Exploit italiano in Europa: alla ricerca di una dimensione (e dell'equilibrio)

Pioli e Inzaghi
Pioli e Inzaghi / Nicolò Campo/GettyImages
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La ricerca di un equilibrio nelle valutazioni, considerando come oggetto il calcio italiano, appare pericolosamente simile a una faticosa caccia al tesoro: lampante, in questo senso, è ripercorrere quanto accaduto alla Nazionale italiana e a una percezione del tutto ribaltata nello spazio di poco tempo, dall'euforia per il successo agli Europei all'incubo della seconda mancata partecipazione ai Mondiali. Nell'arco di pochi mesi, insomma, l'immagine di sorti rosee e vincenti - con automatica proiezione delle ambizioni azzurre sul Qatar - ha lasciato spazio a interrogativi, dubbi e a un senso di crisi di sistema che tuttora pervade il racconto delle cose azzurre.

Cinque su dodici: Italia protagonista

Attualmente, dunque, la capacità italiana di portare in semifinale delle tre coppe europee ben cinque squadre (su dodici totali) si accompagna a un'euforica celebrazione di quel che la Serie A rappresenta, come a voler dimenticare in automatico quanto di poco virtuoso si è spesso detto della realtà del nostro calcio (come livello in senso assoluto e come capacità attrattiva anche verso l'esterno).

Nell'intento di stabilire un approccio più equilibrato all'impresa delle italiane proviamo, dunque, a tracciare un confronto tra il percorso in Champions League, Europa League e Conference League delle nostre squadre rispetto a quello affrontato da chi milita negli altri principali campionati europei. Il tutto, chiaramente, senza dimenticare un assunto di base: nell'albo d'oro di una competizione resta chi la vince, senza spazio per chi ha saputo - pur virtuosamente - andarci vicino: ogni celebrazione, oggi, può essere solo prematura.

Il percorso delle italiane in Europa

Partiamo dunque dal percorso più virtuoso, proprio quello delle italiane. Togliere legittimazione e rispetto per quanto fatto dalle cinque ancora in corsa sarebbe illogico, anche a prescindere dagli avversari affrontati: è noto del resto come, in Europa, i semplici favori del pronostico non bastino a mandarti avanti o a darti certezze (portando anzi, talvolta, a sottovalutare incautamente l'avversario meno blasonato). L'Italia presentava ai nastri di partenza della Champions quattro squadre, Milan e Inter sono ancora in gioco: i rossoneri hanno superato un girone con Chelsea, Salisburgo e Dinamo Zagabria, l'Inter dal canto proprio è riuscita ad avere la meglio in un gruppo con Bayern, Barcellona e Viktoria Plzen.

Federico Dimarco, Nicolo Barella, Lautaro Martinez, Edin Dzeko, Alessandro Bastoni, Henrikh Mkhitaryan, Raphinha
L'Inter a Barcellona / Nicolò Campo/GettyImages

Il girone rossonero non appariva così proibitivo, i rossoneri hanno comunque saputo far valere l'esperienza sfortunata della scorsa stagione, liquidando le pratiche Dinamo e Salisburgo nelle sfide decisive del girone. L'impresa nerazzurra si è consumata invece ai danni del Barcellona, grazie all'1-0 di San Siro e al pirotecnico 3-3 del Camp Nou. Il Napoli, restando sui gironi, ha dato vita a una cavalcata trionfale condita da un 4-1 sul Liverpool e da un 6-1 in casa dell'Ajax.

Infine la Juventus, delusione italiana ai gironi: doppia sconfitta con Benfica e PSG e sorprendente debacle in casa del Maccabi Haifa, con parziale consolazione data dal terzo posto e dal conseguente passaggio in Europa League. Nei turni successivi l'Inter ha eliminato il Porto e il Benfica, il Milan ha avuto la meglio sul Tottenham e sul Napoli: in entrambi i casi le milanesi hanno dato ulteriore concretezza all'impresa, eliminando compagini che - sulla carta - presentavano insidie evidenti (pur senza incrociare mai vere corazzate). Il Napoli, dopo un girone da incorniciare, ha superato l'Eintracht impattando poi sul Milan: il sogno costruito nelle prime battute della competizione si è dunque scontrato con le giocate di Leao e Diaz e coi miracoli di Maignan.

