Conte: "Lukaku uno dei migliori al mondo. Questa Italia è simile alla mia"
A qualche mese dall'addio burrascoso alla panchina dell'Inter, Antonio Conte ha rilasciato un'intervista a Le Equipe. Riprendendo le dichiarazioni integrali riportate da Calciomercato.com, vediamo come nella chiacchierata con il quotidiano francese, l'ex commissario tecnico della Nazionale abbia parlato di diversi temi legati a Euro 2020, partendo prima di tutto dall'impatto che la pandemia ha avuto sulla manifestazione.
IL COVID - "È un Europeo speciale perché la pandemia ha condizionato molto la preparazione delle squadre. Il livello di gioco di qualche nazionale, anche di alcune delle favorite che sono già state eliminate, ne ha risentito. Il Covid ha avuto un effetto drammatico per il calcio. È normale che nella preparazione di questo Europeo, in alcuni casi, i CT abbiano preferito la qualità individuale. Questo perché la pandemia non ha permesso di lavorare sull’identità di gioco. Alcuni meccanismi non si possono improvvisare ma si ottengono attraverso il lavoro”.
Non potevano inoltre mancare alcune domande sull'Italia di Euro 2020 e sul CT Roberto Mancini:
LA NAZIONALE - L'Italia è una delle squadre che fanno eccezione perché ha trovato un equilibrio tra la fase offensiva, quella difensiva e un gioco collettivo. Non si rimane imbattuti per 31 partite per caso. Rispetto alla mia Italia del 2016 ci sono delle analogie: il punto in comune più importante è che stiamo parlando di due squadre con il proprio equilibrio e la loro identità di gioco. Poi, si può giocare col 3-5-2 come facevo io o col 4-3-3 come fa Mancini. Dipende dalle caratteristiche e dalla qualità dei giocatori, ma quello che è fondamentale è sempre dare un’idea, una fisionomia, un DNA. Riuscire in questo non è facile per un CT perché il tempo a disposizione per lavorare col gruppo è poco. Bisogna saper sfruttare ogni piccolo momento”.
MANCINI - “Il segreto del Mancio? Per un CT è molto importante che ci sia equilibrio tra saper trovare l’identità di gioco e gestire le individualità dei giocatori nel gruppo. Bisogna saper far applicare le proprie idee e inculcare la giusta mentalità alla squadra. La differenza la fa la capacità di entrare nella testa dei giocatori, essere sempre credibile e onesto nel rapporto con loro. Questo ti permette poi di essere esigente e di farti seguire. Tutti devono lottare per lo stesso obiettivo che si potrà poi raggiungere solo con il sudore, il lavoro, la concentrazione e la motivazione”.
Infine, all'ex tecnico dell'Inter viene chiesto un parere sul Belgio, prossimo avversario degli Azzurri, e su Romelu Lukaku, un giocatore che Conte conosce molto bene:
IL BELGIO - “L’Italia di Mancini è una squadra vera, unita. C’è equilibrio tra difesa e attacco e tutti lottano insieme. Non credo che il Belgio sia favorito, sarà una partita equilibrata. Dipenderà dalla determinazione e dall’attenzione ai dettagli. E poi certo, dipenderà anche dalla possibilità di poter schierare la squadra migliore. La vittoria contro il Belgio nel 2016? Forse erano più forti, ma dimostrammo di essere più squadra di loro”.
LUKAKU - “Ad oggi è uno dei migliori attaccanti al mondo. Aveva già importanti doti fisiche e tecniche, ma in questi due anni l’abbiamo fatto progredire ancora nella sua presenza all’interno della partita, sul lavoro di squadra e sulla lucidità davanti alla porta”.
L'intervista si chiude con un pronostico sul futuro campione di Euro 2020 e Antonio Conte risponde in maniera schietta:
“L’Inghilterra ha tutto per arrivare in finale. Dall’altra parte del tabellone c’è più equilibrio, con Belgio, Italia e Spagna. Da italiano spero che l’Italia sia a Wembley l’11 luglio”.