Dalla gloria all'esonero: l'assurda parabola di Mendilibar al Siviglia

È successo di nuovo. Il Siviglia saluta il suo terzo allenatore in 12 mesi. Dopo Julen Lopetegui e Jorge Sampaoli, il club andaluso ha annunciato ieri l'esonero di José Luis Mendilibar, con il quale soltanto 4 mesi fa festeggiava la settima Europa League della sua storia.

Non c'è tempo a Siviglia per attendere che le cose vengano sistemate da chi è in panchina, meglio cambiare guida tecnica ogni tot per dare freschezza al gruppo squadra (che da qualche anno è sempre lo stesso). 8 punti in altrettante giornate di Liga, 4 sconfitte e soltanto 2 vittorie, a cui si aggiungono i 2 pareggi nel girone di Champions League.

Troppo poco per la dimensione a cui aspirava Victor Orta, successore di Monchi nella dirigenza del Siviglia. In estate la squadra andalusa ha provato a rinforzarsi perdendo Bono e Papu Gomez, ma portando a titolo definitivo Sow, Lukebakio, Sergio Ramos, Adriá Pedrosa e Mariano Diaz. Ha tenuto il blocco di titolari che si conoscono a memoria, ma non è stato abbastanza per cominciare la stagione con il piede giusto.

Che José Luis Mendilibar fosse un traghettatore esperto di salvezze lo si era detto al suo arrivo in una situazione di classifica tremenda nella primavera della passata stagione. Il corso degli eventi ha poi modificato il suo status e il rinnovo per un'altra stagione sembrava d'obbligo, la soluzione più logica.

L'isolato acuto di Mendilibar

Nella sua carriera si è seduto in panchina 555 volte, quasi tutte nel massimo campionato spagnolo. È in Top Ten degli allenatori con più presenze della storia della Liga, senza essere mai andato oltre il settimo posto (stagione 2011-12 con l'Osasuna). Oltre 200 sconfitte, una media punti di 1.15, qualche retrocessione e mai un contratto con un club che avesse le risorse per puntare all'Europa. Una brevissima parentesi all'Athletic Bilbao a inizio carriera, poi il Valladolid, l'Osasuna, il Levante e il ciclo storico all'Eibar, prima di Alaves e proprio Siviglia.

La sua occasione è arrivata tardi e in modo completamente casuale. Come se nessuno credesse nelle possibilità del tecnico oltre la salvezza. La sua esperienza in campo internazionale è praticamente limitata alle sfide disputate sulla panchina del Siviglia e l'Europa League, unico trofeo conquistato in carriera, resterà probabilmente l'acuto isolato di José Luis Mendilibar.

L'ha guadagnato dopo un'eterna gavetta nei bassifondi della Liga. Si è ritrovato a giocare le fasi finali della specialità di casa con il focus spostato sulla salvezza, ma con la mistica che il Sanchez-Pizjuan ormai genera automaticamente quando sono in programma determinate partite. Ha centrato senza problemi quello che è sempre stato il suo obiettivo e si è esaltato in Europa League, con la vittoria ai rigori di Budapest e una coppa conquistata tra merito, fortuna e sviste arbitrali.

Il comunicato del club

El Sevilla FC ha decidido este domingo, tras reunión de su Comité de Dirección, destituir a José Luis Mendilibar como entrenador del club tras los resultados acumulados en este inicio de temporada. El club quiere agradecer los servicios prestados por el técnico vasco, cuyo papel quedará marcado en la historia de la entidad por la consecución por la séptima Europa League. José Luis Mendilibar ha dirigido al Sevilla en 28 partidos oficiales. Este curso 2023/24 ha registrado un balance de dos victorias, cinco empates y cuatro derrotas. En la temporada 2022/23, desde que se hizo cargo del equipo, acumuló ocho victorias, seis empates y tres derrotas entre LaLiga y la Europa League. El Sevilla FC desea la mejor de las suertes a José Luis Mendilibar en el futuro.

Questo il comunicato con cui il Siviglia ha destituito il suo allenatore. Al di là dell'impensabile successo della passata stagione e della gloriosa storia recente, nel club andaluso sembrano esserci evidenti difficoltà di programmazione, con una rosa di livello, sicuramente, ma che è giunta al termine di un ciclo o per motivi contattuali (scadenza 2024) o per motivi d'età (il Siviglia è tra i club con la media età più alta del campionato - 28.0).

Urge, oltre al consueto cambio di guida tecnica, anche un corposo ricambio generazionale forse troppo ignorato nelle precedenti gestioni e che ora potrebbe portare a un ulteriore ridimensionamento delle ambizioni del club.