Fiorentina, la stessa storia allo specchio: Montella-Iachini-Montella, può funzionare?
Tante volte nel calcio, anche in modo ridondante e ripetitivo, torna il noto ritornello secondo cui "certi amori non finiscono ma..." e il seguito è ben noto. Ma succede talvolta che i giri immensi li facciano anche rapporti meno idilliaci, per certi versi spinosi, che i ritorni di fiamma si ripropongano a prescindere dall'amore che li muove.
E l'amore tra la Fiorentina e Vincenzo Montella certo c'è stato, in tanti ricordano i viola guidati dall'Aeroplanino come una squadra divertente, votata al possesso e alla costruzione, con un centrocampo che prediligeva la qualità a discapito dell'interdizione. Ma adesso parlare di un nuovo ritorno, sarebbe il secondo, suona curioso e agli occhi di qualcuno quasi paradossale e grottesco: sul finire dell'era Della Valle, poco prima dell'alba della Fiorentina targata Commisso, Montella era già tornato: accolto in modo cordiale e amichevole dalla proprietà, presentato anche a New York sotto braccio al nuovo patron, l'ex attaccante dovette però fare i conti con una conferma non del tutto ferma e solida, in quanto eco della vecchia gestione societaria. Dopo una pesante sconfitta interna con la Roma, l'1-4 di dicembre 2019, la società decise di optare per l'esonero: non valeva la pena proseguire con la romantica ricerca della gloria passata, servivano punti e qualcuno che badasse al sodo e che allontanasse il fantasma della B.
Chi meglio di Beppe Iachini? La parola traghettatore non piace a nessuno, ma di fatto l'ex mediano e attuale tecnico è riuscito a condurre la barca in porto nella scorsa travagliata stagione, un porto chiamato salvezza, e a rendere più impermeabile la retroguardia, tanto da spingere Commisso a optare per una conferma per certi versi sorprendente. E adesso? Come in una storia riflessa nello specchio potrebbe succedere la stessa cosa ma a parti invertite, con Iachini allontanato dalla panchina viola - quasi a furor di popolo dopo le ultime prove - e un ritorno di Montella nelle vesti del salvatore della patria.
Una soluzione rilanciata con forza oggi da Radio Bruno che, certo, rappresenterebbe un salvagente per le casse viola, evitando così di mettere sotto contratto l'ennesimo tecnico e di puntare su chi è tuttora legato alla Fiorentina, ma che verrebbe accolta in modo tiepido da una piazza il cui entusiasmo è già ai minimi storici. E, soprattutto, anche Montella si troverebbe per l'ennesima volta a vivere in modo provvisorio e traballante a priori un'avventura in panchina, il tutto dopo appena sei giornate di un campionato ancora tutto da scrivere. L'unico spunto che potrebbe lasciar intravedere uno spiraglio di speranza sarebbe un centrocampo di maggiore qualità rispetto all'anno scorso, più congeniale alle squadre generalmente auspicate da Montella, con Borja Valero, Amrabat e Bonaventura in più rispetto allo scorso anno. Basterebbe per vivere una stagione che sia qualcosa di più del preludio di un nuovo ciclo, con la sola speranza di non lottare della salvezza? La sfida di Parma dirà tanto ma, a questo punto, il candidato più verosimile per il futuro della panchina...sembra arrivare dal passato.
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