Di Canio e il supergol al Wimbledon durante il "Time of Perfection" di West Ham
"What a magnificent goal!". Che gol magnifico.
Il telecronista sembra aver già intuito che una pagina di storia è appena stata scritta davanti ai suoi occhi. Per questo sceglie una frase all'apparenza così abitudinaria, ma che invece racchiude in sé un valore ben più profondo.
Chi segue la Premier League in lingua originale, sa bene che i commentatori esclamano sempre "What a goal" quando viene siglata una bella rete. Ma in quell'occasione il cronista aggiunge un aggettivo - magnificent - che aggiunge quel senso di straordinario, inteso come extra-ordinario, cioè fuori da quello che accade di solito.
Facciamo un passo indietro. 26 marzo 2000: all'Upton Park va in scena West Ham-Wimbledon, ennesimo atto dell'eterna rivalità tra i due club dell'est di Londra. Tra le fila degli Hammers spicca Paolo Di Canio, attaccante navigato ma che nonostante i suoi 32 anni riesce ancora a fare la differenza nel campionato di Sua Maestà.
Un tempo la Premier non era come la conosciamo adesso: non c'erano i grandi investitori stranieri, i top players giocavano principalmente in Italia e le squadre non erano poi così ricche. Era un calcio semplice, primigenio. Come quello che vedi in strada.
In effetti la rete sfoderata da Di Canio puoi concepirla solo se sei con gli amici sul campo da calcetto, non di certo se giochi con i professionisti. L'ex bomber della Lazio si trovava infatti sul lato sinistro del campo quando arriva un traversone di Travor Sinclair. Quello del terzino sembra un tentativo disperato, ma il difensore del Wimbledon non fa bene la diagonale e in qualche modo il pallone arriva al 10 del West Ham.
Da quella posizione avrebbe più senso colpire di sinistro per metterla in mezzo di prima o, al limite, calciare sul primo palo sperando di guadagnare almeno un calcio d'angolo. Di Canio fa invece la cosa più difficile: si coordina con il destro e la mette sul secondo palo. Il portiere accenna l'intervento, ma non crede che un tiro così inverosimile possa finire in porta. E invece lo fa.
Quando realizza quanto successo, l'attaccante inizia a fare no con la mano destra: neanche lui crede a quanto accaduto. Alla fine l'abbraccio dei compagni lo riporta alla realtà, quel gol l'ha fatto sul serio, non era un sogno.
Alla fine sono proprio gli Hammers ad aggiudicarsi il derby, ma il risultato (un 2-1) va in secondo piano quando si parla di un avvenimento storico.
Qualche anno dopo su quell'esecuzione si è espresso anche Gianfranco Zola, un altro italiano che ha colonizzato la Premier League alla fine degli anni '90. The Magic Box, all'epoca giocatore del Chelsea, ha infatti dichiarato che quel "gol si commenta da solo, è straordinario. Forse molti non riescono a comprendere la difficoltà del gesto che è di una difficoltà incredibile, poi riuscire a piazzarla in un punto inaccessibile per il portiere, che era in una buona posizione, non è cosa da poco. Sono quei gioielli che si vedono raramente e che appartengono a quelle categorie di gol da ricordare per molto tempo".
Nelle interviste a caldo, Di Canio ringrazia il compagno "Trevor e Dio: per me è stato un momento magico, non so come abbia fatto". Da un personaggio fiero come lui questa dichiarazione non ce la aspettavamo. Infatti, a distanza di tempo ritorna sui suoi passi e dichiara di "aver provato quel tiro diverse volte, così tante che era diventato un gesto automatico".
I tifosi del West Ham hanno incoronato quel gol come il più bello mai segnato nello storico impianto di Upton Park. Di Canio, con un po' di nostalgia, definisce i suoi anni con gli Hammers "The Age of Perfection", una sorta di stato di grazia in cui qualsiasi cosa provava gli riusciva. E come dargli torto.
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