FIFA History: l'evoluzione di Erling Haaland su Ultimate Team
FIFA Ultimate Team è una modalità del famoso videogioco tanto semplice quanto geniale, che prende spunto dai più nostalgici album di figurine e li evolve in un vero e proprio gioco, dove scegliere tattiche, strategie, gestire i contratti e l'intesa tra i calciatori che troviamo nei pacchetti. E cosa ci può essere meglio di figurine virtuali costantemente aggiornate per osservare la crescita di un giocatore, sia tecnicamente che per quanto riguarda la percezione di noi appassionati? Questa rubrica si propone di osservare (anche e soprattutto statisticamente) le stagioni di alcuni calciatori, in modo da capire le motivazioni dietro l'aumento (o il declino) delle loro statistiche sulle carte FIFA.
Nella seconda puntata di questa rubrica (potete trovare la prima qui) andiamo ad esaminare le card e le statistiche (reali e virtuali) di uno dei giocatori più sconvolgenti degli ultimi anni, un rullo compressore di record e gol: Erling Braut Haaland.
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La carriera di Haaland è ancora giovane (ricordiamo che ha solo 20 anni), ma quella su FIFA inizia persino dopo. Se Haaland calpesta i suoi primi fili d'erba da professionista nella stagione 2016/17 con il Bryne che fu squadra d'esordio di suo padre, i campi virtuali inizierà a percorrerli in quella dopo, con la maglia del Molde. Con la squadra norvegese segna anche i suoi primi gol, solo 2 ma con un totale di meno di 400 minuti giocati. Quel giocatore dal fisico anomalo per un 17enne non sembra promettere di diventare il sogno del calcio europeo in pochissimi anni, e FIFA rispetta questa sensazione regalandogli con freddezza statistiche penose. Sbaglia molti gol, ironico per uno degli attaccanti più cinici degli ultimi tempi. Lui racconta che ad aiutarlo a superare questo brutto momento, fatto di errori e delusioni, quasi a tradire la fiducia riposta nel suo ancora invisibile talento, è stato l'allora allenatore del Molde, Solskjær. E se il tuo mentore è uno soprannominato Baby-Faced Assassin, superare il bronzino, forse, non è così difficile.
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Solskjær ha avuto su Haaland lo stesso effetto della pozione magica di Asterix e Obelix: il norvegese diventa un uomo con la forza di un cavallo, che scorrazza liberamente per le praterie verdi dell'Aker Stadion, segnando 12 gol in 25 presenze, spesso e volentieri partendo da titolare. La fiducia riposta in lui è uno stimolo enorme, e ben ripagato, tanto da finire sotto gli occhi dei quasi-infallibili osservatori del Red Bull Salisburgo che a gennaio (a fine campionato norvegese) lo prelevano per 8 milioni di euro. Intanto il valore totale di Haaland, secondo EA è riuscito a sbarrare la soglia dei 60, con un netto aumento in tutte le statistiche, tra cui spiccano i +8 in Velocità e Dribbling e soprattutto il +16 in Fisico, che raggiunge il 78 totale. Nella restante mezza stagione Haaland gioca per 87', tira due volte nello specchio e segna un gol. Forse questo antipasto è bastato a FIFA per portarlo ad un overall di 76. A fine stagione la sua velocità raggiungerà addirittura 84 (non male per un colosso di 194cm x 89kg), e il fisico 83, rendendolo di diritto uno delle migliori giovani punte di tutto il gioco, virtuale o reale che sia.
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La sua prima (mezza) stagione al Salisburgo comincia con un valore interessante, ma medio, di 73. È una punta veloce, solida e con una sgambata quasi inquietante, tanto precisa, quanto innaturale. È in questa prima parte che l'Europa si accorge di lui, grazie agli 8 gol in Champions League in sole 6 partite. Ma forse questa media è solo un caso, chiaramente non potrebbe mai mantenerla anche in campionato. È un giocatore che sembra scoordinato, grezzo, che invece di usare il campo come teatro per il suo spettacolo di danza, lo usa come rage room, in cui distrugge qualsiasi cosa lo intralci a spallate, o semplicemente passandoci attraverso. Eppure nella sua breve esperienza austriaca Haaland segna 28 gol, in soli 1464'. Si parla di una media di un gol ogni 50 minuti circa. Il Borussia decide di non farsi sfuggire questa anomalia dai capelli biondi, versa 20 milioncini nelle tasche dei biancorossi, e se lo porta a Dortmund. Se si parlasse di un giocatore normale si continuerebbe in questo modo: i gialloneri, forti della loro tradizione di giovani di successo, lo preparano al meglio all'arrivo in Bundesliga, e Haaland riuscirà a segnare qualche gol, fornendo buone prestazioni, ma dimostrando di non essere ancora pienamente maturo per i grandi palcoscenici, a maggior ragione se il tuo pubblico è quello del Westfalenstadion. Cancellate tutto. Perché se a fine stagione Haaland si ritrova con una carta del valore totale di 95, forse, non è un giocatore normale. Nella seconda parte della stagione 2019/20 segna 13 gol, poco più di uno a partita (mettendo in saccoccia anche due assist), con l'incredibilmente basso numero di tiri pari a 35. Gol che ne costituiscono il perfetto portfolio: corse disperate, scudi di forza che sbalzano gli avversari che cercano di avvicinarsi a lui, tiri tanto potenti e precisi quanto sgraziati ed esteticamente orribili. Così brutti che, come si suol dire, fanno il giro e riescono a capovolgere il concetto stesso di bello.
