De Laurentiis svela un retroscena sull'acquisto del Napoli e torna sugli addii estivi

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis / Marco Cantile/GettyImages
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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Financial Times. Il patron del club azzurro parla a tutto tondo: dallo Scudetto appena conquistato a un particolare sull'acquisizione della società partenopea, per poi concludere con una considerazione sul calcio italiano.

Sullo Scudetto: "Dopo il mercato della scorsa estate mi è stato chiesto qual era l’obiettivo per questa stagione dopo che hai lasciato andare i giocatori più importanti e ingaggiato persone sconosciute. Quando gli risposto che il mio obiettivo era vincere lo Scudetto, sembrava che stessi bestemmiando. Ma alla fine abbiamo vinto. Abbiamo avuto successo perché ho iniziato ad applicare al mondo del calcio ciò che ho imparato dal mondo del cinema in molti anni. Il mio obiettivo era vincere, pur rimanendo sostenibile finanziariamente", riporta Calciomercato.com

Il retroscena: "Nel 2004 ho messo sul tavolo 37 milioni di euro solo per comprare un pezzo di carta. E abbiamo iniziato la nuova avventura dopo che ho scoperto che il Napoli era vicino al fallimento. A quel tempo non conoscevo le regole del calcio. Quando ho comprato il Napoli, per me, era un territorio completamente nuovo. Ma, per me, era importante mescolare film e sport, fornire contenuti per quella che era in passato la TV e ora le piattaforme streaming".

SSC Napoli's footballer Viktor Osimhen awarded by the Foreign Press Association in Italy
Aurelio De Laurentiis / Anadolu Agency/GettyImages

Sulle cessioni di Koulibaly, Ruiz e Insigne: "La loro voglia di vincere era esaurita. Non ci credevo più. Forse mi sbagliavo. Ma io sono il proprietario. Io decido. Fatto sta che questo nuovo gruppo ha trovato la strada giusta, perché è un’entità sola e non trascinato da un’unica stella".

Sul nostro calcio: "Non progredisce perché le decisioni non vengono prese in fretta. Quando sei un fondo di investimento, cosa sai della gestione di un calciatore? Il problema è che il calcio è composto da due mondi: è uno sport e un’industria.Se non vinci, ai tifosi non importa se sei bravo in bilancio. Per loro, è meglio che tu vada in bancarotta ma devi vincere".