De Siervo individua la tecnologia decisiva per combattere il razzismo negli stadi
Quanto accaduto a Udine, nel corso di Udinese-Milan di sabato scorso, ha riportato prepotentemente in ballo il tema del razzismo negli stadi italiani: l'abbandono del campo da parte di Mike Maignan è una ferita ancora aperta ed è logico che le istituzioni calcistiche nazionali si muovano per affrontare il tema, provando a muovere anche passi concreti e non solo formali.
Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera soffermandosi nello specifico sul sistema tecnologico che intende adottare per individuare chi - negli stadi - si renderà autore di comportamenti razzisti (o violenti). Queste le parole di De Siervo:
Il funzionamento del sistema: "Il piano è dotare gli stadi di tutte le squadre iscritte alla serie A di impianti di videosorveglianza in grado di scannerizzare all’ingresso dello stadio i volti di chi vi accede associandoli ai dati anagrafici presenti nei biglietti nominali, così da risalire immediatamente all’identità dei tifosi che si rendano protagonisti di atteggiamenti di discriminazione razziale".
I problemi di realizzazione: "È complesso sia per aspetti giuridici sia organizzativi. I costi sono rilevanti, ma la speranza è riuscire ad approvare il progetto entro la fine di questa stagione. Nonostante la crisi economica conseguente al Covid, la mancata disponibilità dei calciatori a ridursi anche parzialmente gli stipendi, e soprattutto la riottosità della politica a sostenere il nostro calcio di vertice, mi auguro che riusciremo a investire in questa tecnologia perché la riteniamo determinante nella lotta al razzismo e alla violenza negli stadi".