Diritti TV, stadi e sponsor: il Mondiale per Club 2025 rischia di saltare?

Infantino si sta adoperando per salvare un progetto ambizioso ma ricco di criticità
Infantino
Infantino / Justin Setterfield/GettyImages
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La marcia di avvicinamento al Mondiale per Club 2025, il primo nella sua versione allargata e profondamente rinnovata, si sta rivelando particolarmente critica e ricca di aspetti ancora da chiarire. Il progetto della FIFA è a dir poco strategico, con interessi enormi in ballo, ma a questo punto le incognite sono tali - spiega La Gazzetta dello Sport - da indicare addirittura come a rischio l'inizio della competizione programmata dal 15 giugno al 13 luglio 2025. Juventus e Inter, le due italiane coinvolte, sono ovviamente direttamente interessate agli sviluppi (o alla mancanza di sviluppi su dati fronti) e il quotidiano fa il punto sulle criticità principali in ballo.

Diritti TV, stadi, sponsor e troppi impegni

C'è il tema dei diritti TV: i termini per le offerte per la trasmissione in America, Asia, Medio Oriente e Nordafrica sono scaduti, il presidente FIFA Gianni Infantino si è mosso organizzando un'apposita unità di crisi, convocando le TV. La FIFA ovviamente non vuole prendere in considerazione l'idea che il torneo possa saltare: un auspicio in ballo per dare una spinta decisiva è quello di un interesse da parte dell'Arabia Saudita (che ospiterà il Mondiale 2034). Per il momento, però, si tratta semplicemente di una suggestione.

Accanto al discorso dei diritti TV c'è il tema stadi da considerare: non c'è chiarezza sugli stadi che ospiteranno il torneo negli USA, un discorso che tra l'altro (per via dei diversi fusi orari) comporta ostacoli proprio sul fronte della trasmissione televisiva dell'evento e dell'appetibilità da quel punto di vista. La FIFA ha dovuto registrare il fallimento della trattativa con Apple per i diritti TV, un aspetto che - insieme all'assenza di certezze sugli stadi - fa sì che anche gli sponsor non siano invogliati a investire e a vedere nel torneo una grande opportunità, così come immaginato a suo tempo dalla FIFA.

L'abbondanza di partite poi, in un contesto sempre più saturo da questo punto di vista, fa sì che - come ricordato anche da Ancelotti mesi fa - per i grandi club non valga la pena (alle cifre in gioco) prendere parte al torneo. Un calendario già intasato dovrà fare i conti dunque con un nuovo impegno, che coinciderà tra l'altro con Europeo Under 21 e Gold Cup oltre che con la sessione estiva di mercato (e che porrà il problema dei contratti in scadenza a fine giugno, proprio nel vivo della competizione). Le criticità sono complesse e numerose, sotto gli occhi di tutti: il fronte che si oppone al nuovo Mondiale per Club è già nutrito e, alla luce di quanto detto, ha diversi presupposti logici per cui mantenere un atteggiamento critico.