Da venti a tre milioni di euro: la surreale parabola di Sergio Oliveira
L'universo del calciomercato offre un repertorio pressoché infinito di storie a dir poco paradossali, controverse e del tutto lontane da ogni pretesa di logica: dai calciatori dati per finiti e arrivati malinconicamente in scadenza, salvo poi tornare alla ribalta come affari milionari, ai protagonisti di trasferimenti da record che - nel corso degli anni - hanno visto il proprio cartellino svalutarsi, faticando poi a trovare un ingaggio.
La sessione estiva in corso, poi, offre un ricco panorama di storie inattese: dal ritorno di Pogba alla Juventus, ancora una volta a parametro zero, a uno Jovic finito alla Fiorentina a titolo definitivo senza un esborso effettivo per il cartellino, senza ovviamente dimenticare il ritorno di Lukaku all'Inter dopo un solo anno dall'addio in direzione Chelsea (a sua volta un ritorno).
In mezzo a tante storie più o meno surreali spicca anche quella legata a Sergio Oliveira, centrocampista portoghese arrivato alla Roma nel mercato invernale e non riscattato dai giallorossi: sarebbero serviti 13 milioni di euro per assicurarselo a titolo definitivo, una cifra che il club capitolino ha deciso di non investire, sancendo dunque l'ennesimo ritorno al Porto.
Una situazione per certi versi inattesa, riflettendo sul buon impatto che Oliveira ha avuto col calcio italiano nei suoi primi passi in giallorosso e sulla stima da parte di Mourinho: il ritmo probabilmente troppo compassato, un aspetto che destava qualche perplessità già a priori, ha forse messo in secondo piano le qualità balistiche e l'acume tattico del prossimo giocatore del Galatasaray.
Appare già paradossale in sé che un giocatore da 174 presenze con una maglia importante come quella del Porto finisca, infine, per trasferirsi per la cifra di 3 milioni di euro (quella pagata dal club turco), cifra dunque ben distante dai 13 milioni di euro che sarebbero serviti alla Roma per farlo proprio.
Ma non finisce qui e, anzi, si pongono all'attenzione fattori ancor più sorprendenti pensando alla parabola recente di Sergio Oliveira: si torna al caso Gattuso, al clamoroso epilogo che vide il tecnico lasciare la Fiorentina ad appena una settimana dalla firma sul contratto. Il ruolo di Oliveira, nella narrazione fatta del sorprendente finale, è divenuto centrale: i viola scelsero di prendere le distanze da un affare che avrebbe comportato un esborso superiore ai 20 milioni di euro e, soprattutto, avrebbe comportato commissioni da capogiro.
Rocco Commisso, in quel frangente, volle fare muro, anche a costo di subire conseguenze importanti e impopolari: l'idea di apparire come il ricco proprietario di cui approfittarsi è da sempre uno spettro che il patron gigliato vuole tenere alla larga, come ribadito anche a chiare lettere, e probabilmente gli eventi dell'ultimo anno (sul fronte Oliveira) hanno reso ancor più chiaro quanto la scelta di allora - da parte della proprietà gigliata - sia stata lungimirante e quanto partisse, di fatto, da timori fondati.
Da 20 a 3 milioni nel giro di un anno: un'involuzione probabilmente fin troppo ingenerosa, pensando al valore tecnico del portoghese, ma altrettanto indicativa per comprendere quanto certe cifre, certe pretese, risultino alla fine fuori mercato e controproducenti per le stesse parti in causa.
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