Diario di viaggio degli Europei: Turchia, rigori e Insigne
Cos'è il diario di viaggio degli Europei? 90min è un portale che parla ai tifosi, da tifosi. E quale miglior modo di parlare da tifoso, se non raccontare ogni partita dal punto di vista di un tifoso e dei suoi compagni di viaggio? Questa serie racconterà la mia personalissima esperienza di Euro2020(1), partita per partita, segnalando in maniera quasi scientifica ogni stupidaggine, idea tattica, urlo che dovesse risuonare nelle quattro strette mura di una casa universitaria, o tra quelle più larghe di un bar in un vicoletto, e magari, un giorno, in una piazza gremita di gente. Sperando che questo piccolo diario duri il più possibile.
Il prepartita
A Ferrara, oggi 11 luglio 2021, stanno sudando tutti. C'è chi suda perché sta tornando di fretta a casa da una corsetta sulle mura, oppure perché sta pedalando al massimo per consegnare una pizza in tempo o ancora perché, molto semplicemente, fa caldissimo, nonostante siano le otto e mezzo di sera. E poiché sudavano tutti, decido di evitare la maglia di Mkhitaryan della Roma, tanto originale quanto adatta a queste serate afose, e mi dirigo verso la mia "casa degli Europei", la location ufficiale dove guarderò la Nazionale quest'anno. Entro a casa di Giorgio e Andrea e purtroppo l'outfit di tutti noi non è particolarmente emozionante: due magliette più che casuali per me e Giorgio, Andrea a petto nudo per ricercare un po' quell'italianità che sembrava perduta. Io e Giorgio in realtà stiamo ancora aspettando le maglie dell'Italia che abbiamo comprato qualche settimana fa: quella di Baggio del '94 per lui, la terza maglia dello scorso anno (quella verde, per intenderci) di Jorginho per me. Le speranze si affievoliscono giorno per giorno.
La formazione iniziale è: Giorgio sul divano di fronte alla televisione, Andrea su un altro divano laterale io in piedi ad impedire la visuale ad entrambi, un po' per l'emozione, un po' per evitare di appoggiare la birra in posti pericolosi. Intanto, la Rai ci mostra la prima parrucca tricolore. Parte l'inno, un momento solenne. In piedi. Mano sul cuore. Poco dopo l'inizio la regia televisiva mostra due tifosi italiani vestiti da Super Mario e Luigi, per scrivermi un appunto perdo la concentrazione e sbaglio tragicamente il testo, con ancora la mano sul cuore che ora pesa un po' di più per la vergogna.
Il primo tempo
Dopo la seconda parrucca e una ridicola, minuscola Volkswagen che porta il pallone al centro del campo, c'è il fischio d'inizio. Al nome Burak Yilmaz sopraggiungono i ricordi della trattativa che qualche anno fa lo stava per portare nella nostra Lecce, sognando un campionato con lui al posto di Lapadula, ma subito torniamo alla realtà, e la realtà è che adesso è un avversario e non deve segnare, ti prego, fa' che non segni.
Alla prima occasione per Immobile tre frasi brevi e concise che riporterò senza il nome dell'autore:
«Io ti odio Ciro Immobile»
«Io ti amo Immobile, lascialo stare»
«Io il rispetto per i vecchi non lo capisco»
Alla terza parrucca e mezza, si ordinano le pizze: la scelta ricade su una salsiccia e patatine, una solo patatine e una crudo, grana e rucola, la mia, che ammetto di aver preso solo perché era chiamata "Tricolore" e volevo sentirmi il più italiano degli italiani nei modi più stupidi possibili. Intanto viene esposta da Andrea la teoria dei Mario e Luigi perpetui: le persone vestite dai celebri protagonisti videoludici sono in realtà sempre le stesse persone, che seguono la nazionale sin dalla sua prima partita ufficiale, anzi, più che persone sono i nostri angeli custodi. Si dice che nella partita-dramma contro la Svezia di non abbastanza anni fa, non si fece vedere nessun Mario e Luigi...
Al doppio tacco di Insigne che gasa tutti senza alcun motivo valido, visto che si sono risolti in una palla persa, arriva anche Ludovica che decide di stare quindici minuti al telefono cercando di schivare le urla che arrivano man mano, qui riportate in ordine cronologico e pesantemente censurate:
«DATELA A INSIGNEEE, INSIGNEEE»
«MANI, MANI, MANI, RIGORE no, ok non era mani»
«MANI DI NUOVO MANI RIGORE QUESTO L'HO VIST...no, niente»
«CHIELLINIIII NOOOOOOOO»
Ludovica torna: «Gasati?»
Ludovica si unisce ai fan di Immobile, ma i suoi apprezzamenti risultano poco interessati all'ambito calcistico. Comunque un fan di Ciro è sempre il benvenuto. Andrea sottolinea che anche Bonucci è un bell'uomo, anzi, un bell'uomo italiano, ponendo, forse, troppa enfasi su "italiano". Lasciamo correre quest'impeto di nazionalismo e ci dedichiamo alla telecronaca: ancora non abbiamo sentito un nome diverso da Söyüncü (pronunciato Soyunciu) e ci sono forti sospetti che sia l'unico nome della Turchia che Rimedio abbia imparato a pronunciare.
