Da quali giocatori deve ripartire l'Italia dopo il flop a Euro 2024?

Un "telaio" da rivedere secondo il CT Spalletti, un percorso di ringiovanimento da studiare
Switzerland v Italy: Round of 16 - UEFA EURO 2024
Switzerland v Italy: Round of 16 - UEFA EURO 2024 / Stu Forster/GettyImages
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Da Gigio Donnarumma. Non solo il capitano che si è presentato per primo ai microfoni con l'obiettivo chiaro e immediato di chiedere scusa ai propri tifosi per le prestazioni messe in campo in queste due settimane europee. Soprattutto il campione che in 360 minuti (più recupero) è andato ben oltre le aspettative azzurre.

In un'Italia che tende a svalutare i propri punti fermi, più che esaltarli, il portiere del PSG è stato una delle poche note positive di Euro 2024. La fascia della Nazionale, basandosi sul criterio delle presenze, resterà sul suo braccio per almeno un'altra decade e nei prossimi tempi occorrerà capire chi posizionare davanti a lui nella formazione che verrà.

Un nuovo telaio azzurro

Un breve accenno al poco tempo per lavorare (questione evidente se confrontato a quello a disposizione di altri CT) e a qualche infortunato sul quale contava prima della partenza. Luciano Spalletti si è assunto le proprie responsabilità nel post-partita di Italia-Svizzera, mettendo in discussione sé stesso e in particolare le sue scelte per il viaggio in Germania.

"Penso che la mia passione sia sintomo di profondo rispetto per tutti, mi prendo le responsabilità delle scelte. Abbiamo superato un girone difficile, secondo me meritatamente, ma non si è vista una squadra che ha una base dove ci si può andare a costruire sopra. Bisogna rimettere mano al telaio che ho scelto, perché questo ha raccontato l'esperienza fatta".

Nicolo Fagioli, Luciano Spalletti
Croatia v Italy: Group B - UEFA EURO 2024 / Claudio Villa/GettyImages

Le domande, e di conseguenza le risposte, riguardavano più un futuro lontano, in quell'esigenza italiana di tornare al Mondiale (2026) attraverso un'idea di calcio ben definita. Gli azzurri non vi partecipano dal 2014 e, dopo essere stati abituati per decenni a non tenere in minima considerazione il percorso delle qualificazioni, ora sono costretti a guardarlo come obiettivo principale. Un altro errore aprirebbe una crisi di status che l'Europeo vinto nel 2021 ha in parte calmierato.

Per fare un buon percorso nelle qualificazioni che inizieranno nel 2025 ci sarà bisogno di qualcosa di diverso, di nuovo rispetto alle quattro sfide di Euro 2024; e non solo rispetto alle idee, ma anche agli interpreti che hanno viaggiato in Germania. Donnarumma è l'unico promosso a pieni voti, chi sono gli altri da salvare per il futuro italiano?

Sicuramente i nerazzurri Bastoni, Dimarco e Barella, calciatori che hanno dimostrato le proprie qualità anche in Europa (soprattutto nell'annata culminata con la Finale di Champions dell'Inter) e che vantano un valore individuale importante. Poi Riccardo Calafiori. Non sappiamo quale sarà la sua evoluzione di carriera, né se resterà a Bologna o se il suo rendimento calerà, ma dopo l'estremo difensore azzurro si tratta del miglior interprete italiano nella spedizione europea.

Poi Federico Chiesa, che ai Mondiali del 2026 avrà 29 anni e sarà un calciatore probabilmente nel pieno della sua maturità, e Gianluca Scamacca, il cui prossimo futuro risulterà decisivo per capire la sua reale dimensione e se potrà diventare un trascinatore anche con la maglia azzurra. Sugli altri, sia per questioni di età, che per livello raggiunto in carriera, il giudizio sembra momentaneamente sospeso. Gli azzurri hanno bisogno di essere inseriti in un contesto serio, basato su una struttura, su un telaio solido per far sì che fioriscano nuove certezze.

Gli interpreti di qualità, con considerazione anche fuori dall'Italia, ci sono. Occorre forse una responsabilizzazione degli stessi per creare un gruppo importante, in cui tutti loro possano trasformarsi in dei leader e, al contempo, aiutare i nuovi a sentirsi a proprio agio in un sistema Nazionale, diverso da quello nei rispettivi club, che è forse ciò che realmente manca per colmare il gap con le altre selezioni. La speranza che in un paio d'anni emergano i Lamine Yamal e i Jamal Musiala italiani è abbastanza remota e le discussioni sui settori giovanili, che si ripropongono ad ogni fallimento, appaiono inutili per un discorso a breve termine come quello della qualificazione ai prossimi Mondiali.