ESCLUSIVA | Palomino: "Vogliamo lottare con Juventus e Inter fino alla fine. Gasp è un maestro"
L'amore per Bergamo, il feeling con il Papu Gomez e Gian Piero Gasperini e la voglia di migliorarsi giorno dopo giorno per portare l'Atalanta sempre più in altro e inseguire il sogno di indossare la casacca dell'Argentina e magari chissà, vincere quella Coppa del Mondo solo sfiorata da Messi nel 2014 e sollevata al cielo da Maradona nel 1986. Alla sua quarta stagione con la maglia della Dea, José Luis Palomino, si è raccontato in esclusiva ai microfoni della nostra redazione spagnola, parlando della straordinaria cavalcata in Champions League nella passata stagione che ha portato i nerazzurri a sfiorare la semifinale, della sfida dell'Allianz Stadium contro la Juventus che poteva cambiare le sorti dello scorso campionato e degli obiettivi di questa stagione, iniziata con 2 vittorie importanti contro Torino e Lazio.
Quali sono le sensazioni dopo una vittoria così importante?
"Contentezza e tanta soddisfazione, perché era un po’ che all’Olimpico contro la Lazio facevamo delle buone gare, senza però riuscire a portare a casa la vittoria. Siamo stati concentrati per tutta la partita e abbiamo ottenuto 3 punti importanti. Loro sono stati in partita fino a quando abbiamo segnato il quarto gol. Quando poi Papu ha segnato il quarto abbiamo capito di avere la vittoria in mano".
Vi sentite pronti per lottare fino in fondo per le prime posizioni con Juventus e Inter?
"Io credo che il fatto di non aver cambiato molto nelle rispetto alle passate stagioni possa in qualche modo favorirci, perché abbiamo un’idea di gioco chiara. Per esempio l'ultima partita contro la Lazio, che è una squadra molto offensiva e che gioca bene a calcio, la stavamo aspettando perché per noi era un test importante per capire dove siamo. È presto per dirlo, perché abbiamo giocato solo 2 partite, però ci sentiamo pronti per lottare per le prime posizioni con Juventus e Inter. L’anno scorso nel girone d’andata abbiamo fatto 35 punti, quindi l’obiettivo è quello di provarne a fare di più se vogliamo provare a rimanere lì fino all'ultimo. Quest’anno a differenza delle scorse stagioni siamo partiti con 6 punti in 2 partite, quindi vogliamo continuare così".
Credete quindi di poter mettere fine al ciclo della Juventus?
Non è per niente facile. Contro la Juventus negli ultimi anni abbiamo fatto sempre grandi partite. La differenza è che loro non perdono punti per strada. Per esempio già domenica abbiamo una partita difficilissima contro il Cagliari. In Serie A non esistono partite facili. L’anno scorso, per esempio, abbiamo perso con la SPAL che poi è retrocessa. Di solito facciamo più fatica con le piccole che con le grandi. La Juventus fa la differenza perché alla fine fa più punti di noi con queste squadre. Quest’anno è importante rimanere attaccati il più possibile alla Juventus fino alla fine e vedere poi cosa succede. Poi ci sono anche Milan, Roma e Lazio che vorranno fare bene, quindi sarà ancora più complicato. Noi dobbiamo essere bravi a migliorare sotto l’aspetto della concentrazione, perché anche se spesso abbiamo il miglior attacco, prendiamo dei gol che si possono evitare.
L’anno scorso invece, c’è stato un momento in cui avete creduto di farcela?
"Si, c’è stato un momento in ci ho creduto ti dico la verità. Perché siamo arrivati allo scontro diretto sapendo che poteva valere il campionato. Se avessimo vinto saremmo andati o a meno uno o pari, ora non ricordo bene. Juventus-Atalanta è stata la partita praticamente decisiva, vincevamo e loro hanno pareggiato all’ultimo. Dopo non li abbiamo più ripresi. Sia noi che la Juventus abbiamo perso punti, però c’è stato un momento in cui ci ho creduto, credevo che avessimo delle possibilità. Se avessimo vinto contro la Juve e continuato il cammino avremmo potuto vincere il campionato".
Qual è il il ricordo del quarto di finale contro il il PSG in cui avete sfiorato la semifinale?
