Fiorentina-Chiesa, sottile confine tra armonia e caso: cosa rischiano i viola?
La scorsa estate è stata sì quella dell'arrivo di Rocco Commisso alla guida della Fiorentina ma, al contempo, ha visto anche Federico Chiesa come protagonista: un Chiesa che, in quel periodo, appariva quasi frustrato, come sacrificato di fronte all'idea di restare in viola senza "spiccare il volo" verso una big.
Atteggiamento per certi versi innegabile, emerso soprattutto durante la tournée negli USA, che non ha certo giovato al rapporto con la piazza ma che, al contempo, si è tramutato col passare dei mesi: l'arrivo di Iachini e il dialogo costante tra la proprietà e la famiglia del giocatore hanno fatto sì che si creasse una certa armonia.
E le ultime parole di Commisso segnano un passo ulteriore: di fatto Chiesa, adesso, è libero di partire. Eppure, ferma restando l'armonia ritrovata e la possibilità di ascoltare offerte, non manca lo spauracchio di un prossimo caso: la valutazione fatta dai viola è importante, se davvero fosse attorno ai 60 milioni sarebbe davvero difficile, adesso, trovare un acquirente. Non si tratta di mettere in dubbio il valore del giocatore, 10 gol e 9 assist per lui nella stagione appena chiusa, ma di contestualizzare la situazione: un investimento di quel calibro su Chiesa non appare nei piani immediati di Juve, Inter e Milan.
Un problema non da poco: ci saranno contropartite tecniche in grado di far vacillare i viola? Chiesa prenderà in considerazione anche ipotesi provenienti dall'estero, in caso di ritorno di fiamma da parte dei club di Premier? Il rischio, per i viola, è quello di trovarsi con un giocatore chiave scontento e proiettato altrove, una situazione già vissuta e certo non ideale, sulla carta, per affrontare la prossima stagione.
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