Febbre Giallorossa: l'entusiasmo è un'arma a doppio taglio?
Non c'è dubbio che la Roma sia al centro delle voci di mercato e non solo. La vittoria della prima edizione della Conference League e l'arrivo di Mourinho, prima ancora, l'avevano già posta sotto i riflettori. Ma è una storia già vista. La squadra della Capitale sembra essere sempre sotto esame ogniqualvolta si effettua un acquisto più "blasonato". Figuriamoci ora con l'arrivo di Paulo Dybala.
Hype giallorosso
E' già successo in passato. Campagne acquisti condite dall'arrivo di giocatori particolarmente ambiti in quello specifico momento, o semplicemente molto ambiziose, hanno messo la Roma, come logico, nella condizione di dover "superare un esame". Dover diventare più vincente, più solida. E qualche risultato è stato raggiunto nel corso del tempo. Nel calcio di oggi, però, l'attenzione è rivolta meramente al risultato. E bisogna dirlo: alla Roma il risultato mancava da tanti anni.
Era un po' anche la storia vista ad inizio anno, con l'arrivo del Mister portoghese tanto ambito e così vincente nelle squadre in cui ha allenato. E, puntualmente, sembrava che il gioco (ed i risultati) della Roma non fossero all'altezza. Ma questa volta è andata diversamente. La vittoria della competizione europea ha portato una ventata di aria fresca ed entusiasmo a Trigoria.
I Friendkin non hanno tardato a rispondere ai tifosi: l'arrivo di Dybala ne è la conferma. Paulo è uno di quei giocatori che, se fisicamente in forma, ti spingono ad andare allo stadio. Ma non solo. La campagna acquisti, già di per sé interessante con l'acquisto di tasselli come Celik e Matic, ha riportato i romanisti all'eccitazione anche con l'arrivo di Gini Wijnaldum, centrocampista olandese classe 1990 che dovrebbe offrire un grande contributo alla rosa a disposizione del mister. E siamo in attesa di capire cosa accadrà con il Gallo Belotti, che potrebbe essere un altro innesto molto interessante.
Può essere un'arma a doppio taglio?
Ci si chiede chiaramente come sarà l'assetto in campo della nuova Roma. Ma soprattutto, ci si chiede se e come sarà possibile gestire l'enorme entusiasmo che si è creato intorno alla questione. Con la vittoria del trofeo europeo la Roma si candida ad un posto di rilievo nella stagione in arrivo. Ma rimane viva la paura di un fallimento. Non propriamente per i romanisti, che, come ha detto lo stesso Dybala, somigliano agli argentini nel modo di tifare: lo fanno con passione.
Certo questo, di per sé, è un rischio che corre chiunque tenti ogni forma di scalata. Cadere è sempre possibile, e spesso sono proprio le cadute a permettere l'ascesa. Ma forse, ciò che è mancato nel corso degli ultimi anni alla squadra capitolina, era proprio la guida. Mourinho è un vincente. Ma senza la squadra adatta non si vince. Il portoghese ha preteso i giusti innesti e fatto chiarezza sugli esuberi.
La sua guida esperta potrebbe essere l'elemento che finora è mancato in tutti questi anni. Non è in dubbio che la Roma abbia avuto anche allenatori molto capaci da un punto di vista tecnico-tattico. Ma probabilmente ciò che è mancato finora era appunto la capacità di guidare la squadra nei momenti bui. Il portoghese ha i suoi difetti, come tutti, ma è un vero condottiero. Difende la squadra ed i suoi giocatori, anche quando magari può risultare esagerato o fuori contesto.
Per crescere (e poi vincere) serve fiducia nei propri mezzi, oltre che una miriade di altri fattori.
Ma per ora, i giocatori acquistati hanno maggiorato le capacità tecnico-tattiche della rosa. Non resta che affidarsi allo Special One, per vedere cosa può fare nel nuovo anno.