Quello di Haaland è sempre un bel tiro, perché è un tiro che porta la bellezza dalla sua parte, grazie alla tremenda efficacia. FIFA premia sempre una grande stagione, ma questa non è una grande stagione, è una stagione completamente insensata, senza alcuna spiegazione scientifica. E quindi merita valori stellari, che vanno oltre la comprensione umana: 97 in Velocità, Tiro e Fisico sono le stats più alte, solo perché non c'è quella che indica la distanza massima tra le due gambe in corsa, poi il 94 in Dribbling, che potrebbe sembrare un po' esagerato visti i pochi dribbling tentati, 44 tra Dortmund e Salisburgo, e una percentuale discreta di successo come il 50%, ma che assume più significato se ai movimenti eleganti e leggeri del dribbling classico sostituiamo la forza equina, ma manteniamo lo stesso obiettivo: liberarsi degli avversari. Nel primo caso, questo è solo metaforico, nel caso di Haaland, chiunque si avvicini rischia la morte. L'89 in Passaggio è probabilmente una di quelle statistiche un po' gonfiate, ma questo non significa che Haaland sia un brocco a passare la palla (70% circa di successo), ma che i suoi passaggi sono solitamente a basso rischio, essendo un finalizzatore puro, e se anche dovesse costruire l'azione, sembrerebbe capace di poterla costruire solo per sè.
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Quest'anno, chiaramente, Haaland inizia con il botto. Mettendo da parte il valore di Difesa, poco influente, e il 63 su Passaggio, vero unico anello debole, Haaland inizia la sua stagione su FIFA con un OA di 84 e tutti valori over-80 per Velocità, Fisico e Tiro. Il Dribbling è un onesto 76, ma ne abbiamo già parlato, questa è una statistica complessa da assegnare ad un giocatore come lui, sembra quasi che qualsiasi numero tra il 70 e il 95 possa andare bene ed essere ben giustificato. Ora, 30 partite e 31 gol dopo ci ritroviamo per l'ennesima volta con la bocca spalancata: Haaland non sembra fermarsi. Porta avanti la media di un gol a partita come se fosse quasi naturale, come se il Borussia partisse già con il suo nome segnato sul tabellino. Ogni 3 tiri che esegue, uno diventa un gol, ogni volta che è in area avversaria con il pallone, il portiere sa che non c'è scampo: se non segna, è solo fortuna, e presto lo farà. Poi a tutte le sue capacità si deve necessariamente aggiungere qualcosa: Haaland è stato ormai designato come erede. Non di qualcuno in particolare, ma come co-erede, insieme a Mbappé, della dicotomia Ronaldo-Messi. Entrambi ai quarti contemporaneamente per la prima volta, l'anno in cui per la prima volta dal 2005 non ci sono né Ronaldo, né Messi, una stagione difficile per entrambi i giocatori (o meglio, per entrambe le squadre dei due) e una stagione straordinaria dei giovani usurpatori, insomma tutto questo è semplicemente un tappeto rosso per il giornalismo calcistico, e anche per FIFA, che non vuole certo far sfigurare una delle sue possibili future stars.
E così è già arrivato, grazie alla carta Player Of The Month della Bundesliga, a valori come 90 in velocità, 91 in Fisico, 85 in Dribbling e un 94 in Tiro che spaventerebbe ogni estremo difensore. Il 49 in Difesa è sacrosanto, visto che i grazie-a-Dio pochi contrasti o tentativi di pressing del Terminator norvegese finiscono spesso in malora, il 72 in Passaggio altrettanto giusto, ma con più margine di errore. Haaland non è un giocatore normale. Ha dei difetti, a volte evidenti, soprattutto nella fase di costruzione del gioco (quando e se vi partecipa) e del pressing (leggi parentesi precedente), ma è sembrato un ragazzo che sui difetti ci lavora, che cerca di gestirli ed eliminarli, basti pensare che nelle sue prime partite al Molde era un attaccante estremamente sprecone, e con il duro lavoro è riuscito a diventare l'emblema degli attaccanti che segnano sempre e comunque. È qui che sorge una domanda: se Haaland dovesse riuscire a sviluppare anche quel tipo di skill, se riuscisse ad incrementare, metaforicamente e non, i suoi valori di Difesa e Passaggio... cosa ci sarà dopo il 99 di overall?
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