Dieci momenti di José Mourinho a Roma
Un annuncio che ha scosso la mattinata del 16 gennaio 2024. José Mourinho e il suo staff lasciano il club con effetto immediato. I saluti canonici e il classico comunicato d'esonero con cui le società salutano il proprio allenatore.
Ulteriori aggiornamenti riguardo la nuova guida tecnica della Prima Squadra saranno comunicati a breve.
Si conclude così la nota ufficiale che si può rintracciare sul sito giallorosso. Si vociferava, come accaduto spesso, di una possibile svolta della dirigenza del club in caso di sconfitta a Milano. La sconfitta è arrivata e la decisione che divide Roma anche.
José Mourinho si separa dalla squadra giallorossa dopo 138 panchine, con l'ultima nel derby di Coppa Italia contro la Lazio (a San Siro era squalificato). Più di Inter, Porto e Tottenham. Due anni e mezzo impossibili da riassumere in breve.
Ecco 10 momenti del tecnico portoghese a Roma.
1. L'annuncio
A maggio 2021 in molti si interrogano su chi sarà il prossimo tecnico giallorosso. Esperti di mercato producono ipotesi, poi l'annuncio del club che stupisce chiunque. Sarà José Mourinho il nuovo allenatore della Roma. La folla romanista si riversa all'aeroporto e poi a Trigoria (come accadrà altre 3-4 volte nella sua gestione) bagnando d'amore il nuovo corso del tecnico portoghese.
2. La corsa sotto la Sud
5 partite e un pubblico già innamorato. Roma-Sassuolo coincide con la 1000ª panchina in carriera di José Mourinho. I giallorossi stanno pareggiando 1-1 quando El Shaarawy fa esplodere di gioia lo stadio con un gol magnifico nel recupero, portando il suo mister a correre verso la Curva Sud per esultare. Più avanti il portoghese parlerà di reazione spontanea.
3. La trasferta di Bodo
La trasferta di Bodo è una macchia e un passaggio significativo. La Roma ne prende 6 in Norvegia tra lo stupore generale e i drammi anticipati. Poi però cancella quanto successo grazie a un calendario che gli permette di vendicarsi e a un 25 maggio 2022 segnato come giorno indelebile nel calendario dei trofei giallorossi.
4. La Uefa Conference League
È la sua vittoria. Il qualcosa in più in una competizione europea. La Roma aveva fatto bene nel recente passato, ma non era mai riuscita a festeggiare al triplice fischio. Già nel presente la Conference viene ricordata come la vittoria di José Mourinho, senza l'esaltazione singola di qualche giocatore in particolare (come accaduto ad esempio con il famoso tridente Eto'o-Milito-Sneijder). Un discorso che sarà sempre più tagliato sull'apporto del tecnico portoghese al club, come con i trionfi Porto nel 2003-2004.
5. La seconda stagione
La seconda stagione inizia con un Paulo Dybala in più, che sottolinea un leit motiv iconico di questi due anni e mezzo: secondo molti è esclusivamente la figura di Mourinho a trascinare nuovi campioni a Roma. L'ottimo cammino in campionato oscurato dal grande Napoli di Spalletti e una caduta a in primavera che ne ridimensiona gli obiettivi. La Roma è fragile agli albori della primavera, ma in Europa?
6. Il cambio di mentalità europeo
Sulla Conference League i detrattori di Mourinho hanno sempre reclamato lo scarso livello della coppa (che obbligava la Roma a vincerla). Con l'Europa League il portoghese ha alzato incredibilmente il livello, trasformando quella giallorossa nella squadra più solida della competizione e lo Stadio Olimpico in un fortino capace di regalare notti indimenticabili.
7. La Finale di Budapest
Potremmo prendere quella gara (durata 146 minuti) ed estrarne con agilità dieci momenti, tra quanto accaduto durante e dopo la partita. Il vantaggio della Roma, le proteste per le decisioni sbagliate di Taylor, la medaglia d'argento regalata a un bambino, le lacrime di Dybala e le parole di Matic all'argentino, e ancora Mourinho che inveisce nella zona pullman. La più bella però è senza dubbio quella in cui il portoghese raduna la squadra al centro del campo, con un discorso da leader.
8. Il rapporto con i giovani
A Tirana le immagini dei giovani Zalewski e Bove che cantano e festeggiano con i tifosi in Albania e poi tra le strade di Roma. A Budapest un Bove inconsolabile trascinato per mano da Mourinho al centro del campo. In questi due anni e mezzo nella Capitale il portoghese ha regalato la gioia dell'esordio a tanti ragazzi della Primavera. Tanti di quei bambini che adesso hanno l'opportunità di essere il presente e il prossimo futuro del club giallorosso. La palla passa ora al suo successore.
9. L'affetto incondizionato
Nella stagione corrente si sono sentite lamentele riguardo gli scarsi risultati della squadra, ma nessun gruppo allo stadio ha mai apertamente criticato l'allenatore. Un legame che non si scalfisce per qualche periodo negativo, che resterà negli anni a venire con un ricordo positivo.
10. L'aspetto comunicativo
Saremmo incompleti se non citassimo l'aspetto comunicativo. José Mourinho, oltre a tanti temi riguardo le vittorie e lo stile di gioco, ha riportato in Serie A sè stesso, con quello stile apprezzato dai suoi sostenitori e criticato da chi lo definisce esagerato. Rimangono immagini iconiche, conferenze stampa sopra le righe e altre divertenti, proteste eccessive e scene che ne definiscono il carattere e la personalità. Restano due anni e mezzo del José Mourinho giallorosso.