L'evoluzione del valore di mercato dell'Italia dal 2016 a oggi
Dopo la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar, l'Italia di Mancini si aggrappa alla Nations League per ripartire e ricostruire una Nazionale convincente per il futuro. L'obiettivo? A questo punto arrivare in fondo alla competizione appena citata e qualificarsi senza problemi al prossimo evento (Euro 2024).
Il prossimo campionato europeo di calcio si svolgerà in Germania. L'Italia sarà la squadra campione in carica e, grazie alla sorprendente vittoria contro l'Inghilterra a San Siro, si è anche assicurata di essere testa di serie nei sorteggi dei gironi di qualificazione a Euro 2024. Se i tedeschi dovessero scavalcare gli azzurri nell'ultimo turno di Nations League, la squadra di Mancini rimarrebbe comunque piazzata tra le prime due, escludendo la Germania in quanto già qualificata come Nazione ospitante.
Ripartiamo però proprio dalla sorprendente vittoria contro l'Inghilterra, siglata da Raspadori in una gara, a detta di Mancini, in cui il cambio modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2) è stato deciso la mattina stessa. L'1-0 casalingo, oltre a riaprire seriamente i discorsi relativi al primo posto nel girone e alla conseguente qualificazione alla Fase Finale di Nations League, ha rianimato il morale degli azzurri. Fino a quel momento i forfait di Verratti, Tonali, Pellegrini, Politano e Immobile per problemi muscolari rendevano negative le sensazioni riguardo alla gara e, più in generale, alla strada da intraprendere per il futuro.
Guardando però al grafico realizzato da transfermarkt su twitter, si possono dedurre diverse cose. Rispetto al giugno del 2016, in cui gli azzurri di Antonio Conte ben figuravano all'Europeo uscendo ai calci di rigore contro la Germania, il valore di mercato dei convocati di Roberto Mancini è triplicato. Ovviamente è un discorso che non può essere slegato dal periodo storico in cui viviamo, nel quale il valore dei calciatori è salito a dismisura.
La crescita esponenziale dei valori di mercato non rende necessariamente la odierna Nazionale più forte rispetto a una del passato. Sappiamo come in determinati tornei il fattore gruppo e la casualità siano così determinanti da alterare i valori in campo. Per citare un paio di esempi: nel 2021 l'Italia ha vinto l'Europeo con il sesto valore rosa tra le partecipanti, nel 2018 la Croazia ha raggiunto una clamorosa Finale della Coppa del Mondo addirittura con l'ottavo valore rosa tra le squadre qualificate.
Se i campionati restituiscono spesso un ordine di classifica simile a quello relativo ai valori economici delle squadre, nelle competizioni brevi e a eliminazione diretta tale restituzione viene a mancare quasi sempre.
Della serie, possiamo preoccuparci di avere cinque, sei o sette Nazionali "sulla carta" più forti dell'Italia, ma questo deriva da un problema di sistema che non si cambia in un paio d'anni. Il ricambio generazionale nel nostro paese può durare di più e la situazione dipende in larga misura dalla mancata fiducia nei giovani nei campionati italiani più importanti. Assorbito questo, bisogna pensare con ottimismo alle capacità di ricostruzione di Roberto Mancini su un blocco solido formato da un centrocampo forte, pronto e futuribile, da un portiere tra i migliori al mondo, da esterni emergenti e un reparto offensivo, al momento, promettente.
Vanno esclusi subito i calciatori più esperti? Assolutamente no, in rose formate da 23-25-28 interpreti (a seconda del periodo dell'anno), i calciatori con esperienza sono importanti per aiutare i giovani a inserirsi, per togliergli pressioni e, ovviamente, per incidere.
Il valore di mercato rispetto all'Europeo in cui l'Italia ha trionfato è calato di più di 100 milioni. Mancano Zaniolo, Chiesa, Verratti, Pellegrini, e con questo rendimento sarà presto convocato anche Udogie. La base c'è, occorre trovare un sistema che sia in grado di esaltare le qualità del maggior numero possibile di calciatori. Il ciclo di Mancini è terminato? Non si può dare una risposta netta sul selezionatore italiano, che ha guidato gli azzurri all'impronosticabile vittoria di Euro 2020 e quasi contemporaneamente non si è qualificato al Mondiale nonostante una media punti da top allenatore.
Sicuramente è finito quel ciclo che si appoggiava su Chiellini e Bonucci, che faceva a meno di Tonali e Pellegrini, del quale non faceva parte come protagonista Nicolò Zaniolo e che in attacco si affidava a Insigne e Immobile. A Euro 2024, qualificazione permettendo, vedremo alcuni tra questi nomi titolari e altri magari ai margini. L'importante è che i migliori talenti continuino a essere protagonisti nei rispettivi club e che Mancini trovi il sistema giusto per farli esprimere. Realizzati questi due aspetti, quasi naturalmente crescerà anche il valore di mercato di tutta la rosa italiana.