Fiorentina, Commisso attacca di nuovo Chiesa: "Trattato come un figlio, si è comportato male"

Rocco Commisso
Rocco Commisso / Paolo Rattini/Getty Images
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Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha parlato ai microfoni de La Nazione, tornando ancora una volta sull'addio di Federico Chiesa, passato alla Juventus, ma non solo. Il patron viola ha detto la sua anche su Beppe Iachini e sul nuovo stadio. Ecco le dichiarazioni di Rocco Commisso.

Iachini?

"Iachini ha il massimo supporto da me, da Joe Barone, da Pradè. Lui lo sa, e lui è l'allenatore. Gli ho detto che con la Sampdoria abbiamo fatto schifo, e lui sa che qui i risultati contano. Ma ha la nostra fiducia. Siamo tutti sotto esame, tutti, pure io sono sotto esame".

Italy v Moldova - International Friendly
Italy v Moldova - International Friendly / Gabriele Maltinti/Getty Images

Chiesa?

 "Io Chiesa l'ho chiamato durante il lockdown. A Chicago sono andato a incontrarlo per la prima volta ed è stato con me nella suite: io l'ho trattato come un figlio, e lui nei confronti miei, della mia famiglia, dei lavoratori, non ha fatto la cosa giusta. È un ragazzo, quindi lasciamo stare questo argomento".

Il trasferimento alla Juve?

"Prima ci hanno condizionato sulla squadra a cui avremmo dovuto venderlo: in Inghilterra non voleva andare, e in Italia voleva solo la Juve, che lo sapeva. Quando ci sono solo 'one buyer and one seller', solo un compratore e un venditore, la situazione non è ottimale. Ho dovuto accontentarlo anche per fare una scelta giusta di business. In America - sottolinea - c'è un detto: anche se vai via, non rompere mai i ponti. Questo hanno insegnato a me 50 anni fa, e questo è l'unico modo per diventare un leader". 

 Lo stadio? 

"Il problema è che qualcuno vorrebbe che io dicessi: 'ok, ti do i soldi e con quei soldi fai quello che vuoi tu'. Ma questo non succederà: coi soldi miei faccio come dico io". 

Ristrutturare il Franchi?

"Era la mia prima idea, lo stadio è di proprietà dello Stato da 90 anni, e dunque possono prendere i soldi dallo Stato e ristrutturarlo, se vogliono. Per me è pure meglio. Ma perché hanno aspettato Rocco per dire che devono ristrutturarlo? Perché non hanno fatto un concorso internazionale? Perché non hanno ingaggiato prima i vari Fuksas, i vari Renzo Piano per disegnare il progetto?".

Mi hanno attaccato per aver detto di voler demolire l'Artemio Franchi?

"Un anno fa ero il dio di Firenze, oggi mi chiamano Attila. Qui tutto è utile per criticare - aggiunge - Ma alla fine ho capito qual è il punto a cui vogliono arrivare: qualcuno vuole rifare il Franchi con i soldi di Rocco; qualcuno ha interesse non solo a controllare Rocco, ma anche a guadagnare coi soldi di Rocco; vogliono che altri prendano decisioni al posto mio".

Pentimenti per la scelta?

"Vincere qualcosa qua è la mia ultima impresa, la mia ultima sfida. Non ho fallito mai".


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