Paulo Exequiel Dybala
Dybala trascina la Roma / Giuseppe Bellini/GettyImages

In Europa League la Roma non è partita col piede giusto, con sconfitta in casa del Ludogorets e 1-2 interno contro il Betis: decisivo il 3-1 sul Ludogorets all'ultima giornata del girone, col successo come imperativo per conquistare il secondo posto. Anche nella fase a eliminazione diretta la Roma ha dimostrato di essere in grado di reagire a situazioni delicate, sfruttando la spinta dell'Olimpico: i giallorossi hanno rimontato una situazione di svantaggio sia col Friburgo che col Feyenoord, eliminando anche la Real Sociedad.

La Lazio, dal canto proprio, ha deluso nei gironi ed è scivolata in Conference: decisivi risultati sorprendenti come la disfatta col Midtjylland e il pari interno con lo Sturm Graz. La Juventus, infine, scendendo dall'EL ha poi eliminato Nantes, Friburgo e Sporting Lisbona, arrivando fino alla semifinale. Infine la Conference: la Fiorentina è arrivata in semifinale partendo dai playoff col Twente, passando poi da seconda il girone (con crollo a sorpresa in casa del Basaksehir) ed eliminando poi Braga, Sivasspor e Lech Poznan. La Lazio, una volta scesa in Conference, ha impattato sull'AZ Alkmaar dopo aver eliminato il Cluj.

Arthur Cabral
Lech Poznan-Fiorentina / PressFocus/MB Media/GettyImages

Globalmente possiamo sottolineare da un lato l'impresa dell'Inter ai gironi, in un girone complicato, e le prove di maturità di un Milan che ha saputo sfruttare al meglio la dura "palestra" dello scorso anno. La Roma ha palesato una grande forza mentale nei momenti critici, trascinata dall'Olimpico e dall'esperienza di Mourinho. Juve e Fiorentina hanno risposto presente contro squadre sulla carta alla portata, la Lazio - infine - ha vissuto un percorso europeo deludente su tutta la linea.

Il percorso delle inglesi in Europa

La "squadra" inglese ai nastri di partenza delle coppe europee era di tutto rispetto e sembrava destinata a regalare un ruolo da protagonista su tutti i fronti. La situazione è andata in modo diverso e oggi solo Manchester City e West Ham, in Champions e in Conference, sono ancora in corsa per il successo finale. Nella principale competizione europea il City ha superato da imbattuto il girone con Borussia Dortmund, Siviglia e Copenaghen, arrivando poi in semifinale dopo aver eliminato Lipsia e Bayern Monaco.

Il Liverpool, dopo lo choc dell'1-4 col Napoli, ha saputo reagire ed è arrivato agli ottavi, impattando però sul Real Madrid e su un sorteggio a dir poco infausto (con clamoroso replay della finale 2021/22 agli ottavi). Passando alle londinesi l'ostacolo Real Madrid è stato fatale anche per il Chelsea, ai quarti di finale, dopo aver eliminato il Borussia Dortmund e dopo aver superato da prima in classifica un girone piuttosto agevole (Milan, Dinamo Zagabria e Salisburgo). Il Tottenham, infine, ha impattato sul Milan agli ottavi dopo aver vinto il girone con Eintracht, Sporting Lisbona e OM.

