Dybala parla del rapporto con Mourinho e apre alla maglia n°10 della Roma

Paulo Dybala
Paulo Dybala / Giuseppe Bellini/GettyImages
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La Roma si appresta ad affrontare il momento clou della sua stagione, con il quarto posto e l'Europa League che rimangono gli obiettivi da raggiungere per i giallorossi. Servirà però il miglior Paulo Dybala per regalare ai tifosi un rush finale indimenticabile. Proprio l'argentino si è raccontato ai microfoni di Dazn in una lunga intervista in cui ha parlato, tra le altre cose, del suo arrivo nella Capitale e del suo rapporto con José Mourinho.

L'accoglienza a Roma: "La gente qua è caldissima e incredibile. Fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire questo calore. Sentire l’inno dei tifosi della Roma prima della partita è qualcosa di unico. Vivere una cosa del genere è come stare di fronte a un’opera d’arte”.

Com'è nata la Dybala Mask? "La storia della Dybala Mask nasce un po’ qua al Colosseo. Da bambino guardavo tanti film su Roma, la città, i gladiatori. Il film 'Il Gladiatore' l’avrò visto 20 volte più o meno. Dopo un momento difficile della mia carriera da cui dovevo venire fuori in qualche maniera, ho pensato subito a questa esultanza. Alla gente è subito piaciuta e allora continuo a farla".
“Quando Tiago (Pinto, ndr), il direttore, ci ha contattato ed é emersa questa possibilità mi sono venute in mente queste cose (i film su Roma, la maschera del Gladiatore, ecc… ndr) e non potevo non pensarci. Mi sono detto ‘devo far qualcosa in questa città'".

Su Abraham e Cristiano Ronaldo: "Abraham è un giocatore giovane ma con molta esperienza. Ha vinto la Champions, l’anno scorso ha segnato tanti gol pesanti con la Roma. Sicuramente possiamo fare molto meglio di quanto stiamo facendo. Ci stiamo conoscendo e cerchiamo di fare il massimo, speriamo che in queste ultime partite possiamo dare alla Roma i gol che servono per arrivare in Champions. Con Cristiano sono stati tre anni belli, la squadra era molto forte e lui ci dava qualcosa in più. In Argentina è molto sentita la rivalità tra Messi e Cristiano, io ovviamente da bambino son sempre stato dalla parte di Messi. Una volta stavamo andando a giocare una partita, io stavo in fondo all’aereo e lui era seduto più avanti. A un certo punto del volo, lui è venuto da me a parlare sia di calcio sia di tante altre cose. Parlavamo in generale della nostra vita e a un certo punto gli ho detto ‘Io da bambino praticamente ti ho odiato’. Ci siamo fatti due risate su questa cosa e fra noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto, un bel dialogo".

Su José Mourinho: "Josè Mourinho ha un’immagine e un potere importante per tutto quello che rappresenta nel mondo del calcio. Sì, sarebbe un buon giocatore di scacchi. Prima di arrivare qui alla Roma ci siamo sentiti due volte e mi ha chiamato quando stavo ancora a Torino. Lui è molto bravo quando parla e quando vuole entrare 'dentro' qualcuno. Ho sentito con lui un feeling speciale: è difficile nel mondo del calcio trovare qualcuno che ti dica le cose in faccia in modo sincero. Con lui ho un rapporto diretto e sincero, ci confrontiamo tanto. Vogliamo il meglio per la gente. Lui ha fatto la storia del calcio. È molto sincero, è bravo a preparare le partite. Quasi tutte le cose che ti dice, poi in campo succedono. Capisce il calcio molto bene, lo testimonia il fatto che ha vinto quasi in tutte le squadre che ha allenato. Nel gennaio 2022, Mourinho si è avvicinato a me durante Roma-Juventus 3-4 e mi ha detto 'Sei un fenomeno'? E' vero, è òa prima cosa che mi ha ricordato quando mi ha chiamato. Non mi era mai successo che un allenatore di un’altra squadra facesse una cosa del genere durante il gioco. Contro il Manchester in Champions, quando ancora giocavo nella Juve, avevamo discusso, ero andato a dirgli che non aveva bisogno di fare quel gesto. Ma quell’episodio è rimasto sul campo".

Prenderesti mai la 10 della Roma? "Il numero 10 della Roma sarà sempre Francesco Totti. Così come per Del Piero lo sarà per sempre nella Juve. Alla Juve me lo chiese direttamente la società di indossare la 10 ed è stato un enorme piacere. Succederà anche alla Roma? Mai dire mai... Ovviamente sarebbe una responsabilità unica. Il mio ruolo nella scacchiera giallorossa? Il Re è Mourinho, mentre la Regina è tutta la squadra. Non dite che sono io: piuttosto mi sento un pedone.... Il rigore calciato durante la finale del mondiale? Sono sincero, in quel momento ero molto freddo. Da quando ha sbagliato il rigore il giocatore della Francia prima di me, sapevo già dove avrei tirato e sono andato sicuro al 100%. E la palla è entrata”.