Fiorentina in uno stadio provvisorio? Vantaggi e criticità dell'ultima ipotesi

Artemio Franchi
Artemio Franchi / Claudio Villa/GettyImages
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Il tema della ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze presenta, ora più che mai, diverse criticità e aspetti da valutare sia in merito alla realizzazione del piano in sé che pensando, come spiegato nei giorni scorsi, alla necessità di spostare la Fiorentina dal 2024 al 2026 in un impianto diverso dal Franchi.

Difficile per il momento capire quanto le osservazioni emerse a livello di Commissione Europea, su 55 milioni dei fondi del PNRR, possano compromettere il progetto o cambiarne i connotati (non emerge allarmismo sul fronte istituzionale) mentre è già più concreto e semplice da capire ciò che attiene allo spostamento forzato della squadra in un altro stadio per le stagioni 2024/25 e 2025/26.

Accanto alle tante ipotesi emerse e apparse subito difficili da realizzare, ad esempio pensando alla posizione delle istituzioni in quel di Empoli, si cita spesso l'idea di ricorrere a uno stadio provvisorio nel capoluogo fiorentino: questa è la linea che il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, sta da tempo sostenendo. Lo stesso Giani è tornato a parlare della Scuola Marescialli e Brigardieri, spiegando quelli che a suo modo di vedere sono i punti di forza di tale soluzione.

I vantaggi di uno stadio provvisorio

Accanto alle idee di Giani è chiaro che sfruttare l'impianto di Castello permetterebbe alla Fiorentina di non dover cercare ospitalità presso società più o meno rivali, non sussisterebbero dunque quei problemi di ordine pubblico che la sindaca di Empoli ha denunciato nei giorni scorsi. Al contempo, come spiegato dal Presidente della Regione, la città di Firenze vedrebbe valorizzato e sfruttato uno spazio cittadino già esistente.

Dario Nardella, Eugenio Giani
Giani e Nardella / Roberto Serra - Iguana Press/GettyImages

Un altro vantaggio evidente si lega alla presenza dei tifosi: la capienza sarebbe sì ridotta rispetto al Franchi, per forza di cose, ma gli appassionati viola non sarebbero costretti ad affrontare vere e proprie trasferte per seguire la loro squadra del cuore anche quando (formalmente) giocherebbe in casa. Ipotesi come Reggio Emilia o altre tirate in ballo, insomma, comporterebbero non pochi disagi da quel punto di vista, rendendo utopistico mantenere numeri importanti ai botteghini e far sentire alla squadra il calore del tifo.

I problemi di uno stadio provvisorio

L'edizione odierna del Corriere dello Sport si sofferma anche sulle criticità del progetto, sui contro: al momento lo stadio, in senso stretto, non c'è. Si tratta insomma di intervenire in modo imponente su una struttura costituita da un campo da gioco con pista d'atletica e tribune che, a oggi, possono ospitare 5mila persone.

A corner kick flag bearing the logo of ACF Fiorentina is...
ACF Fiorentina / Nicolò Campo/GettyImages

L'impianto dovrebbe essere trasformato in uno stadio in grado di ospitare partite di Serie A: la capienza dovrebbe essere quadruplicata, gli spogliatoi e le infrastrutture all'interno e all'esterno dovrebbero di fatto essere creati da zero, occorrerebbe poi ripensare alla viabilità della zona per non andare a impattare in modo deleterio sul traffico e per non generare ulteriori problematiche.

Il tema portante, quello che fa da sfondo a tutti questi interventi, è quello dei costi: un investimento dai 10 ai 15 milioni di euro che risulta francamente complesso che Rocco Commisso voglia affrontare (pensando anche all'enorme investimento sul Viola Park). Tutte questioni che, a livello pratico, fanno evidentemente da contraltare alla fiducia con cui Giani si riferisce allo scenario di una Fiorentina a Castello o che, comunque, pongono di fronte a nuove criticità da superare.