Difesa a tre e attacco eclettico: come giocherà la Roma di Daniele De Rossi
Non appena l'enorme polverone sollevato dall'esonero, tanto inatteso quanto rumoroso, di José Mourinho si sarà dissipato, a prevalere sarà la curiosità legata a quella che sarà la nuova Roma targata Daniele De Rossi. L'ingaggio dell'ex centrocampista nonché bandiera del club è intrigante sotto diversi punti di vista (anche se non mancano le perplessità sul suo conto): in primis per il suo profondo legame con piazza e tifoseria, poi perché la parentesi fallimentare alla SPAL sembra non aver intaccato la sua aura da allenatore predestinato.
Sarà allora l'aria di casa a lanciare definitivamente la carriera in panchina di DDR? Solo il tempo potrà dircelo. Intanto, lo stesso De Rossi ha suonato la carica e, parafrasando le sue prime dichiarazioni dopo la nomina, ha affermato che ciò che conta di più in questo momento sono i risultati, quelli che con Mourinho stavano decisamente venendo meno.
Bisognerà però capire come questi risultati verranno ottenuti e in particolare, riferendosi alla sfera tattica, come giocherà la Roma sotto la guida del suo ex capitano.
Una scelta più continuativa di quel che sembra
Nella sua seconda vita dopo il ritiro dal calcio giocato, Daniele De Rossi ha raccolto solo due esperienze professionali: l'incarico nello staff della Nazionale di Roberto Mancini, durante il quale ha vinto Euro 2020, e la parentesi alla guida della SPAL che, come anticipavamo poco fa, non è stata esattamente un battesimo indimenticabile.
Eppure, quei 4 mesi a Ferrara sono l'unica fonte dal quale attingere per provare quantomeno a capire quelli che possono essere i principi del De Rossi-ball. Potrebbe sembrare un lasso di tempo davvero minimo per sbilanciarsi sulle idee tattiche di un allenatore (soprattutto se non ha mai allenato altri club), ma in realtà è sufficiente per poter intravedere il credo calcistico DDR. Quando si è insediato sulla panchina spallina, De Rossi ha ereditato una squadra che giocava con la difesa a quattro e un centrocampo a rombo alle spalle delle due punte. Un modulo piuttosto codificato del quale però ha mantenuto esclusivamente l'attacco, che ha continuato a comprendere 3 interpreti (due trequartisti alle spalle di un centravanti o un trequartista con due punte). Radicale infatti il passaggio a una ma linea difensiva a 3, con un centrocampo più folto che poteva comprendere - a seconda dello schieramento offensivo - 4 o 5 giocatori in linea.
Riassumendo, nelle 17 partite alla guida della SPAL De Rossi ha adottato il 3-4-2-1, il 3-5-2 o il 3-4-1-2. Vi ricorda qualcosa? Sono gli stessi moduli utilizzati da Mourinho per la maggior parte della sua esperienza alla Roma. Pertanto, sebbene tra DDR e lo Special One ci sia un gap di carriera talmente abissale da sembrare imbarazzante, la scelta di affidarsi mandar via uno dei tecnici più vincenti di sempre per affidarsi a uno alle prime armi sembra più continuativa se consideriamo esclusivamente l'aspetto tattico.
Chi sale e chi scende?
Abbiamo i moduli, adesso però quelle caselle vuote vanno riempite con i giocatori. Sicuramente non sarà De Rossi a mandare in panchina leader come Mancini e Cristante, quest'ultimo elogiato apertamente durante la sua conferenza d'addio prima di passare al Boca Juniors. Anzi, Capitan Futuro potrebbe rilanciare Lorenzo Pellegrini, escluso di pregio nelle ultime uscite mourinhane. Bisognerà vedere se verrà impiegato come di consueto da trequartista, oppure se verrà arretrato in mezzo al campo per aumentare il tasso tecnico del palleggio e per fungere da collante tra centrocampo e attacco, magari al posto di un Bove forse troppo giovane per fronteggiare un momento di crisi come quello che sta passando la Roma.
