avuto tre volte come quarto uomo e la sensazione è che non ha stabilità emozionale per una partita di questo livello. Siamo a tre punti dal quarto posto ed è una partita super importante per noi. Il profilo dell'arbitro non mi lascia tranquillo così come il VAR: è un arbitro con il quale abbiamo sempre avuto sfortuna. Abbiamo un giocatore avversario come Berardi che è fantastico anche se deve avere più rispetto per gli avversari e per il giooco. Quello che fa per fermare il gioco è troppo, prendendo gialli o rigori inesistenti. Quel profilo di comportamento in campo, se fosse stato un mio giocatore, avrebbe avuto dei problemi. Lo amo e lo odio".
"Mi darebbe più adrenalina giocare con una squadra che deve salvarsi piuttosto che stare in una situazione di tranquillità che ad altri allenatori piace. L'ho detto ai ragazi, dobbiamo alzare il tono, dobbiamo essere meno superficiali. Ho vinto campionati con il Real Madrid con 100 punti e perso con 93 punti, in una lotta con il Barcellona. Questo è duro, dover vincere ogni singola partita. Noi non abbiamo bisogno di vincerle tutte, perché non abbiamo il potenziale per farlo, non possiamo lottare con Juventus e Inter per il titolo ma dobbiamo lottare e giocarcela per il quarto posto. Dobbiamo alzare il tono e questa è la mia esigenza con la squadra. Io lavoro di più con quelli che non giocano. Cristante che gioca e riposa, non lavora mai con noi. Vediamo se domani riusciamo a migliorare questo aspetto".
"Possiamo parlare di Karsdorp perché stiamo parlando di gente che entra dalla panchina e non entra con la giusta motivazione. La stessa cosa che successe con lui: siamo stati ad un passo dal divorzio, poi l'empatia e il buon rapporto ci ha fatto tornare indietro. Domani gioca, ha le sue cose positive ma anche delle debolezze. Nell'ultima partita i cambi non hanno migliorato la partita. Anche io ho preso qualche decisione sbagliata, probabilmente nella squadra titolare non ho messo una formazione che aveva una compattezza sufficiente".
"In condizioni ideali mi piacerebbe avere più opzioni e più qualità, ma non voglio essere interpretato negativamente. Conosco la nostra situazione e penso infatti che sia stato sottovalutato quello che abbiamo fatto. Siamo riusciti a stare lì con squadre che hanno altro potenziale. La mia squadra senza infortuni può lottare però senza Smalling diventa dura, senza di lui una partita è dura. Se non rientra entro fine anno, lui salta 68 allenamento. E anche se torna il 31 dicembre dopo aver saltato 68 allenamenti, che torna a fare? A giocare? Forse ad allenarsi, non è che recuperi in due giorni tutto il tempo perso. Kumbulla lo vedete in gruppo per un quarto d'ora, ma è fuori, Ndicka è arrivato come riserva ed è diventato titolare".
"Con il Fair Play Finanziario c'è il rischio che prendi un giocatore e poi non può giocare in Europa, oppure ne devi togliere un altro. Se c'è la possibilità di fare qualcosa io sarò molto contento, se non è possibile andiamo avanti".