I 5 diktat di Vincenzo Italiano per la sua nuova Fiorentina
L'arrivo di un nuovo tecnico è già di per sé garanzia, se non di rivoluzione, di rinnovamento e di principi inediti che soppiantano quelli professati dall'allenatore precedente, in un'ottica spesso di discontinuità. Un balzo che, nel caso della Fiorentina 2021/22 targata Vincenzo Italiano, dovrà necessariamente essere netto, dopo due stagioni all'insegna di un gioco deludente e di risultati altrettanto infelici sotto la guida di Montella, di Iachini e, per breve tempo, di Cesare Prandelli.
Italiano ha già spiegato di voler dare un'identità chiara alla sua Fiorentina, una squadra che a dire del tecnico dovrà "difendere bene e attaccare benissimo". I primi giorni stanno regalando diverse tracce del pensiero di Italiano, sparse tra le varie sedute di allenamento, e i giocatori viola hanno sottolineato come il tecnico sia "un martello" nel voler inculcare idee e principi di gioco, un gioco che citando Sottil e le sue parole durante un incontro coi tifosi "negli ultimi anni non si è visto". Questi dunque i diktat di Italiano per la sua Fiorentina:
1. Il 4-3-3 come marchio di fabbrica
Da tempo siamo abituati ad allenatori che sottolineino come il modulo "siano solo numeri" e che l'interpretazione è ciò che conta ma, al di là delle ovvietà e dei luoghi comuni, a Moena si è già parlato e sentito parlare in modo esplicito di 4-3-3, dopo anni viola all'insegna del 3-5-2 (talvolta più affine a un 5-3-2 per atteggiamento). Pochi misteri sul credo tattico di Italiano, anche al di là dei recenti paragoni con Zeman favoriti dalle parole dello stesso boemo: tra campionato e Coppa Italia non c'è stata una singola occasione, nella stagione 2020/21, che vedesse lo Spezia schierato con un modulo diverso dal 4-3-3. Un modulo pronto a variare nelle fasi di gioco, con un regista che spesso si abbassa per favorire la costruzione dal basso, ma comunque ben chiaro come base di partenza.
2. Tutti registi
Da tempo in casa viola ci si affanna, con testa soprattutto orientata al mercato, nella ricerca del regista ideale, del direttore d'orchestra che possa favorire il gioco inteso e rapido che Italiano professa. Il discorso però si ribalta grazie a un principio che il nuovo tecnico viola ha illustrato anche nella propria tesi a Coverciano: non è possibile individuare in un solo giocatore la fonte di gioco, assegnare a un solo uomo le chiavi del comando, ed è dunque l'intera squadra a doversi sentire responsabilizzata in tal senso. Un discorso che Italiano ha fatto proprio grazie all'esperienza da calciatore, come centrocampista, e all'osservazione delle dinamiche spesso troppo prevedibili e leggibili che vedeva attorno a sé. Allo Spezia, peraltro, si sottolinea in particolare il ruolo centrale dei due esterni bassi nella costruzione, con un'infinità di palloni toccati.
3. Intensità e pressione alta
Sono già perfettamente impresse nella mente dei tifosi alcune frasi emblematiche e d'impatto di Italiano, direttamente da Moena: "Se vedo un centrocampista schiacciarsi sui difensori lo volo tra i giornalisti" su tutte. Pressione alta, partecipazione collettiva alla costruzione di gioco e coraggio perché altrimenti con la Roma "Mourinho si mette la sigaretta in bocca e vince". Tenere la squadra alta e non concedersi cali di intensità e di ritmo, situazioni che la Fiorentina dovrà far proprie quanto prima per non patire il colpo di un passaggio netto rispetto al recente passato, basato su idee più prudenti e conservative.
4. Niente prime donne
Il gruppo rimane un punto chiave, a prescindere da quale sia il tecnico e il contesto di squadra, ed è evidente come Italiano non abbia in mente una squadra fatta di individualità di Serie A o di Serie B. Già allo Spezia ha dimostrato di premiare, anche ruotando una rosa ampia, chi meriti ben prima di chi abbia un nome importante. Lo stesso Italiano ha spiegato di vedere, nella storia di campioni come Henry, Messi ed Eto'o, la chiave della loro crescita nella capacità di iniziare a pensare "di squadra" e a pensare al recupero palla già nell'area avversaria. Altro aspetto significativo è l'invito a non lamentarsi coi compagni per una giocata sbagliata: "Se non mi lamento io perché dovete farlo voi?".
5. Ricercare gli spazi
La verticalità non può essere un'ossessione o un diktat a priori, quel che appare centrale nel discorso di Italiano è la ricerca degli spazi e delle zone deboli degli avversari, il tutto a massima velocità. In sostanza un giocatore deve "sentire" quanto sia occupata una data zona di campo e, come automatismo, dovrà essere portato a cercare la soluzione alternativa, sapendo di trovare compagni più liberi, anche grazie a cambi di gioco non prevedibili. Nello stesso Spezia, lo scorso anno, capitava spesso che la squadra spingesse sulla destra per poi affondare e concludere a sinistra, riuscendo a liberare efficacemente quell'area di campo.