Fiorentina, l'entusiasmo non è più cosa da giovani: addio al "macigno" Chiesa
Il rischio, quando un addio è particolarmente amaro o velenoso, è quello di perdersi dietro ai rancori e alla voglia di una rivalsa che non può mai arrivare: difficile nascondere qualche possibile ghigno in casa Fiorentina per il rosso rimediato da Federico Chiesa all'esordio con la maglia della Juventus.
Un esordio reso amaro proprio da quell'episodio, che ha visto uscire il neo-bianconero sconsolato dal campo di Crotone. Sarebbe deleterio, però, attaccarsi a simili rivalse: il momento del primo gol arriverà, così come arriveranno le prime prestazioni generose e tali da far breccia anche nel nuovo ed esigente pubblico. Il tema, in casa viola, dovrebbe essere quello opposto: aver rimosso dal gruppo e dall'ambiente gigliato un elemento che, pur nella sua professionalità e nel suo approccio al lavoro, poteva destabilizzare. Un'ombra che aleggiava sulle cose viola, con tutta la sua voglia di addio, che ha finito per allontanarsi e per lasciare una traccia di sereno.
La scena insolita del giocatore in lacrime sul pullman, nell'estate 2019, e la diatriba su quella fascia da capitano mal digerita dalla piazza possono finalmente diventare soltanto dei ricordi. A Firenze, adesso, l'entusiasmo può tingersi di colori differenti: quelli dell'esperienza di Callejon e Ribery, non promesse a caccia di un posto nell'Olimpo ma campioni liberi di non dover più dimostrare niente a nessuno. L'entusiasmo, insomma, non è più una cosa da giovani: il tanto citato "progetto", sulla carta, non può che trarne giovamento.
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