Euro 2022 e i segnali di crescita per il calcio femminile
L'Europeo Femminile è andato in archivio e lo ha fatto con il successo dell'Inghilterra padrona di casa, in una sorta di riscatto morale (anche se parziale) consumato a Wembley dopo la doccia gelata dello scorso anno (con la sconfitta contro l'Italia, a livello maschile). Il dato sportivo è senz'altro centrale e ci racconta di un primo titolo, dunque storico, ottenuto dall'Inghilterra contro un mostro sacro come la Germania, primatista in quanto a successi conquistati all'Europeo.
Un esito meno scontato
Si tratta senz'altro di un segnale evidente di crescita del panorama inglese, di un premio cruciale per una generazione di calciatrici ma, ancor di più, di un dato che ci permette di immaginare uno sviluppo del calcio femminile sempre più diffuso e con un gruppo più nutrito di squadre in grado di vincere.
Niente di scritto a priori, dunque, e verosimilmente nessun trionfo in serie tra Europei e Mondiali: Euro 2022 ha fatto intendere quanto il contesto sia diventato più competitivo e meno leggibile, con Nazionali dotate di un'identità di gioco definita e in grado di puntare al successo finale con uguale dignità e credibilità.
Una prima volta come quella inglese, di fatto, può essere di buon auspicio anche per altre realtà intenzionate a crescere e ad attestarsi tra le big in modo saldo e duraturo, interrompendo una deleteria (e scontata) egemonia delle solite note.
Il seguito delle Azzurre
Tornando sul dato sportivo è altrettanto evidente come per le Azzurre di Milena Bertolini sia complesso, con la ferita ancora aperta, ragionare di passi avanti e di prospettive.
Esistono però dati confortanti, anche se esterni dal campo in senso stretto, relativi al riscontro mediatico e soprattutto alla risposta popolare: lo dicono gli ascolti, ad esempio, con l'impressionante numero di 3,2 milioni di spettatori che (tra Rai e Sky) hanno seguito l'Italia nell'ultima sfida del girone (quella decisiva) contro il Belgio.
Dati in continuità con quanto emerso anche contro Francia e Islanda: tanti spettatori e uno share di tutto rispetto, superiore al 18% pensando a Italia-Belgio trasmessa dalla Rai.
Accanto al riscontro appurato dagli ascolti è possibile anche realizzare come la copertura mediatica dell'evento, anche a prescindere da quella televisiva, sia stata ben superiore e maggiormente strutturata rispetto a quanto accaduto per le edizioni precedenti, un po' in linea con quanto sta accadendo anche a livello di club (basti pensare al seguito dell'ultima Women's Champions League).
Affluenza da record
C'è poi la risposta del pubblico, di chi frequenta lo stadio e fa sentire il proprio calore alle atlete: proprio da questo punto di vista Euro 2022 ha sancito l'ingresso in un nuovo scenario di popolarità e di seguito.
La finale di Wembley fa storia a sé, in questo senso, e ci racconta di un record impressionante: 87.192 spettatori, cifra che colpisce e che abbatte ogni precedente record di presenze per una sfida dell'Europeo, a livello femminile ma anche maschile.
Ma non si tratta del solo dato in grado di sorprendere e di rendere chiaro l'impatto della competizione: già in occasione della semifinale tra Germania e Francia, infatti, è stato doppiato il numero di presenze complessive dell'Europeo disputato nei Paesi Bassi nel 2017, la presenza femminile sugli spalti inoltre è stata molto vicina a quella maschile (il 47% del pubblico era di sesso femminile).
Un riscontro che non ha toccato soltanto le padrone di casa e che ha visto battere i record di presenze anche per i quarti di finale e le semifinali che non comprendevano l'Inghilterra: 16mila spettatori per Germania-Austria e 27.455 per Germania-Francia.
Il tutto unito a un seguito televisivo di primo piano, anche nella stessa Inghilterra: 17,4 milioni di spettatori hanno assistito alla finale tra Inghilterra e Germania sulla BBC, un record assoluto per il calcio femminile, e nel momento del picco massimo di ascolti (al fischio finale) lo share ha toccato addirittura l'80%.
Il divario rispetto al calcio maschile è ancora clamoroso pensando soprattutto agli sponsor e al giro di affari connesso, con la necessità di individuare partnership e rapporti che aiutino a crescere ancora, ma è logico immaginare che il riscontro di quest'ultima edizione (palesato dai numeri) possa sancire un punto di non ritorno anche da quel punto di vista, con margini di crescita ancora inesplorati.
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