Fiorentina-Italiano: la necessaria capacità di separare le cose

Il momento di lutto e la necessità di fare gruppo non possono mescolarsi alle valutazioni sul futuro del tecnico.
ACF Fiorentina v Udinese Calcio - Serie A TIM
ACF Fiorentina v Udinese Calcio - Serie A TIM / Gabriele Maltinti/GettyImages
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L'improvvisa perdita di un punto di riferimento, la sensazione di vuoto dovuta alle fondamenta che vengono meno, fa sì che - come impulso immediato - si cerchino nuovi appigli, ci si muova per individuare certezze che permettano di superare lo smarrimento.

L'assurda tragedia che ha toccato la Fiorentina, con la scomparsa di chi negli ultimi anni si era fatto carico delle faccende viola in tutto e per tutto, ha reso ben presente un senso di smarrimento a cui ha provato a rispondere Rocco Commisso, colpito nel profondo dalla scomparsa di Joe Barone ma pronto - con coraggio - a lanciare subito chiari input per il futuro viola, pur in un momento di lutto (momento che esula dal mero discorso professionale e sconfina in quello degli affetti).

Fare gruppo per ripartire

In tal senso il club viola ha saputo subito fare quadrato, lo ha fatto ancor di più grazie al tipo di rapporto creato tra Commisso e l'intero universo viola: un legame che spesso è stato associato - esplicitamente - a quello familiare, tanto da rendere persino automatico che il prossimo futuro del club sia all'insegna della continuità, con Pradè-Burdisso ad occuparsi dell'area sportiva e Alessandro Ferrari ad assumere compiti maggiori (non più da semplice direttore della comunicazione ma da responsabile dell'area aziendale in senso lato).

Continuità e capacità di ripartire con il gruppo di sempre, dunque, come naturale prosecuzione di un lavoro intrapreso con decisione ed energia dal compianto Joe Barone: un input che ha saputo mettere in secondo piano le voci, più che mai rumorose nei giorni scorsi, di un potenziale disimpegno di Commisso e addirittura di quotazioni in crescita per una possibile cessione del club.

Sullo sfondo resta la situazione di Vincenzo Italiano, una situazione che - nei giorni che hanno preceduto il dramma - teneva banco e lasciava intendere come l'addio a fine stagione fosse in sostanza scontato (tra parole sibilline dello stesso allenatore e indiscrezioni di Sportitalia su un addio ormai già deciso).

Due discorsi paralleli

C'è chi, nel momento del lutto e dalla necessaria reazione, ha auspicato un cambio di rotta da parte di Italiano: in sostanza non sono mancati riferimenti a quello stesso senso familiare citato poco fa, come potenziale timbro per una permanenza di un tecnico chiaramente toccato dal lutto. Come a voler fare ulteriormente quadrato, lasciando da parte ambizioni personali o idee per il futuro.

Vincenzo Italiano
Torino FC v ACF Fiorentina - Serie A TIM / Valerio Pennicino/GettyImages

Un auspicio, una suggestione, che non deve però confondere e che non deve impedire di saper separare vicende distanti: da un lato esiste - ed è oggettivo - un bisogno di fare gruppo, di rispondere sul campo all'ovvio senso di smarrimento; in tal senso il ruolo di Italiano sarà cruciale, in quanto allenatore, così come lo fu quello di Pioli dopo la scomparsa di Astori nel 2018.

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Un tecnico, in frangenti simili, deve chiaramente esprimere tutta la forza del proprio ruolo anche al di là del fronte strettamente sportivo ma, ad oggi, tale esigenza - e la voglia di congedarsi con un trofeo da dedicare a Barone - non può spostare le valutazioni sul futuro di Italiano. Le ambizioni legittime del tecnico e la possibilità di guardare oltre, anche da parte del club, vanno tenute separate dal momento presente, dal richiamo di giorni complicati e sarebbe ingeneroso cucire addosso a questi stessi giorni una proiezione futura, un timbro sul domani dell'allenatore e del gruppo.