Da trequartista svogliato a mediano dai piedi buoni: l'evoluzione di Calhanoglu

Non solo ottimi inserimenti, il turco sta iniziando a essere decisivo anche in fase difensiva
Hakan Calhanoglu
Hakan Calhanoglu / Jonathan Moscrop/GettyImages
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La maturità di una squadra si denota anche dalla facilità con cui vince su quelli che vengono considerati "campi difficili". L'Unipol Domus, casa temporanea del Cagliari, è notoriamente uno di questi, ma l'Inter non si è fatta intimorire dalla spinta dei tifosi sardi e ha risolto la pratica già nel primo tempo, confermando il suo ottimo avvio stagionale e i pronostici che la danno come una delle favorite per lo Scudetto.

I riflettori sono stati tutti per gli autori dei gol Dumfries e Lautaro Martinez, con l'argentino che ha risposto a Osimhen e Giroud raggiungendoli in vetta alla classifica dei bomber, ma gli addetti ai lavori si sono soffermati anche sulla prestazione di un altro giocatore: Hakan Calhanoglu.

L'intervento con cui impedisce a Nandez di calciare in porta è soltanto l'apice di una grande prestazione che ha visto il turco essere praticamente perfetto sotto ogni aspetto.

Se le statistiche relative a passaggi e tiri non fanno quasi più notizia, sorprendono invece i dati difensivi. Calha ha infatti completato 5 contrasti, vinto 7 duelli e bloccato 2 conclusioni avversarie (tra cui appunto quella di Nandez).

Il turco ha inoltre percorso quasi 13 km dimostrando un'attitudine al sacrificio e al ripiegamento che non ci aspetteremmo da un centrocampista che fa della qualità la propria arma migliore. Solitamente i giocatori con le sue caratteristiche sono un po' pigri ed evitano di mettere la gamba nel contrasto, ma il 20 nerazzurro sta diventando sempre più un tuttocampista.

Nel suo percorso di crescita sono state senz'altro decisive le posizioni che ha ricoperto in campo. Calhanoglu è infatti arrivato in Italia come trequartista, un numero 10 tutto fantasia che preferisce far correre il pallone. Al Milan è iniziata però la sua "retrocessione tattica": per favorire il palleggio in mezzo al campo, Pioli l'ha schierato come mezz'ala allontanandolo dalla porta ma paradossalmente favorendone lo score realizzativo. Nella sua ultima stagione in rossonero ha infatti segnato 4 gol e fornito 10 assist.

Nell'estate del 2021 si colloca il famoso "tradimento interista" e per Calha si prospetta già un primo cambio sul piano tattico, seppur in maniera leggera. Inzaghi vede per lui un ruolo da mezz'ala simile a quello ricoperto da Luis Alberto nel 3-5-2 della sua Lazio. È però con l'infortunio di Brozovic che nasce la rivoluzione copernicana della sua carriera. Il 9 marzo 2022 Epic Brozo si fa male al polpaccio durante la sosta per le nazionali e il tecnico non sa come sostituirlo in cabina di regia: Vidal è troppo istintivo, mentre Gagliardini commette troppi errori, così la scelta ricade su Calhanoglu, che completa così il proprio arretramento da trequartista a mediano.

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Non si rivela da subito una mossa azzeccata. L'ex Bayer Leverkusen tiene troppo il pallone tra i piedi, la fa girare con poca velocità e da quella posizione la sua lettura del gioco appare inibita. Gli ci vuole del tempo per ambientarsi, ma l'anno successivo i problemi di Brozovic si ripresentano e quella soluzione va inevitabilmente riadottata. Stavolta però il risultato cambia e pian piano Calha viene preferito al croato anche dopo il suo ritorno.

In finale di Champions, Inzaghi è voluto andare sul sicuro e l'ha schierato nel suo ruolo naturale di mezz'ala, ma con la partenza di Brozovic in estate le chiavi del gioco interista sono ufficialmente passate nelle mani di Calhanoglu.

Durante la preparazione, il turco ha naturalmente svolto lavori propedeutici a quella posizione, per la prima volta si è allenato da regista e i frutti sono stati subito evidenti. Calhanoglu ha mantenuto la fantasia e il tiro pericoloso di un centrocampista offensivo, ma è riuscito a far sue anche la grinta e la precisione difensiva di un buon mediano.