Dallo scontro di valori alla "buca di Maspero", Derby di Torino: il calcio diventa storia
Ci cono rivalità storiche, rivalità che infiammano i cuori, che richiamano tutte le attenzioni su di loro, rivalità che indubbiamente ti fanno prendere posizione volente o nolente. Si tratta spesso di opposti, di concezioni diverse che causano una dicotomia. Bianco o nero, destra o sinistra, bene o male, essere o avere. E se è lecito paragonare i massimi sistemi con quelli un po' più piccoli ma sentiti e vissuti allo stesso modo, a questi ultimi si potrebbe aggiungere Messi o Ronaldo, Juventus o Torino.
La cosa interessante è che quando c'è una rivalità la cosa alla quale non si pensa è che entrambe le parti sono degne di nota, perché si sono innalzate a modello racchiudendo al loro interno tutte le persone che vi si rispecchiano. Quindi entrambe vincenti. Nel caso di Juve e Torino la rivalità è la più antica del calcio italiano e una delle più entusiasmanti, da una parte la zebra e dall'altra il toro, nobiltà vs popolo. "Emilio, naturalmente, era per la Juventus, la squadra dei gentlemen, dei pionieri dell'industria, dei gesuiti, dei benpensanti, di chi aveva fatto il liceo: dei borghesi ricchi. Giraudo, altrettanto naturalmente era per il Toro, la squadra degli operai, degli immigrati dai vicini paesi o dalle province di Cuneo e di Alessandria, di chi aveva fatto le scuole tecniche: dei piccoli-borghesi e dei poveri." questa descrizione di Mario Soldati è forse la più esaustiva su questi due modelli (almeno in origine).
Questo derby è il più longevo in assoluto. Ha superato due guerre mondiali e non solo. La prima volta nella quale fu disputato risale al 13 gennaio1907 e vide vittorioso il toro per 2-1. Nel primo decennio di storia calcistica italiana, si è assistito a un Torino da record capace di sommergere la juve per 5 anni consecutivi, rifilandole una delle peggiori sconfitte della sua storia un 8 a 0 vibrante. Per poi passare agli anni '70 e '80 dell'era Pianelli, quando gli inarrestabili granata lasciarono per altrettanti quattro anni le zebre a bocca asciutta.
Fino ad arrivare agli anni 90 dove la Juventus ebbe quasi sempre la meglio, tanto da far diventare questo derby "il più squilibrato d'Italia", poi qualche anno di stop dovuto alle retrocessioni del Torino. Successivamente l'eclissi granata, sparita dai radar per 20 anni. Nei quali sembrava sempre arrivarci così vicina, ma qualcosa andava storto e la Juve usciva vincitrice. Indimenticabile quel 14 ottobre del 2001, quando il Torino riuscì a rimontare da 3-0 a 3-3. Salvo poi veder assegnare un rigore all'ultimo ai bianconeri per fallo di Carri su Tudor in area. Lo stadio è "on fire", tutti in piedi a protestare sapendo che i granata avevano un piede all'inferno. Tutti tranne Maspero, che da rigorista sapeva che l'unica cosa da fare era tentare di sabotare il sabotabile. Seppure in modo leggermente antisportivo mosse una zolla in prossimità del pallone certo che al tiro di Salas avrebbe slittato fuori, o almeno così sperava. Esaudito dal fato, che tuttavia non regalò il derby ai granata, ma almeno non fu sconfitta.
La vittoria arrivò solo il 26 aprile del 2015, quando la rete di Quagliarella decise che era ora di cambiare le carte in tavola, decise che il Torino avrebbe vinto 2-1. Da allora di novo niente granata. Domani si rinnova l'appuntamento, Juve vs Torino. Anche se lo stadio sarà vuoto ciascuno dalle proprie case sa che non è un match come gli altri per la città e non solo. E' il match che mette davanti da sempre due visioni del mondo diverse, due società diverse, due talenti diversi: Belotti e Cristiano. Ma come diceva Eraclito il divenire è proprio nelle mani degli opposti che si scontrano.
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