L'idillio romantico, la favola del 2021: la Calabria, Mendes e il pasticcio Gattuso
Qual è lo spazio tra "Difenderò Gattuso a spada tratta", tra figurarsi in testa un progetto a lungo termine con Ringhio alla guida della Fiorentina, e un matrimonio rotto ancor prima di arrivare all'altare? C'era qualcosa di romantico, persino di naif, nell'idillio Commisso-Gattuso, nella sana voglia di riconoscersi l'uno nelle origini dell'altro, come a incontrarsi in una sera d'estate, nella piazzetta di qualche caratteristico paese della Calabria, parlando dei tempi andati più che del formale accordo tra un club e un professionista, con obiettivi, piani definiti e un bel po' di soldi sul tavolo. Ma c'è uno spazio, al di là del racconto che dall'esterno se ne vuole fare, per un approccio del genere nel mondo del calcio, soprattutto collocandosi nel presente e abbandonando ogni deriva malinconica? Una risposta può arrivare, e sta arrivando, da quanto sta accadendo a Firenze in queste ore. Una risposta amara.
E i punti di vista possibili, volendo tracciare una linea di demarcazione ipotetica, sono per certi versi opposti, proponendo da un lato Rocco Commisso come fautore di una battaglia contro lo strapotere dei procuratori o, al contrario, il presidente viola come semplicemente poco disposto ad andare incontro alle richieste del suo nuovo tecnico, accolto a braccia aperte e calorosamente poco più di 20 giorni fa. Difficilmente si potrà conoscere nel dettaglio quanto accaduto, e quanto sta accadendo proprio in queste ore, ma è come minimo verosimile che il distacco tra l'idillio romantico e il discorso pratico si sia rivelato fatale, un distacco che potrebbe avere il volto e il nome di Jorge Mendes, agente dello stesso Gennaro Gattuso e di giocatori del calibro di Cristiano Ronaldo, Ruben Dias e Bernardo Silva. Nome e cognome di un uomo, sì, ma anche di una vera e propria azienda. Certo nessuno, neanche Gattuso, si sarebbe aspettato una Fiorentina competitiva per nomi di quel livello ma, d'altro canto, sembrava quasi scontato (e da settimane del resto se ne parla) immaginare una viola a tinte portoghesi, con una costruttiva intesa con Mendes tale da assecondare le ambizioni della società e da incontrare il favore del tecnico.
Qualcosa però si è rotto, lo ha fatto in tempi rapidissimi: l'idea di un superprocuratore come deus ex machina delle sorti viola potrebbe essere stato il nodo cruciale della rottura, stando almeno a quanto emerso ieri e da quanto si continua a sostenere nelle ultime ore. In sostanza Sergio Oliveira e Goncalo Guedes, giusto per citare i due nomi accostati alla Fiorentina più da vicino, sarebbero certo elementi validi ma - a dire del club - la logica sportiva dovrebbe prevalere sulla necessità di assecondare, in modo necessario e automatico, un singolo procuratore. Una crociata, dunque? Potremmo anche pensarla così, certo è che un lato sinistro, o comunque poco chiaro, aleggia sull'intera questione. Può essere davvero, cioè, che la Fiorentina abbia vissuto con ingenuità, cadendo dalle nuvole, l'accordo con un manager del calibro di Mendes, senza dunque sapere quel che avrebbe comportato di lì a breve?
Difficile figurarsi una reale sorpresa nel momento delle trattative e del confronto con Mendes, soprattutto in un contesto di Serie A e tra professionisti affermati nei rispettivi campi, ai limiti col fantascientifico immaginarlo. Passare dal costruire un progetto tale da condividere lo stesso modulo tra prima squadra e giovanili, un'idea dunque ad ampio raggio, ad essere senza allenatore alla metà inoltrata giugno è un bel salto, un salto rischioso e difficile da potersi permettere: un'altra stagione a metà del guado non sarebbe sostenibile e, adesso, sarà davvero dura convincere un allenatore di primo piano senza il timore di essere un mero rincalzo, il proverbiale piano B di un'idea nata e morta nell'arco di pochi giorni.
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