"La sensazione era quella di avercela fatta, però alle volte ci è successo anche in campionato. Però sai, era un quarto di finale di Champions League contro il PSG e non volevo crederci, ormai ero convinto che saremmo rimasti una settimana in più in Portogallo. Anche dopo l’uno a uno, credevo che ce l’avremmo potuta fare. Loro hanno dei grandissimi giocatori, hanno messo due palloni in area e non ci hanno perdonato. Rimane l’amarezza di aver perso in quel modo, anche perché sentivamo il supporto di tutta Italia. Hanno fatto la differenza con le sostituzioni, sono entrati tre titolari e con quella freschezza e quella qualità sono riusciti a ribaltare il risultato".
Com’è stato giocare contro un Neymar in gran forma?
"Io non sono partito titolare, sono entrato a una mezz’ora dalla fine. Ad essere onesti non ho prestato molta attenzione a Neymar, Mbappé e gli altri. Ero concentrato solo su me stesso e sull’Atalanta, perché stavamo giocando davvero bene. Neymar è indubbiamente un grandissimo giocatore. Ci ha creato pericoli sin dall’inizio. Ha fatto due giocate e gli ha fatto vincere la partita. Sono quei giocatori contro cui non ti puoi distrarre neanche un secondo".
Invece cosa pensi del sorteggio di Champions che vi vedrà giocare contro Liverpool, Ajax e Midtjylland?
"È un girone molto difficile, Liverpool e Ajax sono grandissime squadre. L'Ajax ha venduto qualche giocatore in estate. Però c'era da aspettarselo perché la Champions è così. Lavoreremo bene per farci trovare pronti".
Qual è il segreto di Gasperini?
"Credo che sia un allenatore che ti aiuta a capire meglio il calcio, prima mi piaceva, ma da quando sono arrivato qui credo di conoscerlo maggiormente, capisco di più anche tatticamente. Gasp pensa ad un sacco di soluzioni, corregge qui e lì, piccoli dettagli. Poi ha le sue idee tattiche, è davvero meticoloso, gli piace insegnare e conosce bene il calcio. Mi ha aiutato tantissimo e lo vedo anche nei compagni che sono appena arrivati. Quando arrivi all’Atalanta, migliori il tuo modo di giocare, diventi più forte. E questo senza dubbio è anche merito dell'allenatore. Gasp è un grande allenatore, un maestro di calcio. Noi abbiamo un’idea di calcio ben precisa, sappiamo sempre cosa fare in ogni situazione. Ci sono tanti allenatori che si limitano a scegliere i calciatori, lui invece ti aiuta a crescere spiegandoti esattamente cosa vuole da te nelle differenti situazioni di gioco".
Che rapporto hai con i tifosi dell’Atalanta?
"Bellissimo, negli ultimi anni le cose stanno andando bene e io mi trovo benissimo. A Bergamo si vive bene. Abbiamo delle pressioni perché abbiamo degli obiettivi che ci poniamo noi stessi, vogliamo sempre migliorare e correggere i nostri errori".
Com'è il tuo rapporto con il Papu Gomez?
"Il Papu è un ragazzo molto tranquillo, un grande professionista e un giocatore molto importante per noi. Lo conoscevo già, perché abbiamo giocato insieme anche nel San Lorenzo, in Argentina. Quando sono arrivato a Bergamo mi ha accolto alla grande e nella mia prima stagione mi ha aiutato tanto. Passiamo molto tempo insieme e posso dire che abbiamo un’ottima relazione. Adesso è stato anche convocato in Nazionale e io sono felicissimo per lui, credo sia un premio per tutto ciò che è riuscito a fare negli ultimi anni".
Ti piacerebbe ricevere una convocazione in Nazionale?
"Ovviamente sì. La Nazionale è un sogno per tutti, un qualcosa di speciale. Allo stesso tempo sono consapevole che per ricevere la chiamata si debba riuscire a giocare ad alto livello per molto tempo e io sento che sto facendo un percorso giusto in cui cerco di migliorare giorno dopo giorno. C’è da dire anche che la mia nazionale è l’Argentina, quindi il livello è altissimo e ci sono tantissimi calciatori bravi. Vincere il mondiale con l’Argentina è il mio sogno".
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