Erling Haaland è l'attaccante giusto per il City di Guardiola?
Quando Erling Haaland lasciò il Salisburgo per accasarsi al Borussia Dortmund pochi avrebbero scommesso che sarebbe diventato il calciatore più desiderato a livello mondiale, forse anche più di Mbappè. I numeri dell’orso norvegese non hanno eguali mentre si fa a fatica a pensare che un classe 2000 in pochi anni di attività professionistica sia arrivato a collezionare record su record.
Il Dortmund lo acquistò essendo consapevole della sua forza, difatti con la maglia del Salisburgo aveva già dimostrato di tenere testa alle migliori difese europee. Ricordiamo ad esempio la battaglia fatta con Kalidou Koulibaly, sia al San Paolo che alla Red Bull Arena: il norvegese superava con nonchalance quello che all’epoca, e probabilmente anche oggi, era considerato il più forte centrale del mondo. E mentre i tifosi si stropicciavano gli occhi mentre lo vedevano correre con la palla al piede, quasi come fosse un treno, al norvegese appariva semplice gareggiare in questi contesti quando appena due anni prima il massimo che poteva affrontare era il Rosenborg con la maglia del Molde.
Haaland al Manchester City: è la scelta giusta?
Oggi però le cose sono cambiate. Il Borussia Dortmund, per ragioni evidenti, non può permetterselo per sempre. Il numero 9 scalpita per raggiungere una squadra ancora più blasonata dei gialloneri che gli sappia dare anche qualche gioia europea. Questa squadra si chiama Manchester City ed è allenata da Pep Guardiola, uno che ha conosciuto e valorizzato valanghe di calciatori. Da questo punto di vista l’operazione Haaland, in un certo senso, appare simile a quella messa in piedi dal Paris Saint Germain l’anno scorso (le cose per i francesi a lungo andare, come ben sappiamo, non sono andate benissimo).
Ma se da un certo punto di vista sarà fantastico valutare le prestazioni dello scandinavo in terra inglese, al contempo c’è da vedere se effettivamente lui sia perfetto per lo schema di Guardiola. Il mister spagnolo, tralasciando Zlatan Ibrahimovic al Barcellona e Robert Lewandowski al Bayern Monaco, non ha mai avuto una punta di peso in avanti. Per un allenatore abituato ad uno come Gabriel Jesus o a un Jack Grealish falso nueve sarà molto dura inserire Haaland, perché sì, è un fenomeno e tutto il resto, ma l’adattamento in avanti non è così facile nemmeno per un colosso come lui.
In Inghilterra poi è faticoso trovare una propria dimensione, capita solo ai veri campioni di riuscire a segnare caterve di goal in un campionato considerato giustamente molto complicato nel quale nessuno ti guarda in faccia. Devi correre, scalpitare, sfruttare ogni centimetro del campo anche contro avversari che appaiono di poco conto o comunque considerabili di secondo livello rispetto a formazioni come Liverpool, Chelsea, Manchester United e via discorrendo.
Quindi in conclusione: Haaland è un giocatore da Premier League, o meglio è una punta da Manchester City? La risposta è sì, anche se il norvegese dovrà faticare più del previsto per capire bene i meccanismi del calcio inglese, del tutto differenti rispetto a quelli assaggiati in Austria o Germania.
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