Esonero Mazzarri: ha senso per il Cagliari cambiare (di nuovo) allenatore?
Di Marco Deiana
Sei punti. Ultimo posto in classifica e nessun minimo cenno di risalita. A Cagliari la situazione è grigia, tendente al nero. Neanche l'arrivo di Walter Mazzarri - chiamato in fretta e furia a metà settembre dopo appena tre partite di campionato per sostituire Leonardo Semplici - ha cambiato l'inerzia di una stagione inizia male e che rischia di finire peggio. E già, in lontananza, si leggono indiscrezioni su un suo possibile esonero.
Che poi, se andiamo a sentire le voci ufficiali del club rossoblù - dal presidente al direttore generale rossoblù -, non è in programma nessun cambio di guida tecnica. Massima fiducia a Walter Mazzarri, per buona pace di Fabio Liverani o chi per lui, accostato alla panchina del Cagliari.
Ok, Mazzarri al sicuro. Ma il Cagliari? Beh, per quanto visto fino ad oggi - e siamo ormai alla dodicesima giornata - c'è sicuramente qualcosa che non va (giusto per essere ottimisti). E ciò va al di là dei numeri. Impietosi. Una vittoria, tre pareggi e sei sconfitte. Appena tredici gol fatti e ventisei subiti. Eccoli, così ce li siamo levati di mezzo e possiamo spostare l'attenzione su altri aspetti.
Cosa ha portato di nuovo Walter Mazzarri?
Volete una risposta schietta e diretta? Ok, ve la dico senza mezzi termini. Niente. O meglio, nulla di innovativo o di così clamoroso da giustificare - almeno per ora - il suo arrivo a Cagliari.
E tra un tour de force e una sosta delle nazionali che porta via dalla Sardegna alcuni pilastri della squadra, ogni motivo è valido per rinviare all'infinito (alla sosta natalizia?) qualche novità tattica importante. Perché sia chiaro, passare dal 3-5-2 di Semplici ad uno sperimentale 4-4-2 di Mazzarri (lui, amante della difesa a tre...) non può giustificare un cambio di guida tecnica.
Cosa mi aspetto dal tecnico
Probabilmente le aspettative intorno all'arrivo di Walter Mazzarri erano un po' più alte e la sua presenza sulla panchina isolana ha messo ancora più a nudo i limiti della rosa del Cagliari. Il 4-4-2 impostato dall'ex tecnico di Reggina, Napoli e Inter sembra più un modo per galleggiare e arrivare al mercato di gennaio, cercando di limitare i danni.
Perché tra le promesse ottenute da Mazzarri c'è sicuramente una campagna di rafforzamento importante a metà stagione, con l'addio di quei calciatori non adatti al suo modo di giocare. E qui mi sorge un dubbio: se in estate il club ha avuto non poche difficoltà a liberarsi di alcuni calciatori per avere la liquidità necessaria per investire in entrata, come può pensare di farcela a gennaio?
Mi terrò questo dubbio fino a fine gennaio, con la speranza - da tifoso rossoblù - di essere smentito.
Di certo da Walter Mazzarri mi aspettavo (e mi aspetto) che dia un importante e deciso cambio di mentalità alla squadra. Il pubblico di Cagliari non si aspetta di vincere ogni partita, non immagina neanche di arrivare in Europa (e in questo caso forse c'è anche un po' di rassegnazione) ma vuole vedere una squadra giocare a testa alta con chiunque.
Il tifoso del Cagliari non fischierà mai la squadra per una sconfitta arrivata giocando a viso aperto e alla pari (ossia senza quel fastidioso senso di inferiorità) con l'avversario, ma la fischierà esclusivamente in caso di atteggiamento arrendevole e estremamente difensivo.
Perché è meglio (per ora) non esonerare Mazzarri
Per ora l'avvicendamento tra Semplici e Mazzarri non ha portato i frutti sperati, né dal punto di vista dei risultati né dal punto di vista dell'atteggiamento. L'ambiente rossoblù rumoreggia ma la società non può mettere a libro paga il terzo allenatore stagionale dopo appena dodici giornate.
Sicuramente Mazzarri ha preso in mano una squadra non costruita a sua immagine e somiglianza, anche se questa non può essere totalmente una scusante, d'altronde nessuno l'ha obbligato ad accettare la corte di Giulini.
Adesso però tutti si aspettano un deciso cambio di passo. Dare un'identità precisa alla squadra e non vivere giorno per giorno: questo deve essere uno degli obiettivi di Mazzarri per salvare la stagione del Cagliari e la panchina.