Josep 'Pep' Guardiola, Erling Haaland
Haaland e Guardiola / James Gill - Danehouse/GettyImages

In Europa League le formazioni protagoniste erano due, entrambe considerate tra le principali favorite per il successo finale ed entrambe uscite tutto sommato a sorpresa dalla competizione: l'Arsenal è passato come primo in un girone che comprendeva PSV, Bodo/Glimt e Zurigo (cinque vittorie e una sconfitta), il Manchester United (con lo stesso score finale) è passato come secondo per peggiore differenza reti rispetto alla Real Sociedad, passando poi agli ottavi grazie al successo sul Barcellona, in un playoff dal sapore di Champions.

L'Arsenal è poi stato eliminato dallo Sporting Lisbona agli ottavi, lo United si è arreso di fronte a un Siviglia capace di reagire al meglio nell'andata dei quarti (nel finale) dopo un uno-due potenzialmente micidiale di Sabitzer. Infine la Conference League e il West Ham, probailmente il principale favorito (assieme alla Fiorentina) per il successo finale. Gli Hammers hanno liquidato il Viborg agli spareggi, superando poi come primi in classifica (sei vittorie su sei) il gruppo con Anderlecht, Silkeborg e FCSB.

Leandro Trossard, Bukayo Saka, Fabio Vieira
Arsenal eliminato / Marc Atkins/GettyImages

Agli ottavi e ai quarti i londinesi hanno fatto fuori l'AEK Larnaca e il Gent senza particolari patemi d'animo. Sia il City che il West Ham hanno tutte le carte in regola per arrivare fino alla fine, Liverpool e Chelsea non sono certo state premiate dal sorteggio (trovando sulla propria strada le Merengues) mentre, complessivamente, Tottenham, United e Arsenal hanno deluso in toto le attese, forti di una caratura tecnica superiore o comunque pari a quella delle avversarie che le hanno via via eliminate.

Il percorso delle spagnole in Europa

Anche la Spagna, così come l'Inghilterra, è rimasta con due sole squadre in corsa tra le varie competizioni europee: in Champions League i campioni in carica del Real Madrid dovranno vedersela col City, in Europa League il Siviglia è arrivato fino alla semifinale e dovrà dunque trovare la Juventus (altra formazione, come gli andalusi, scesa dalla Champions). Nella principale competizione europea il Real ha passato da primo in classifica il gruppo con Lipsia, Shakhtar e Celtic - rispettand i pronostici - mentre l'Atletico Madrid ha deluso clamorosamente arrivando ultimo nel girone con Porto, Bruges e Bayer Leverkusen, perdendo dunque anche l'opportunità di andare in Europa League.

de Goes Rodrygo, Dani Ceballos
Merengues a Stamford Bridge / Visionhaus/GettyImages

Sia il Siviglia che il Barcellona, infine, sono "retrocesse" proprio in EL arrivando al terzo posto i gironi sicuramente ostici (con avversarie come City, Dortmund, Bayern e Inter). Passando a chi si trovava già in Europa League troviamo Betis e Real Sociedad, formazioni che - considerando i gironi - stavano conquistando via via maggiore credito. Entrambe sono passate da prime nei rispettivi gruppi: il Betis ha tenuto alle proprie spalle la Roma, la Real Sociedad ci è riuscito con lo United (grazie alla differenza reti).

Sorteggio sfortunato per entrambe però agli ottavi, tale da sancire l'eliminazione proprio ai danni delle due squadre tenute dietro ai gironi: la Roma ha fatto fuori la Real Sociedad, i Red Devils hanno eliminato il Betis. Il Siviglia, sceso dalla Champions, ha dimostrato di sentirsi più che mai a casa in Europa League anche in una stagione difficile come questa, eliminando PSV, Fenerbahce e Manchester United e arrivando fino alla semifinale.

