De Rossi commenta la permanenza di Dybala e fa il punto sul centrocampo della Roma

Daniele De Rossi
Daniele De Rossi / Enrico Locci/GettyImages
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Domani sera la Roma ospiterà l'Empoli all'Olimpico nella gara valida per la 2ª giornata di Serie A. Dopo lo 0-0 di Cagliari, i giallorossi cercano la prima vittoria stagionale di fronte al proprio pubblico e per riuscirci potranno contare anche su Paulo Dybala, rimasto nella Capitale dopo aver rifiutato il ricco contratto dell'Arabia Saudita. Della permanenza della Joya, del mercato e della sfida di domani ha parlato Daniele De Rossi in conferenza stampa. Ecco le sua parole (fonte: forzaroma.info).

Quanto può aiutare l'entusiasmo ritrovato per la permanenza di Dybala. Quanto manca alla Roma per completarsi?
"Per completarsi mancano 7 giorni e ci sarà tempo per parlarne. Prematuro fare bilanci ora. La situazione di Paulo è stata emozionante ricca di sali e scendi. Domani i tifosi saranno con noi e lo sarebbero stati comunque. Hanno rinnovato in tantissimi prima che questo diventasse un caso e sono rimasti al nostro fianco. La sua scelta ha scatenato tante reazioni perché ha rifiutato una cifra importante e nel mondo del calcio non è una cosa comune. L'entusiasmo credo ci sarebbe stato comunque e in lui ora vedono uno che ha preso una decisione in funzione dell'amore dei tifosi nei suoi confronti e della squadra. È una bella storia non tanto frequente e loro devono essere orgogliosi. Queste decisioni sono frutto dell'amore che c'è dei tifosi verso i loro beniamini".

L'Empoli rispetto all'ultima volta è cambiata tanto. Non sarà facile prepararla, che gara si aspetta?
"Non è mai facile studiare gli avversari perché possono cambiare in corsa. Conosciamo D'Aversa, non allena da due partite. L'Empoli ha talento. L'ultima partita non la prenderei d'esempio per tanti motivi. Sarà difficile. In queste settimane si è parlato poco delle partite e mi è dispiaciuto. Siamo stati bravi a isolarci ma non è mai facile. Domani se iniziassimo a pensare all'Empoli alle 20.45 sarà tardi. Noi l'abbiamo già preparata e sarà diversa rispetto a quella dell'anno scorso ma non così tanto. Spero che possa essere diverso il risultato".

Il progetto tattico con Soulé, Dybala e Dovbyk è quello che voleva? Arriverà un altro esterno?
"Con loro sotto la punta diventa un 4-2-3-1. Il 4-3-3 è diverso per come lo intendo e ha bisogno di gente che gioca con i piedi sulla linea e questo non lo possiamo chiedere a Paulo. Qualcosa dovremmo cambiarla qualora giocherà lui o se giocherà con Matias. Possono giocare insieme, non c'è preclusione. I giocatori bravi giocano insieme, a volte ne giocherà uno solo, a volte nessuno. Sono due miei giocatori e hanno talento, ma lo hanno anche gli altri. C'è chi ha talento con la palla, chi senza, chi dà equilibrio. In base all'avversario sceglierò chi sarà meglio mandare in campo. Abbiamo altri due esterni che sono El shaarawy e Zalewski e vediamo cosa succederà. Abbiamo anche Joao Costa che ha un futuro assicurato. Abbiamo anche Baldanzi che lo vedo bene da mezzala. Vediamo quello che succederà. Per comprare altri giocatori serve far spazio sia numerico che economico. Come successo con la Juventus che ha venduto Soulé per prenderne altri, succede ovunque. Dalla prossima settimana non vi dirò più vedremo perché non ci sarà più tempo e saremo più consapevoli di chi siamo. Il problema sta a monte. La gestione del mercato rovina e confonde le prime giornate. Le prime partite c'è chi gioca sul mercato e le prime settimane sono un casino. Basterebbe rendersi conto che può finire due settimane prima. Non penso che ci siano allenatori o agenti contrari".

