Diario di viaggio degli Europei: Svizzera, Locatelli e Justin Trudeau
Cos'è il diario di viaggio degli Europei? 90min è un portale che parla ai tifosi, da tifosi. E quale miglior modo di parlare da tifoso, se non raccontare ogni partita dal punto di vista di un tifoso e dei suoi compagni di viaggio? Questa serie racconterà la mia personalissima esperienza di Euro2020(1), partita per partita, segnalando in maniera quasi scientifica ogni stupidaggine, idea tattica, urlo che dovesse risuonare nelle quattro strette mura di una casa universitaria, o tra quelle più larghe di un bar in un vicoletto, e magari, un giorno, in una piazza gremita di gente. Sperando che questo piccolo diario duri il più possibile.
Il prepartita
Sono le otto e mezzo. Chiavi, ci sono. Telefono, anche. Birre, prese e infilate nello zaino. Camicia hawaiana sopra l'ancor anonima maglietta, messa, in attesa della maglia di Jorginho. Bene, siamo pronti ad andare. La porta di casa si apre e come il vaso di Pandora rivela al mondo il più grande male: l'afa serale. Ok, almeno la camicia la tolgo. Siamo nuovamente da Giorgio e Andrea, e si parte subito nel miglior modo possibile: una lunghissima lamentela corale su una specifica applicazione per la consegna del cibo che cerca di trarci in inganno con le sue offerte: 15 euro di sconto su 20 euro di ordine, ma solo se è la prima volta che ordini, se ordini con una specifica carta, se il tuo codice fiscale presenta una S e un 6, se hai fatto 14 piroette consecutive e se premi in successione Sinistra, Destra, L1, L2, R1, R2, Su, Giù, Sinistra, Destra. Facciamo tutto e comunque lo sconto non arriva, quindi decidiamo di optare per il prezzo pieno, e una lacrima di sudore solca il mio viso. In compenso, in stanza è apparso magicamente un jetpack. Andrea delizia gli ultimi attimi prima del fischio iniziale con una pillola storica: «Lo sapevate che gli Azzurri erano i partigiani monarchici?» Ringraziamo tutti il nostro personalissimo Alessandro Barbero e poi silenzio, che inizia la partita.
Il primo tempo
L'Italia parte fortissimo, l'entusiasmo della prima partita non è ancora evaporato. La formazione rimane invariata sia all'Olimpico che in casa, con Ludovica che ci annuncia che metterà nuovamente il piede sulla sedia - sai, la scaramanzia - per poi dimenticarsi di questo piccolo rito e rimetterlo per terra. Rimarrà a terra per tutta la partita, ma fortunatamente è andata bene, a quanto pare non era quello il trigger superstizioso. Andrea comincia la sua personalissima guerra con Chiellini, immagino figlia di una forte gelosia nei confronti di Bonucci, che Andrea continua ad ammirare. Tra i suoi insulti assolutamente ingiustificati a Chiellini, inserisce sporadicamente qualche complimento sull'aspetto fisico di altri calciatori, mostrando a mio parere una specie di attitudine lombrosiana al commento tecnico. Quando Andrea arriva a prenderlo in giro per la laurea in economia, il suo j'accuse viene interrotto da un volgarissimo urlo al gol che sblocca l'incontro, proprio di Giorgio Chiellini. Che a sua volta viene interrotto dal più temibile mostro che si aggira ormai tra le note di ogni esultanza. Un mostro chiamato VAR. Non sono contrario al VAR, anzi, ma quando fa così, quando rende inutile e quasi imbarazzante la tua gioia, sopraggiunge una voglia primitivista per un calcio senza tecnologia: niente VAR, niente videocamere, niente fari e un pallone di cuoio cucito un po' male. Fortunatamente l'urlo può ripartire pochi minuti più tardi grazie al gol di Locatelli, su azione iniziata da lui stesso con un lancio senza senso. Al gol ero incredulo, pensavo che quel lancio verso Berardi l'avesse fatto qualcun altro, e invece Locatelli dopo l'apertura al volo si è mangiato 60 metri fino ad arrivare davanti alla porta e insaccarla. Per tutta la settimana pensavo a Verratti e a quanto fosse pericolosa la sua assenza, ma anche con il centrocampista del Sassuolo in mezzo al campo, diamo l'impressione di un equilibrio e di una forza fisica e tecnica che non è inferiore a nessuno in Europa, tranne (forse) la Francia. Andrea, il nostro Alessandro Barbero, mi dice che domani ha un esame, di Storia contemporanea. Capisco che ha bisogno di una mano, e gli dico che l'esame non è troppo difficile e che io ho studiato relativamente poco quando l'ho fatto. Vai tranquillo, e guarda la partita, dai. Sono assolutamente sincero, ma mi accorgo che il tono in cui lo dicevo era lo stesso del diavolo che cerca di tentare Gesù nel deserto a guardare la partita senza pensare allo studio, al lavoro, al futuro e tutte quelle cose che non ci serviranno più se vinciamo l'Europeo, giusto?
Il quiz - A quale compagno di squadra Andrea Belotti ha associato questi animali?
Piccola premessa: l'ansia per la partita, le pizze che arrivano tragicamente durante l'intervallo, le orribili nuove maglie del Barcellona e l'arrivo di una new entry nella casa, Maria Laura, mi hanno deconcentrato e ho scordato di fare il quiz in diretta. Chiedo sinceramente scusa a tutti, questa vittoria non verrà assegnata a nessuno per rispetto di tutti i giocatori.