Antony, Bruno Fernandes
Barcellona eliminato / Robbie Jay Barratt - AMA/GettyImages

Il Barcellona, dal canto proprio, ha trovato sulla propria strada lo United ed è uscito dall'EL già ai playoff. Delusione Villarreal infine in Conference: il Sottomarino Giallo ha impattato a sorpresa sull'Anderlecht e la competizione ha perso così una delle favorite principali. Non sono mancate insomma le delusioni: l'Atletico Madrid e il Villarreal su tutte, con Betis e Real Sociedad sfortunate nei sorteggi in Eurpa League dopo le ottime sensazioni dei gironi. Deludente e sfortunato il Barcellona, tra i gironi di Champions e un playoff contro lo United che sapeva di finale anticipata.

Il percorso delle francesi in Europa

Solo due le squadre francesi ai nastri di partenza della Champions League, il Monaco infatti non ha superato un impegnativo terzo turno di qualificazione contro il PSV ed è dunque retrocesso in Europa League fin da subito. Il Paris Saint-Germain partiva come di consueto con l'obbligo implicito di arrivare fino in fondo alla principale competizione europea, vera e propria ossessione parigina e non certo da oggi. La fase a gironi non ha provocato grattacapi a Mbappé e compagni, il Benfica è però passato per primo in virtù dei gol segnati fuori casa (data la parità di tutti i criteri valutati come prioritari).

Lionel Messi
PSG fuori agli ottavi / Chris Brunskill/Fantasista/GettyImages

L'avventura europea del PSG si è però arrestata già agli ottavi, complice un sorteggio infausto contro il Bayern Monaco: un'eliminazione arrivata troppo presto, per chi ambiva a vincere il trofeo, tale da rendere ancor più importante una frustrazione ormai radicata per l'assenza di successi internazionali. Non è certo andata meglio all'Olympique Marsiglia di Tudor, ultimo in classifica nel girone con Tottenham, Eintracht e Sporting Lisbona: nessuna big assoluta ma un gruppo insidioso poiché terribilmente equilibrato (già sulla carta).

In Europa League, partendo da chi si era già qualifcato in partenza alla fase a gironi, sia il Rennes che il Nantes sono riusciti a passare da secondi, rispettivamente in un gruppo con Fenerbahce, AEK Larnaca e Dinamo Kiev e nel gruppo G con Friburgo, Qarabag e Olympiakos. I playoff per arrivare agli ottavi sono risultati fatali a entrambe: il Nantes ha pescato la Juve, e il Rennes lo Shakhtar, con un identico epilogo negativo. Il Monaco, sceso come detto dalla Champions, ha subito la stessa sorte: secondo posto nel girone e out poi agli spareggi (contro il Leverkusen).

Angel Di Maria
Di Maria fa fuori il Nantes / Jean Catuffe/GettyImages

Infine la Conference, col Nizza eliminato dal Basilea ai quarti di finale: un epilogo deludente per una squadra che poteva certo puntare al successo o almeno alla finale. Tante le delusioni nel percorso francese, davvero povero di soddisfazioni in questa stagione europea e privo di rappresentanti in semifinale. Difficile, in questo senso, appellarsi alla malasorte nei sorteggi o individuare aspetti da salvare.

Il percorso delle tedesche in Europa

Chiudiamo con la Germania, con le solite note Bayern e Borussia Dortmund accompagnate in Champions da Lipsia e dal Leverkusen oltre che dall'Eintracht, vincitore della precedente Europa League. Di base, dunque, la Germania era la Nazione che poteva vantare più squadre ai nastri di partenza nella principale competizione europea. Una situazione positiva che tutto sommato ha trovato seguito anche ai gironi: il Bayern è passato agevolmente da primo in classifica, Borussia Dortmund, Lipsia e Eintracht sono passati al secondo posto e il solo Leverkusen è stato estromesso (finendo comunque in Europa League grazie al terzo posto).

Da sottolineare in particolare la prova dell'Eintracht, capace di tenere dietro di sé lo Sporting Lisbona e l'OM in un girone equilibrato. Il Bayern Monaco è riuscito poi ad arrivare fino ai quarti, eliminando un cliente difficile contro il PSG agli ottavi ma impattando poi sul City di Guardiola (con un pesante 0-3 all'andata). Trovare PSG e City agli ottavi e ai quarti dimostra, comunque, quanto il sorteggio non sia stato magnanimo coi bavaresi.

