El "Tico" Keylor Navas, storia di fede e umiltà
E' sempre stato difficile credere ai miracoli, figuriamoci nel 2020. Ma c'è chi ci ha sempre creduto fermamente, c'è chi prima di ogni partita si inginocchia a pregare per la buona riuscita. C'è chi come Keylor Navas, non avendo avuto le scarpette ed un campo da calcio dove allenarsi come gli altri bambini, si è aggrappato alla fede e alla speranza che un giorno anche lui avrebbe calcato il terreno di uno stadio. Ma il miracolo per definizione è qualcosa di grandioso, infatti el "tico" non poteva immaginare che quello stadio sarebbe stato il Bernabeu, che sarebbe stato quello di una finale di Champions e che in quello stadio sarebbe diventato il miglior portiere in Europa e nel mondo.
Keylor Antonio Navas Gamboa nasce a San Isidro de el General, in Costa Rica, il 15 dicembre 1986. Nato da una famiglia di umili origini, ben presto si trovò a vivere solo con la sorella e la nonna perchè i genitori si videro costretti a partire per gli Usa in cerca di lavoro e fortuna. Così il piccolo Navas non poté iscriversi ad una scuola calcio come gli sarebbe piaciuto. Quando finalmente il padre e la madre riuscirono a mettere da parte qualche risparmio, Keylor fu comunque scartato dalla scuola calcio Pedregosso, perché a loro parere non idoneo. Chissà quante volte si saranno pentiti vedendolo sollevare 3 Champions. A nove anni però qualcosa cambia e la squadra a lui più vicina, il Deportivo Saprissa, decide di dargli un'opportunità. E Keylor non deluse le aspettative, giocò lì dieci anni vincendo sei scudetti. Non è e non era certo un portiere gigante come ci si aspetterebbe, ma proprio per questo è da apprezzare maggiormente, perchè comunque dimostra uno stile ed un'agilità sorprendenti che gli sono valse il nome di "Mr. Save", il signore dei salvataggi, e non salvataggi qualsiasi, ma con uno stile tutto suo che emula il volo di un uccello.
L'eco del suo talento giunse di là dall'oceano, nel vecchio continente e più precisamente in Spagna dove l'Albacete decise di ingaggiarlo. Giocò quasi tutte le partite del campionato e la stagione successiva passò in prestito al Levante che gli concesse l'opportunità di apparire in Liga, salvo poi essere riscattato dal club castigliano. Giocò lì fino al 2014 quando fu chiamato in nazionale in occasione dei mondiali. In quell'occasione si dimostrò incredibile, trascinando la piccola squadra "materasso" del girone fino ai quarti di finale. Il Costa Rica fu sicuramente una delle nazionali rivelazione di quel mondiale e Keylor Navas fu a più riprese Man of the Match, a forza di parare rigori e mettendo in scena salvataggi acrobatici degni di un circense.
Così, il Real Madrid reduce dal recente addio di Iker Casillas era in cerca di un sostituto e Navas si prestava bene. Inutile dire che i tifosi delle merengues non sentirono affatto la mancanza di Iker. Navas riuscì a vincere con i compagni 3 Champions League e altrettanti mondiali per club, diventando il primo portoricano a farlo. Amato dai tifosi per l'estrema umiltà e per "dar misa", pregare, prima di ogni incontro, gesto che evidentemente gli ha portato bene. L'esperienza per lui non finisce a Madrid, nel 2019 viene prima ceduto in prestito e successivamente acquistato dal Paris Saint Germain, con il quale ha già vinto il campionato.
Numeri da un gran portiere, numeri più grandi forse di quel miracolo che si aspettava Navas da bambino, numeri di un calciatore che non solo compiace Dio ma anche i suoi tifosi.
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