FA Cup in lettere: il nostro racconto di Southampton - Coventry City
F come Fans
Nel pomeriggio del St.Mary's, in cui lo spettacolo in campo è stato assolutamente nella norma, a farla da protagonisti sono stati i tifosi delle due squadre che nonostante non avessero la più pallida idea di cosa sia Sanremo, hanno dato vita a una sfida canora degna del miglior festival per tutto l'incontro. A vincere sono stati a sorpresa quelli del Coventry che hanno deciso di farsi 400 chilometri per riempire quasi mezzo stadio e accompagnare i propri beniamini con un repertorio vastissimo e poco British.
Bellissima anche la Standing Ovation con cui hanno salutato la squadra alla fine nonostante la sconfitta. Chapeau.
A come Armstrong (Stuart)
Se il Southampton è riuscito ad arrivare ai supplementari il merito è solo ed esclusivamente suo. I Saints non sono mai riusciti a mettere in mostra la superiorità tecnica contro una formazione che si trova attualmente a metà classifica in Championship. A risolvere i problemi ci ha pensato Stuart Armstrong.
Lo scozzese, subentrato all'altro Armstrong (Adam) oggi sottotono, è riuscito a siglare il gol del pareggio con un autentico capolavoro: collo esterno a giro dai 25 metri che è valso il gol del momentaneo pareggio in un momento di difficoltà. Walker-Peters ha poi messo a segno il gol che regala gli ottavi alla squadra di Hasenhüttl, ma la sensazione è che senza la giocata estemporanea del numero 17 avremmo assistito a un epilogo completamente diverso.
C come Caballero
Se Armstrong ha avuto il merito di riacciuffare il risultato, il portiere argentino ha avuto quello di salvarlo in più occasioni. Ha chiuso la porta sullo 0-1 per gli ospiti negando il gol del raddoppio, e ha negato il gol del pareggio al Coventry in due occasioni, prima sul colpo di testa di Clarke-Salter e poi su quello di Eccles a pochi istanti dal termine dei tempi supplementari. 40 anni e non sentirli per Caballero, che porta i suoi agli Ottavi e può continuare a cullare il sogno di tornare a Wembley dove vinse la FA Cup con il Chelsea nel 2018.
U come Underdog
Nonostante non ce ne fosse alcun bisogno, La FA Cup mi ricorda ancora una volta il perché sia una delle competizioni più affascinanti dell'intero panorama calcistico mondiale. Da oltre 150 anni, la Coppa d'Inghilterra non smette mai di stupire e nonostante al Coventry non sia riuscito il Giant Killing - così viene definita l'eliminazione di una big da parte di un club di categoria inferiore - gli uomini di Mark Robins hanno azzerato qualsiasi tipo di divario tecnico gettando il cuore oltre l'ostacolo e trovando addirittura la rete del pareggio in extremis, poi annullata per fuorigioco dopo la giusta segnalazione dell'assistente di linea.
E se al St.Mary's l'impresa è stata solo sfiorata, a Old Trafford abbiamo assistito ad un vero e proprio miracolo da parte del Middlesborough, che si qualifica agli Ottavi di Finale dopo aver eliminato il Manchester United ai calci di rigore.
P come Piede
Stadio che vai usanza che trovi, il bello del calcio inglese è anche questo. Una delle tradizioni più curiose della gente del Southampton è quella che porta a toccare il piede sinistro di Ted Bates, figura leggendaria del club in cui ha militato per 66 anni ricoprendo praticamente tutti i ruoli in segno di buon auspicio. Prima dell'ingresso, si assiste a un vero e proprio pellegrinaggio dei tifosi dei Saints, che passano, toccano e immortalano il momento con foto e video.
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