De Ketelaere commenta le critiche nei suoi confronti e torna sull'addio al Milan

Charles De Ketelaere
Charles De Ketelaere / Giuseppe Cottini/GettyImages
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Un avvio di stagione promettente, condito da un gol e un assist in tre partite, per Charles De Ketelaere, trasferitosi all'Atalanta per rimettersi in gioco dopo un anno decisamente deludente con il Milan. Il belga non è riuscito a mantenere le aspettative e non ha retto le pressioni, ma ora vuole dimostrare tutto il suo talento a Bergamo. CDK ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in cui torna sulla sua esperienza in rossonero spiegandone le difficoltà e rispondendo alle critiche che ha ricevuto

Sui problemi di ambientamento: "Quando arrivi in un posto nuovo c'è molto da fare. Adattarti al paese, al sistema di gioco, alla lingua. Ma naturalmente, se al Milan non ha funzionato, è stata anche in parte colpa mia. Non è stata la stagione che mi aspettavo, ma non me ne pento".

Troppe pressioni: "Non sempre ho raggiunto un alto livello, e entrare a partita in corso come spesso mi è successo non ha aiutato. Non sono un tipo esplosivo, mi sento meglio quando sono in campo per un periodo di tempo più lungo e posso entrare davvero nel flusso di una gara. Le critiche hanno fatto il resto: non leggo sempre i giornali, cerco di isolarmi. Ma comunque le senti e non resti indifferente. Non aver mai segnato è stato un problema: la gente chiede gol e assist, non guarda soltanto alla prestazione. Al Milan ho imparato molto, tatticamente ho maggiore esperienza. In assoluto so di essere diventato un giocatore migliore".

Il Milan ti ha suggerito di andartene? "In parte sì. Ma anche io sapevo che avrei avuto poco spazio. Per tutta l'estate ci sono state trattative di mercato. Mi sono chiesto: aspetto la mia occasione, resto anche giocando un po' meno? O vado in un'altra squadra per mettermi alla prova? La seconda ipotesi mi faceva sentire meglio".