Sicuramente uno dei protagonisti annunciati sarà Leandro Paredes, ex compagno e grande amico del neo-tecnico al quale ha addirittura chiesto di ereditare la maglia numero 16 al momento del suo ritorno nella Capitale la scorsa estate. Inoltre, la sensazione è che De Rossi voglia puntare sulla vecchia guardia, su calciatori con più militanza romanista alle spalle, quindi potrebbe non esserci più molto spazio per Renato Sanches e Aouar, grandi flop dello scorso mercato estivo.
Per quanto riguarda la difesa, le scelte sembrano pressoché forzate. Premesso che Smalling difficilmente tornerà a disposizione a tempi brevi, finché Ndicka sarà in Coppa d'Africa vedremo Mancini e Llorente come presenze fisse, con Huijsen pronto a ritagliarsi spazio e il convalescente Kumbulla che potrebbe riassaggiare pian piano il campo.
Affrontiamo adesso un tema d'attualità, quello relativo agli esterni. Tra Karsdorp, Celik e Kristensen a destra, e Spinazzola e Zalewski a sinistra, Mourinho non ha mai dato l'idea di avere delle preferenze sulle corsie laterali. Ci aspettiamo diverse rotazioni anche da De Rossi, che avrà ovviamente bisogno di tempo per conoscere i suoi giocatori, ma se c'è una cosa che abbiamo imparato dalla sua SPAL è che ai quarti richiede tanta corsa e sovrapposizioni offensive. Ecco allora che a destra potrebbe rivedersi Celik, impiegato da Mou principalmente in Europa League, mentre a sinistra il discorso appare più delicato: Zalewski è il nuovo che avanza e atleticamente offre più garanzie, mentre Spinazzola ha dalla sua la maggior esperienza e il rapporto personale con DDR, con il quale ha condiviso la spedizione azzurra per Euro 2020.
Uno dei compiti del tecnico sarà quello di tutelare il più possibile Paulo Dybala. A differenza di quanto visto con Mou, De Rossi non parlerà mai di una Roma Joya-dipendente e uno dei suoi compiti sarà quello di discernere la manovra offensiva giallorossa dalla qualità dell'argentino. Per farlo potrebbe affiancare a Romelu Lukaku, che sicuramente sarà il terminale della squadra, un'altra punta. Magari quell'Azmoun che ha sempre fatto bene a partita in corso, oppure un Belotti che, come dicevamo per Spinazzola, gode della fiducia dell'allenatore.
Le possibili soluzioni tattiche della Roma di De Rossi
Fatte queste premesse e analizzata la situazione attuale in casa Roma tra assenti e infortunati, l'ipotesi più percorribile della gestione De Rossi porta a un 3-4-1-2 in cui Cristante verrà arretrato al centro del terzetto difensivo per sopperire all'emergenza numerica in quel reparto. A completare la linea ci penseranno Mancini e Llorente, mentre Huijsen sarà il primo cambio.
I quarti di centrocampo potrebbero essere Celik e Spinazzola, che a nostro avviso sono quelli che offrono il giusto mix tra tenuta fisica, personalità e tecnica individuale. In mezzo Paredes sarà deputato a far girare il pallone e al suo fianco potrebbe esserci un Pellegrini pronto a tutto pur di tornare faro di questa Roma.
A Dybala verrà concessa tantissima libertà. La Joya può partire da trequartista per svariare su tutto il fronte e imbucare per le punte. Una di queste sarà certamente Lukaku, le cui sponde potrebbero essere raccolte da un altro attaccante che gli girerebbe attorno, probabilmente Azmoun.
Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Cristante, Llorente; Celik, Paredes, Pellegrini, Spinazzola; Dybala; Azmoun, Lukaku. Allenatore: Daniele De Rossi.