Da quanto tempo il Chelsea non va così male in Premier League?
Il Chelsea si avvicina al termine della stagione che sarà ricordata come la peggiore degli ultimi 30 anni, o quasi. La squadra prima di Thomas Tuchel, poi di Graham Potter e infine di Frank Lampard è attualmente al 12° posto in classifica, a una sola giornata dal fischio finale della Premier League 2022-23.
Numeri che sono difficili da digerire per una big del campionato, e non vanno proprio giù se si pensa agli investimenti sul mercato dell'ultimo anno. Più di 600 milioni per rinforzare una rosa già forte hanno fruttato soltanto 42 punti in classifica. 37 gol fatti, con la terrificante media esatta di uno a giornata, tre allenatori diversi, 46 reti subite, soltanto 11 vittorie e ben 16 sconfitte. Non c'è Top Club in Europa che abbia fatto peggio.
Molti acquisti presentati per essere determinanti e fare le fortune del Chelsea sono spariti dai radar diventando esuberi. Altri non hanno nemmeno avuto la chance di mettersi in mostra a causa del sovraffollamento nella rosa dei Blues.
L'ultima giornata di Premier League sarà in casa contro il Newcastle e l'unica opzione positiva rimasta al Chelsea (improbabile contro una squadra che ha quasi 30 punti in più e ha già ottenuto la qualificazione alla prossima Champions) è quella di vincere e provare a prendersi l'undicesima piazza ai danni del Crystal Palace. Opzione che ovviamente non consola nessuno e ha anche poco significato ormai. Sfogliando gli archivi delle stagioni passate, bisogna tornare indietro di quasi 30 anni per rintracciare un'annata peggiore di questa in Premier League.
È dalla stagione 1996-97 che i Blues stazionano consecutivamente nella metà sinistra della classifica e, non confondiamo, anni difficili li hanno attraversati, ma mai fino a questo punto. La stagione cerchiata, conclusa con un 14° posto in una Premier a 22 squadre, è quella 1993-94. Dopo l'undicesima posizione dell'anno prima, la squadra viene affidata all'allenatore-giocatore Glenn Hoddle che conquista 51 punti in campionato, ottenendo soltanto 13 vittorie e perdendo ben 17 volte.
Numeri non così spiacevoli per una rosa che sarebbe diventata grande con il tempo, che ha ancora un Palmarés abbastanza scarno in una bacheca semi-vuota se la si confronta con quella odierna. Quel Chelsea non vince trofei importanti dal 1971; per Ruud Gullit, Gianfranco Zola e Gianluca Vialli occorrerà attendere qualche anno e per l'arrivo di Roman Abramovich una decina. Si tratta di una squadra che non può ancora competere con le big, anni luce distante da quella costruita da Todd Boehly, e che, nonostante tutto, si regala un sogno.
È il sogno della FA Cup, la coppa Nazionale più importante oltremanica. Il Chelsea stenta in Premier, ma non delude nel percorso di coppa raggiungendo la Finale di Wembley contro il fortissimo Manchester United. Nel primo tempo i blues resistono, ma nella seconda parte ne prendono 4 (doppietta di Cantona su rigore, gol di Hughes e McClair). I Red Devils vincono Fa Cup e Premier e dunque "lasciano" il posto in Coppa delle Coppe proprio al Chelsea, che conclude la stagione con il sorriso amaro di una qualificazione europea.
Nella stagione corrente c'è una triste analogia, ma nessun aspetto positivo. I Blues sono usciti dalle coppe nazionali al primo turno, dopo sorteggi negativi che hanno estratto il Manchester City e dalla Champions, nel doppio confronto dei Quarti di Finale contro il Real Madrid. Alla penultima giornata, 29 anni dopo ne hanno presi ancora 4 dal Manchester United, ma come consolazione non ci saranno qualificazioni a qualche coppa europea. Nella stagione 2023-24 il Chelsea non disputerà competizioni fuori dall'Inghilterra e dovrà dimostrare che quella corrente sia stata soltanto una macchia e non l'apertura di un ciclo diverso rispetto agli standard.