Qualche giocatore domani non sarà in campo per questioni di mercato. Karsdorp verrà reintegrato?
"La società non mi ha mai chiesto di mettere in disparte qualcuno e non lo faremo domenica. Togliamo dagli allenamenti o dalle partite quelli che sappiamo poi partiranno salvo poi ripensamenti. Lo facciamo per evitare che una cessione si complichi per un infortunio. I giocatori che sto tornati dai prestiti meritavano di essere allenati per il loro atteggiamento. Come per esempio Belotti che poi non è tornato, Solbakken, Darboe. Meritavano di essere trattati bene anche perché c'era l'aspetto tecnico che andava di pari basso e magari qualche giocatore che non hai mai allenato può sorprenderti. Hanno fatto un pre campionato eccezionale, avrebbero avuto poi poco spazio e sono andati via. Quella di Karsdorp è stata una mia scelta. Ho comunicato alla società che non faceva parte dei miei piani e questa cosa per me non cambierà. Poi devo ascoltare la società. Loro hanno assecondato la mia richiesta, Rick è un mio amico, un ex compagno però per mille ragioni non era giusto che continuasse con noi. Spero che trovi spazio altrove perché se lo merita. Poi se la società mi dirà che farà parte della rosa lo allenerò perché non ha fatto nulla dio scendo ma diversi fattori tecnici e caratteriali mi hanno portato a prendere questa decisione. Spero trovi una squadra perché è un buon giocatore e merita di giocare".

Ha parlato con la società del rinnovo automatico di Dybala?
"Io faccio l'allenatore e Paulo verrà gestito da un allenatore e della società non posso pensare alle clausole, non so neanche se è vera. E' un giocatore importante e verrà trattato come tale. Come gli altri".

Dybala può essere meno protagonista? Ha in mente una gestione diversa?
"Paulo sa cosa penso perché prima che questo diventasse pubblico ci eravamo confrontati sui suoi desideri, sulle sue idee e io sulle mie. Su quello che volevo fare con lui e cosa mi era piaciuto. Ho sempre parlato in faccia alla gente, non vuol dire che ho sempre ragione ma significa che io sono sempre apposto. Posso cambiare idea a volte ma quando dicevo sa cosa penso mi riferivo a quella decisione. Abbiamo parlato diverse volte e non è cascato dal pero. Per me sono tutti protagonisti, in base alla sua condizione fisica lo gestirò o se non si allenerà bene. Da inizio ritiro non ha saltato un allenamento, tranne quando si è sposato. Io e la società sapevamo che si stava allenando bene e a volte lo gestiremo come faremo con gli altri. A volte lo faremo in base alla partita o all'avversario. Sarà una gestione normale, a voi farà rumore quando sarà in panchina perché è un campione ma io penso sempre alle scelte che mi aiutano a vincere la partita. Faccio le scelte per il bene della Roma".

Il 24 agosto ci sono Celik e Sangaré a destra. Perché questo ritardo?
"Celik ha fatto il titolare nelle partite più entusiasmanti della mia gestione, gioca in nazionale e ha vinto un campionato in Francia. È un giocatore che rispetto. Se arriverà un giocatore in più si giocherà il posto con lui sennò avremo Buba che ha un gran futuro ma è un 2007. Resta in rosa con noi senza discussione ed è il suo desiderio sapendo dal primo giorno che avremo preso un altro giocatore e sicuramente lo prenderemo".

Domenica hai spostato Soulé a destra. Può farlo? Domani giocherà Le Fée?
"Mi convince. Mi piacciono i giocatori che giocano a piede invertito, ma in quei 20 minuti a Cagliari l'azione più pericolosa nasce da un suo cambio di gioco. Alcune cose lì non le può fare come rientrare e tirare col sinistro ma ne può fare tante altre. Gestiremo gli inserimenti in area anche considerano che da quella parte avremo un mancino ma poi vedremo cosa succederà. Per quanto riguarda il centrocampo, vediamo se gioca Paredes. La mezzala la sceglierò in base alle sue caratteristiche. Nessuno esclude che possano giocare Baldanzi, Cristante, Pisilli o Bove. Bryan ci dà una fisicità diversa".

Ci sono tanti ragazzi giovani a Trigoria. Come nasce il percorso per valutare questi giocatori?
"Le Fée, Dahl e Sangaré sono colpi di Ghisolfi. Io do il mio parere sia tecnico e su come possano essere complementari con gli altri. Ho una conoscenza limitata di giocatori. Un ds avrà i suoi contatti con gli scout e ne conosce di più. Sono stati giocatori segnalati da Florent. Conoscevo Soulé e Dovbyk che sono più famosi. L'abilità del ds sta proprio in questo. Il ds fa venti nomi per ruolo poi si decide. Si fa una scrematura normale e a volte prendi il primo obiettivo alle volte il secondo. I nomi che ha fatto lui sono passati sotto i miei occhi e li ho ritenuti forti".

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