Dove può crescere ancora Michael Kayode?

  • Kayode da promessa a realtà in casa Fiorentina
  • La fiducia di Italiano e della società: verso il rinnovo
  • Non solo velocità e forza: dove può ancora migliorare?
Kayode
Kayode / Ivan Romano/GettyImages
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Chi immaginava il gol decisivo in finale degli Europei U19 come apice del 2023 di Michael Kayode, al di là del peso specifico di quel momento, non stava tenendo in considerazione la possibilità di un impatto sulla Serie A come quello a cui stiamo assistendo. Non era del resto scontato immaginare che Italiano desse fiducia, nell'immediato, a un classe 2004 in un ruolo tutto sommato coperto nella Fiorentina, con la titolarità di Dodò come punto fermo e con Pierozzi che (alle spalle del brasiliano) sembrava la riserva designata.

La presenza di due concorrenti più accreditati non era il solo fattore che, di base, poteva spingere a diffidare da un'esplosione immediata: Italiano ha dimostrato fin qui di dare fiducia ai giovani solo in modo graduale, basi pensare a Bianco nella scorsa stagione, e senza dunque gettare nella mischia in modo audace i calciatori più brillanti del vivaio. Come spesso accade, però, a sancire un epilogo diverso da quello atteso contribuisce una serie di circostanze più o meno fortuite, anche al di là dell'indubbio talento di un singolo (già visibile in Primavera).

Una fiducia ben riposta

Il coraggio e la fiducia mostrati da Italiano hanno un loro peso, considerata la maglia da titolare assegnata a Kayode al debutto in campionato a Marassi, debutto assoluto in un campo comunque ostico anche per i più esperti. Gli 81 minuti del Ferraris, in una serata trionfale per i viola, hanno consegnato al popolo gigliato l'idea che la promessa di cui si parlava da mesi non fosse soltanto l'ennesima meteora, presentando invece basi solide per costruire una realtà, un giocatore in grado di far parte della rosa in modo stabile.

Italiano è tornato prudente, dopo l'exploit iniziale di Kayode, tornando a utilizzarlo in campionato soltanto a Udine (alla quinta giornata) dopo l'uscita dal campo di Dodò. Siamo dunque alle classiche sliding doors, a quegli eventi più o meno casuali che condizionano il destino: il grave infortunio di Dodò ha contribuito ad accelerare i tempi dell'inserimento di Kayode, il timore di poterlo "bruciare" però ha subito lasciato spazio a conferme, divenute poi ancor più granitiche col successo viola a Napoli prima della sosta e con ottime prestazioni come quella contro il Cagliari (condita da un gol propiziato e da un salvataggio sulla linea).

La vittoria sul Napoli ha consegnato ancor di più Kayode alla ribalta nazionale, per il duello senza esclusione di colpi con lo spauracchio Kvaratskhelia, e anche in casa viola la fiducia è al massimo: il rinnovo fino al 2028 è ormai questione di ore, come timbro sul futuro. Le qualità del calciatore sono evidenti e sono divenute via via più nitide, anche dopo la crescita mostrata in Primavera nella scorsa stagione, con Aquilani. Si parlava, nel 2022/23, di un prospetto versatile, impiegato anche a sinistra o come quinto di centrocampo, ma Italiano sta dimostrando come il futuro di Kayode sia quello di un laterale difensivo in una difesa a quattro, ruolo in cui si sta affermando con stabilità.

Dove può migliorare ancora Kayode?

Le qualità atletiche e fisiche sono sempre state quelle su cui si è posto il focus, anche negli anni scorsi, ed è evidente che anche oggi lo scatto di Kayode, la sua capacità di saltare l'uomo o di recuperare quando è apparentemente in svantaggio rubino l'occhio, emergano rispetto al resto. Ciò che, però, sposta ulteriormente il livello e ci propone qualcosa di più di una "promessa" è il discorso connesso alla personalità e all'intraprendenza: già a Marassi, dopo una prima parte in controllo dal punto di vista difensivo, Kayode ha ingranato una marcia diversa, osando di più, saltando l'uomo con efficacia e spingendo con continuità (sia restando largo che accentrandosi, anche senza palla).

Michael Kayode
Kayode / Gabriele Maltinti/GettyImages

Si tratta di un calciatore in grado di prendersi dei rischi, talvolta anche in zone pericolose del campo e contro avversari più esperti: fin qui tale indole ha ripagato con gli interessi, soprattutto grazie allo strapotere atletico, e probabilmente un aspetto chiave a quello di saper dosare (nel corso della partita) i momenti in cui osare e quelli in cui tirare il freno. Un discorso ancor più valido dal punto di vista della generosità: Kayode non si risparmia mai, si trova spesso coinvolto in spettacolari recuperi in fase difensiva o in scatti brucianti sulla trequarti avversaria, una situazione che ha fatto sì - di recente - che il giocatore arrivasse ai minuti finali in debito d'ossigeno (comprensibilmente).

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Al di là degli aspetti di gestione delle energie e di capacità di alternare audacia e prudenza, dunque, la strada di Kayode appare ben indirizzata, con prestazioni che peraltro (come accaduto a livello giovanile) crescono col crescere della fiducia e della serenità conseguente: un circolo virtuoso, questo, di cui si hanno già prove concrete.