Dove può arrivare davvero questo Napoli?

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Marco Luzzani/GettyImages
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Provate a pensare a un iceberg: la punta che si intravede fuori dall'acqua molto spesso è solo una piccola parte di tutto quello che invece è sommerso e non si vede. Ecco, il Napoli di Luciano Spalletti è come un iceberg, dove la punta è tutto quello che si vede all'interno del rettangolo verde ma che è sostenuto da una massa solida, forte alla base.

In estate si è parlato tanto, troppo, di una squadra in rifondazione dopo gli addii di senatori come Insigne, Mertens e Koulibaly, quando poi in realtà lo straordinario lavoro di dirigenza e allenatore ha fatto sì che i nuovi arrivati non facessero rimpiangere i loro predecessori. Questo è stato possibile solo grazie al fatto che il Napoli è già una squadra ben collaudata, con principi di gioco chiari ma soprattutto con un'identità riconoscibile, e qualsiasi calciatore provi ad essere inserito in un contesto simile non può far altro che esprimere al massimo il suo potenziale migliorando giorno dopo giorno.

Effetto Kvaratskhelia

Basti pensare a Kvaratskhelia, l'emblema del modus operandi del club partenopeo, giocatore seguito da tanto tempo ma con una valutazione decisamente alta per tanto tempo (30 milioni du euro). Nel momento in cui le condizioni erano favorevoli per una sua cessione, il Napoli era in prima fila per acquisirne le prestazioni, grazie appunto ai rapporti curati in maniera eccellente in questi anni tra il club e i suoi agenti. Una volta arrivato, si pensava avesse bisogno di tempo per adattarsi ad un Paese, prima che ad un campionato, completamente diverso rispetto al precedente. E non solo, su di lui pesava anche il difficile compito di sostituire il capitano, un figlio di Napoli come Lorenzo Insigne.
Sul modo in cui è andata poi, beh, lo sappiamo tutti.

Dopo questo inizio di stagione assolutamente straordinario per il Napoli, la domanda che sorge spontanea è: "dove può arrivare quest'anno la squadra di Spalletti?".

I meriti di Spalletti

Molti sostengono che, come lo scorso anno, arrivati nella fase clou della stagione i calciatori comincino a perdere certezze, dettate anche da una rincorsa ossessiva ad uno scudetto che in casa Napoli manca da 32 anni. In realtà quest'anno sembra che ci sia un'aria diversa attorno al Napoli, un'aria nuova, un'aria di freschezza data anche un po' da quella sana incoscienza posseduta dai più giovani, unita ad una consapevolezza dei propri mezzi maggiore rispetto alla passata stagione.

Perché se lo scorso anno il Napoli poteva contare su giocatori di carisma come Insigne, Mertens e Koulibaly, quest'anno - con il loro addio - molti calciatori un po' "oscurati" dalla loro presenza hanno tirato, e stanno tirando fuori il meglio di sé. Giocatori come Mario Rui, Di Lorenzo, Lobotka, Zielinski e anche lo stesso Osimhen sembrano aver acquisito una maturità e una consapevolezza dei loro mezzi decisamente diversa. E a tutto ciò va dato merito a Luciano Spalletti, che ha plasmato un gruppo di calciatori rendendolo una squadra vera e propria, in perfetta sintonia con un intero popolo come quello napoletano.

Dove arriverà il Napoli a fine stagione nessuno può saperlo, ma la sensazione che qualcosa di grande e che possa durare nel tempo sia già nato è assolutamente tangibile.


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