Erling Haaland
Bayern eliminato dal City / Matthias Hangst/GettyImages

Il Borussia Dortmund, il Lipsia e l'Eintracht sono uscite invece tutte agli ottavi rispettivamente contro Chelsea, City e Napoli: anche in questo caso l'avventura in Champions delle tedesche ha dovuto fare i conti con un sorteggio complesso, soprattutto pensando al Lipsia. Il Bayer Leverkusen, sceso in EL dalla Champions, si è dimostrato a proprio agio nella seconda competizione europea ed è arrivato fino alla semifinale (dove troverà la Roma) eliminando avversari comunque abbordabili come Monaco, Ferencvaros e Union Saint-Gilloise.

Il Friburgo e l'Union Berlin, già parte del roster dell'EL fin dall'inizio, sono uscite agli ottavi contro la Juventus e contro l'Union Saint-Gilloise (sorpresa dei gironi proprio come i berlinesi). Infine la Conference, con il Colonia che ha deluso ed è arrivato terzo nel gruppo con Nizza, Partizan e Slovacko. Nel complesso il resoconto tedesco non può che essere deludente, col Bayern fatto fuori ai quarti di finale e col solo Leverkusen (in EL) a rappresentare ancora la Germania a livello europeo.

Il primo bilancio di un exploit

Impossibile, come già ovviamente accennato, parlare di bilancio in senso stretto quando ci troviamo ancora all'alba del penultimo atto delle coppe europee: portare Roma e Juventus in finale di Europa League, dando la certezza al movimento italiano di vincere per la prima volta il trofeo, sarebbe già un risultato fondamentale, così come avere ancora una finalista italiana in Conference (dopo la vittoria della Roma nello scorso anno). Il tutto conditto dalla sicurezza già acquisita di avere un'italiana in finale di Champions, quella cioè che emergerà dal derby Milan-Inter in semifinale.

FC Internazionale v AC Milan - Serie A
Leao e Barella / Stefano Guidi/GettyImages

Esistono senz'altro, come sempre in questi casi, tratti connessi all'imponderabile e alla buona sorte: i sorteggi non si sono rivelati proibitivi per nessuna delle italiane in corsa, tra le tre coppe, e forse la sola Inter è riuscita effettivamente a smentire gli scettici in un girone in cui Bayern e Barcellona apparivano ostacoli proibitivi da superare. Esiste però, sullo sfondo, un dato più che mai confortante: il Milan ha saputo, in un anno, passare da "outsider per caso" a realtà consolidata, tornando dunque a vivere la Champions da protagonista, la Roma ha fatto tesoro dell'esperienza in Conference e ha dimostrato quanto possa valere anche affermarsi in una coppa meno blasonata per poi assumere autorevolezza anche a livelli più alti.

Jose Mourinho
La Conference 2021/22 / Silvia Lore/GettyImages

L'aspetto chiave di un bilancio, oggi, ci permette comunque di applicare il vecchio e sempre valido "vincere aiuta a vincere": gli aspetti economici e di visibilità connessi all'attuale presenza italiana nelle semifinali europee pagheranno senz'altro, lo faranno anche in chiave mercato e permetteranno di rendere ancor più solida la situazione nel prossimo futuro. L'exploit italiano racconta qualcosa anche di un livello medio più che accettabile del nostro calcio, rispetto ad esempio a quello francese, pur non spostando le valutazioni su tutte le difficoltà presenti e più volte sottolineate (sul fronte delle strutture e di una sostenibilità finanziaria sempre troppo precaria). Al contempo, sullo sfondo, esiste anche il beneficio dato alle outsider: le italiane sono probabilmente riuscite a trarre il massimo da uno status non più saldo come in passato, trovando sulla strada un'insolita dose di sufficienza nelle avversarie di turno.