Tra un infarto e l'altro quando la palla sembra scivolare quel centimetro in più tra i piedi di Donnarumma, si discute della somiglianza tra il portiere della Turchia Çakır e il nostro tarantino Andrea, sfociando in una discussione sui Turchi che in qualche periodo avranno pur invaso la Puglia almeno una volta, o no? Non controlliamo per via del continuo assedio all'area di rigore turca da parte degli Azzurri. Insigne, Immobile, Barella, Berardi, Spinazzola, Florenzi, sono tutti lì davanti, cercano spazi e c'è così tanta tensione in casa che siamo tutti seduti sul vuoto, tranne Ludovica che chiede a Giorgio se può appoggiare un piede su una sedia. La risposta è «Sì, ma se segniamo, il piede rimane sulla sedia fino al novantesimo»
Un tocco di mano clamoroso in area di rigore che non viene punito provoca cose che neanche degli asterischi avrebbero mai la forza di censurare, quindi sorvolo e si passa al fischio di fine primo tempo. La pausa viene occupata da un quiz a tema calcistico creato per l'occasione. Provateci anche voi!
Il quiz - Qual è il soprannome di queste squadre?
CSKA Mosca
A. I cavalli
B. I treni
C. Gli astronauti
Amburgo
A. Le anime blu
B. I pantaloni rossi
C. Gli scooter
Eintracht Francoforte
A. La rossa magnetica
B. La diva lunatica
C. Le aquile del Meno
Reading
A. Gli uomini del rock
B. Gli uomini dei biscotti
C. Gli uomini dell'Erasmus
Albacete
A. Formaggio meccanico
B. Le forbici volanti
C. Liquore al miele
De Graafschap
A. Il super soldato
B. Il super angolo
C. Il super agricoltore
Newell's Old Boys
A. La peste
B. Il colera
C. La lebbra
Coritiba
A. Sandalo
B. Fronte
C. Coscia
Ayr United
A. Gli uomini affidabili
B. Gli uomini onesti
C. Gli uomini miti
Estudiantes
A. I pugnalatori di topi
B. I mangiatori di gabbiani
C. Gli adoratori del peccato
Catanzaro
A. La regina del Sud
B. Il timore del Nord
C. Magico
Le risposte sono A-B-B-B-A-C-C-C-A, mentre per il Catanzaro sono corrette tutte.
Il vincitore del quiz è Andrea, che in preda ai festeggiamenti decide di uscire, non si sa per quale motivo, e persino di mettersi una maglietta. Nella pausa osserviamo, in silenzioso rispetto, un cimitero di zanzare morte. Sono 13, ad ora.
Il secondo tempo
Le pizze sono appena arrivate e Giorgio ne approfitta per mostrarci il suo nuovo tagliapizze, che siamo costretti ad utilizzare perché, a quanto pare, è stato pagato più di 5 euro. Dopo pochi minuti l'autogol di Demiral fa urlare mezzo condominio, e tra quelle urla si distingue un "Forza Juve!" da una voce particolarmente familiare. Si racconta fossi io, ma smentisco ogni accusa.
L'Italia continua a spingere, in sottofondo il "Po po po po po poooo poo" che non ci abbandonerà mai e che aspettavamo da troppo, troppo tempo. E mentre pensiamo a tutto quello che abbiamo passato negli ultimi 5 anni, Ludovica sente il nome di Locatelli e parla dell'omonimo chef. Purtroppo, nessuno capisce, sul momento, di cosa stia parlando, anche perché siamo concentrati su un'Italia che sembra ancora bella da vedere, propositiva, uno spettacolo che mancava da tanto in una competizione ufficiale, Nations League a parte, che trovo ancora difficile considerare una competizione di cui mi frega qualcosa.
Mi arriva un messaggio. "Avrei preferito gol di Immobile". Segna Immobile. Di nuovo urla, più volgari questa volta. Il cuore batte un po' più forte del solito, faccio un sorso di birra ormai bollente e io e Giorgio cominciamo a sfruttare sadicamente le assenti conoscenze calcistiche di Ludovica, che ci chiede il nome di qualche giocatore. E così la nostra formazione può annoverare tra le sue fila Gennaro Insigne e Ciro Donnarumma, detto Cicio. Vorrei sottolineare anche l'abilità di Giorgio nell'urlare cori per coprire la voce del telecronista che stava pronunciando il vero nome di Insigne, Lorenzo. Mentre tentavamo di convincerla anche di Ciro Locatelli, segna proprio il capitano del Napoli, ma in questa casa le urla sono state diverse dal resto d'Italia, perché inneggiavano ad un certo Gennarino Insigne. Era importante, anche nella foga del terzo gol, tenere lo scherzo in vita. Quando l'arbitro fischia, ho un sorriso che mi strappa la bocca e quegli anni passati a vedere l'Italia distrattamente o annoiato sembrano finalmente essere serviti a qualcosa. La parte razionale ci dice che è ancora presto, ma quell'altra parte sta urlando troppo forte e non la sente. Abbiamo giocato troppo bene per essere (troppo) pessimisti. Usciamo di casa e andiamo in piazza a sbollentare, nel mentre arrivano anche tutti gli altri, sventolando precoci bandiere e mettendo in mostra le maglie più tarocche in circolazione.
Le parrucche
Per parrucche si considerano tutte le parrucche ricce stile afro che vengono inquadrate dalla Rai. Una parrucca tricolore con un taglio diverso (ad esempio una cresta) vale mezza parrucca. Ho contato 9 parrucche e mezzo, ma vi prego di non andare a controllare.
Le statistiche
È la prima volta che l'Italia segna più di due gol in una partita della fase finale degli Europei.
È la prima volta che mangio una pizza con crudo, rucola e grana, e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Ieri è stato il giorno nella storia dell'umanità in cui più volte si è scritto o pronunciato la parola "Tiraggir".
La frase
"Se Chiellini colpisce la palla col piede destro in area di rigore avversaria è più probabile che faccia autogol"
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