Eriksen: "Ho vissuto un miracolo. Il ritorno? Ho fatto tutti i test, sarà speciale"
Christian Eriksen, ex centrocampista dell'Inter oggi al Brentford, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della BBC. Il giocatore danese è tornato sul malore avuto durante gli ultimi Europei, oltre a soffermarsi sul ritorno in campo. Ecco quanto emerso.
Sulle persone che gli sono state vicine: "La prima cosa che devo esprimere è la mia gratitudine. Sono grato alle persone intorno a me, ai miei compagni di squadra, ai primi soccorritori sul campo, poi ai medici e ai paramedici dell'ospedale. Grazie per tutti i messaggi che hanno supportato me e la mia famiglia di fronte a ciò che hanno passato. E' stato fantastico riceverli. Sono molto fortunato di poterlo dire, avrei potuto anche non essere qui. Ho avuto sfortuna in un posto fortunato. Non voglio che nessuno lo viva, ma non mi sarei mai aspettato che accadesse qualcosa di simile a me quando è successo, ma sono stato fortunato visto dove è successo".
Sul malore: "Tutti intorno a me hanno agito rapidamente. Sono davvero grato ai medici. Hanno avuto i mezzi per rianimarmi rapidamente e ci sono riusciti. Sono grato al 100% per questo. Non ho intenzione di cambiare il mio stile di gioco. Negli ultimi sei mesi ho avuto tempo per disciplinarmi e fare del lavoro aggiuntivo. Quindi ora posso essere migliore rispetto al passato. Non è solo calcio. Non vedo alcun motivo per cui non riesca a raggiungere lo stesso livello. Ricordo tutto tranne quei cinque minuti. Poi hanno detto che erano cinque minuti. Ricordo la rimessa in gioco, la palla che mi ha colpito il ginocchio, ma non so cosa sia successo dopo. C'erano delle persone intorno a me e ho sentito una pressione nel petto, cercando di riprendere fiato. Mi sono svegliato, ho aperto gli occhi e ho visto le persone intorno a me. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo" riporta FcInterNews.
Sull'accaduto: "Poi ho pensato: 'È successo qualcosa al mio piede? Mi sono rotto la schiena? Posso alzare la gamba?'. Questo mi è passato per la mente mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo". Poi qualcuno nell'ambulanza ha detto, 'Quanto è stato privo di sensi?' L'ho sentito dire e qualcuno ha risposto: "Cinque minuti". È così che mi sono reso conto per la prima volta di essere stato privo di sensi. Un miracolo? Assolutamente. Diventerà più chiaro per me man mano che mi avvicinerò a una partita reale. Essere in uno stadio, in una partita, provare quella sensazione, quell'adrenalina".
Sul ritorno in campo: "Volevo passare attraverso tutti i test e parlare con i medici e vedere cosa fosse possibile fare. Penso che dopo una settimana o giù di lì abbiano detto: 'L'ICD è stato inserito ma nient'altro è cambiato. Puoi andare avanti con la tua vita normale e non ci sono ostacoli a ciò che puoi fare'. Ero sollevato, vero, ma anche strano. Non volevo rischiare. Quindi ho fatto un sacco di test per essere sicuro. Non vedo alcun rischio. È stato inserito un defibrillatore, quindi sono al sicuro se succede qualcosa. Ad essere onesti, non sono proprio giù di morale. Da quando è successo ho fatto testare tutto, ero davvero determinato ad andare passo dopo passo con il piano che avevo con il mio medico. È stato lento e ci è voluto del tempo per essere testato completamente. La mia famiglia è stata di grande supporto. Sapevano che volevo tornare e volevo ottenere il via libera se possibile. Sapevano anche che se avessi saputo che nel frattempo sarebbe successo qualcosa, qualcosa di peggio, non avrei continuato. I medici hanno detto che potevo fare qualsiasi cosa. Ho avuto il via libera e va tutto bene per il futuro".
Sulle sue condizioni e sul Brentford: "Ho fatto un sacco di corsa e test. Quindi sono in buone condizioni fisiche, ma vedrai il tocco del calcio alle partite. Posso giocare in questo momento se l'allenatore lo ritiene opportuno e vuole che giochi. Ma lo affrontiamo giorno per giorno. Il Brentford? Per me e la mia famiglia è stato perfetto. Conosciamo già la zona. E' vicino a dove viviamo da anni nel nord di Londra. La prima partita? E' stato un lungo periodo di attesa e preparazione. Sembra che si stia avvicinando, ma sono paziente per il tempismo giusto. Ma dopo sette o otto mesi sarà davvero speciale poter tornare in campo e giocare. Sarà fantastico".
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