Il panda
A. Manuel Locatelli
B. Marco Verratti
C. Ciro Immobile
Il leone
A. Bryan Cristante
B. Francesco Acerbi
C. Leonardo Bonucci
L'aquila
A. Giovanni Di Lorenzo
B. Giacomo Raspadori
C. Alex Meret
La gazzella
A. Leonardo Spinazzola
B. Emerson Palmieri
C. Federico Bernardeschi
La volpe
A. Gaetano Castrovilli
B. Domenico Berardi
C. Alessandro Florenzi
Il toro
A. Rafael Tolói
B. Giovanni Di Lorenzo
C. Alessandro Bastoni
Il gorilla (vabbè, questa è facile)
A. Giorgio Chiellini
B. Gianluigi Donnarumma
C. Leonardo Bonucci
Il delfino
A. Matteo Pessina
B. Marco Verratti
C. Lorenzo Insigne
Il cane
A. Lorenzo Pellegrini
B. Federico Chiesa
C. Emerson Palmieri
Il polpo (e non polipo, Andrea...)
A. Jorginho
B. Manuel Locatelli
C. Nicolò Barella
Le risposte giuste sono C-B-B-A-B-A-A-C-A-C.
Se volete anche sapere i motivi di queste scelte, qui sotto il video che sazierà la vostra curiosità (spoiler: poteva impegnarsi un po' di più)
Il secondo tempo
Sapete qual è il problema di questa rubrica? Che io vorrei raccontare il punto di vista di un tifoso qualunque, ma quale tifoso rischierebbe di non vedere un'azione perché chinato sul cellulare a prendere appunti, magari scritti anche bene? E infatti il secondo tempo è davvero scarno di appunti, e tutto quello che ricordo al di fuori della partita sono una chiacchierata tra Maria Laura e Andrea sui Radiohead e su quale fosse il loro album preferito: Andrea dice Pablo Honey, ammettendo di aver voluto fare l'hipster della situazione, Maria Laura è per OK Computer, mentre io cerco di pensare in quale album era presente Just, tanto per inserirmi nel discorso, ma poi ci rinuncio e annego nella mia ignoranza quando arriva il secondo gol dell'Italia, doppietta di Locatelli. "Ma sai che Verratti lo terrei fuori un altro po'?" è una frase che mi balena in testa per un secondo, subito usurpata da un senso di vergogna e pentimento per ciò che ho osato pensare. Verratti, io ti chiedo perdono.
Ora i miei appunti si fanno leggermente confusionari e ci tengo a riportarne uno direttamente, grezzo.
"AAAAAH passaggi Donnarumma difesa NOOO AAAAH"
Questo passo, ermetico e allo stesso tempo profondamente chiaro all'interno di tutti noi, conferma la paura che mi assale quando Donnarumma ha tra i piedi la palla, proprio come nella prima partita contro la Turchia. Ma sento di star acquistando lentamente fiducia, o almeno non sto più avendo attacchi di panico come all'esordio.
Le ripartenze degli Azzurri sono sempre pericolose, l'Italia è esaltante e allo stesso tempo ricca di talenti che in questo Europeo possono consacrarsi: oltre ai giovani Barella, Locatelli, Chiesa, Donnarumma giocatori come Berardi o Immobile sembrano in grado di raggiungere finalmente il vero e proprio apex della loro carriera. Ancora è presto per dirlo, ma il sorriso sui volti di ogni tifoso è già un buon risultato.
Come la scorsa volta, arriva un messaggio su un gruppo Instagram "Dai Ciro". Segna Immobile. Il bomber della Lazio, tuttavia, non convince ancora pienamente Giorgio, che cerca di spronarlo con epiteti forse non gentili, ma sicuramente cattivissimi, terribili, che non ripeterò per paura di ritorsioni legali e da cui mi dissocio pienamente. Certo è che se un tuo compagno di squadra ti associa a un panda, qualcosa da migliorare c'è sicuramente, ma è vero anche che Belotti, in quello sguardo garbato, è probabile che nasconda non poco rancore.
La partita finisce e, da tradizione, andiamo in piazza. Io col jetpack!
Le parrucche
Ho contato soltanto 4 parrucche. Una prestazione un po' sottotono da parte dei nostri capelluti tifosi, ma contiamo di recuperare contro il Galles, perché il talento c'è e si vede.
Le statistiche
Prima di Locatelli, chi è stato l'ultimo centrocampista italiano a segnare una doppietta tra Europei e Mondiali? Giacomo Bulgarelli, storico capitano del Bologna dello scudetto del '64 e vincitore dell'unico Europeo azzurro, nel '68. La particolarità? La doppietta, ai Mondiali del '62 in Cile, avvenne in un altro Italia-Svizzera 3-0.
È record! Ludovica non ha fatto nessun apprezzamento esplicito per nessun calciatore per tutta la durata della partita.
La frase
"Chiesa sembra un giovane Justin Trudeau"
P.S.: Una nostra lettrice, che chiameremo Bea per rispetto della privacy, mi ha bacchettato perché, nella scorsa pagina di diario ho scritto 11 luglio 2021, e non giugno. Chiedo scusa a tutti per questo errore. Grazie, Bea, ora sei contenta? Sei riuscita a mettermi in imbarazzo davanti a tutti.
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