Non è una causa persa, Saponara alfiere di Italiano: perché credere nel riscatto
Riccardo Saponara e la Fiorentina, atto secondo...oppure terzo? Quando, osservando a grandi linee la carriera di un giocatore, si nota che il club che detiene il cartellino si è alternato a numerose esperienze in prestito, tutte brevi ed estemporanee, appare quasi scontato che non esistano margini per rivedere quell'atleta realmente protagonista alla "casa base", prospettive insomma di un vero e proprio riscatto. Si spendono in sostanza carriere all'insegna del nomadismo senza che, contrariamente alle aspettative, un talento riesca ad emergere in quella società che a suo tempo aveva scelto di puntare su di lui.
E la storia tra Saponara e la Fiorentina è fatta di poche immagini, di strappi e ricongiungimenti mai del tutto convinti, di istantanee senza una continuità o senza un progetto che abbia davvero visto il classe '91 al centro del discorso. Non sono però istantanee banali, vanno infatti ben al di là di quel che i numeri raccontano: fermarsi alle 32 presenze e ai 2 gol, apparizioni e reti spalmate su tre stagioni, sarebbe deleterio e lascerebbe per strada un momento specifico, quello della scomparsa di Davide Astori nel marzo del 2018, di quel gruppo che (sotto la guida di Pioli, più che un allenatore) riuscì a compattarsi, a trovare uno spiraglio per riemergere e a far vedere che c'era ancora voglia di giocare, di esserci. Una pagina tragica e romantica, con le meravigliose parole dedicate al capitano e amico scomparso, lasciando dunque il proprio segno colorato di viola anche al di là del campo, delle statistiche e dei moduli più o meno adatti.
Il presente racconta di un nuovo corso, dai tratti profondamente discontinui rispetto a quel che a Firenze si è visto negli ultimi due anni almeno negli intenti, racconta di un Vincenzo Italiano pronto ad ammettere che "Saponara parte un passo avanti" in quanto a comprensione dei dettami del tecnico, già avuto a La Spezia nella seconda parte della scorsa stagione. Parole di stima, quelle del tecnico, che trovano una eco non banale in quanto affermato dal giocatore stesso: "Ci siamo sentiti anche durante le vacanze per uno scambio di opinioni". E ancora: "Parto avvantaggiato, conosco le sue richieste". Un rapporto nato sotto la giusta stella in Liguria che, adesso, potrebbe sancire un nuovo capitolo, sorprendente: Italiano ha dato carta bianca a Saponara nella scelta del ruolo, quello di esterno offensivo di sinistra nel 4-3-3, e il giocatore ha ripagato con abnegazione, intelligenza e maturità a livello tattico, con un'interpretazione personale di quella posizione. Stavolta in sostanza, a differenza dei precedenti ritorni e della troppe volte sponsorizzata rivalsa, esistono ragioni logiche che corroborano speranze in tal senso, speranze a cui si aggiunge anche un ragionamento sulle caratteristiche degli esterni offensivi di Italiano.
In sostanza le caratteristiche dei vari giocatori a disposizione (Nico Gonzalez, Sottil, Callejon e Saponara) possono integrarsi in modo efficace, gli interpreti possono apparire complementari: un mancino che giocherebbe a destra a piede invertito come Gonzalez, un destro che giocherebbe a sinistra come Sottil, tutto dribbling e fantasia, un elemento più disciplinato come Callejon che sia valido nella ricerca della profondità e nel cross, infine un Saponara che porterebbe fosforo e doti da fantasista al reparto, partendo largo da sinistra e accentrandosi. Un mix di caratteristiche diverse e di interpreti non sovrapponibili, ingredienti tra i quali Saponara non sfigurerebbe, con un bonus fondamentale di esperienza e mentalità che potrebbe finalmente risultare prezioso.